Ascoli Carismatica, saporosa, misteriosa … familiare
Ascoli Carismatica
Siete stati mai ad Ascoli Piceno nella Ascoli Carismatica?
Io sì più di una volta, e vi confermo che è proprio una Ascoli Carismatica e lo sono, ‘carismatici’, anche i dintorni, tra i quali ho scoperto ieri, su suggerimento del Vescovo mons. Giovanni D’Ercole, un posto meraviglioso:
l’Abbazia di San Benedetto in Valledacqua.
Il nome Valledacqua non è casuale, nella vallata sora acqua è la protagonista assoluta e proprio vicino all’Abbazia vi passa un affluente del Tronto.
Nell’Abbazia stessa c’è una sorgente dove l’acqua la puoi bere, in un contesto naturale davvero particolare, dove l’occhio, ovunque si posa scopre qualcosa di nuovo e di bello … (vedi qualche foto anche in questa pagina).
Provate ad immaginare …
Un castello a presidio della valle in basso, dove venivano mandati i nobili più scapestrati a refrigerare un po’ i loro bollenti spiriti.
I fiori della primavera che resistono pur se messi alla prova dall’improvviso peggioramento del tempo.
Un fiore di altre ere stampato sul travertino da quell’artista stupendo che è la natura, e i colori del cielo, l’aria, una meridiana, i sassi, le rocce, i dipinti vecchi e nuovi nella vetusta chiesa e nella casa moderna e accogliente, nella cui cucina marchigiana tipica anche il palato riesce ad assaporare le bellezze del posto, giusto per non farsi mancare nulla.
La presenza di un presidio di suore camaldolesi, la vivacità di un associazione, presieduta dallo stesso Vescovo, con le sue iniziative a carattere culturale e teologico, garantisce a questo luogo, non casualmente scelto in tempi passati tra i monti dell’appenino umbro marchigiano, la conservazione di una spiritualità tipica dell’Ascoli Carismatica di ieri e di oggi.
Non è un caso che in uno dei prossimi appuntamenti di studio, programmati per il prossimo mese, c’è ne uno dal titolo assai suggestivo:
“Una presenza invisibile di Dio nella Bibbia: il suo profumo“.
Un corso che terrà la dottoressa Antonella Anghinoni, in cui immagino non si potrà fare a meno di parlare del famoso monte degli aromi del Cantico dei Cantici o di un episodio dell’Apocalisse in cui i profumi vengono offerti nell’altare insieme alle preghiere dei santi:
Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz’ora.
Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe.
Poi venne un altro angelo e si fermò all’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al trono.
E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi. (Ap 8,1-4)
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