Beato Paolo VI Beato il papa carismatico (PaoloVIbeato)
Sul Beato Papa Paolo VI, il sito ufficiale del Vaticano, mette a disposizione a questo link:
http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/index_it.htm con tutti i discorsi, encicliche, lettere etc. che il grande papa, il beato Paolo VI, ha pronunciato o scritto durante il suo pontificato che va dal 21 Giugno 1963 al 6 Agosto 1978, il giorno in cui la chiesa festeggiava la trasfigurazione di Gesù (festa dei carismatici per eccellenza) e in cui Paolo VI, beato, vedeva aperte, dopo tante sofferenze, le porte del cielo.
Sarà un caso ma la prima Enciclica di Paolo VI la Ecclesiam Suam porta proprio la data del 6 Agosto …
Il beato Paolo VI uomo del dialogo non solo ecumenico, ma anche del dialogo della chiesa con gli artisti e gli scienziati, fu davvero il papa carismatico, il papa che ha sentito forte il Vento dello Spirito Santo e che fu chiamato a vivere il travaglio del Concilio e del dopo Concilio Vaticano Secondo, in anni che la storia contemporanea caratterizza con il termine ‘anni di piombo‘ e che lui visse drammaticamente come protagonista a causa del rapimento del suo amico Aldo Moro con l’omicidio dell’intera sua scorta.
Aldo Moro che nonostante le sue preghiere fu barbaramente ucciso da quelli che chiamò disperatamente ‘uomini delle brigate rosse’.
Nell’ Udienza generale di mercoledì del 23 Aprile 1973 il beato Paolo VI si sofferma sul significato del tempo e parla di una trascendente presenza, quella dello Spirito:
[…] Avete mai osservato come spesso Gesù parli dell’ora che viene, come d’una circostanza molto importante? Egli dice, ad esempio, alla donna samaritana: «Viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità . . .» (Io. 4, 23; 2, 4; 17, 1; Rom. 13, 11; etc.). Cioè la successione del tempo non ha talvolta un semplice significato cronologico, ma acquista un senso profetico, indica il compimento d’un disegno divino. L’orologio del tempo segna la coincidenza d’un istante prezioso per la discesa d’una trascendente Presenza fra gli uomini o di un’invisibile Azione dello Spirito, la quale prende forma di un fatto sensibile. Non è raro trovare nella Sacra Scrittura l’annunzio di qualche ora sorprendente di tal genere. Rileggiamo una citazione ben nota d’un simile oracolo, a tutti noto, perché pronunciato dal profeta Joele nell’antico Testamento, echeggia nel Nuovo per documentare nell’ispirato discorso di Pietro il mistero della Pentecoste: «Io effonderò il mio spirito sopra tutti gli uomini; e i vostri figlioli e le vostre figliole profeteranno, e i vostri vecchi sogneranno sogni, e i vostri giovani vedranno visioni . . .» (Ioel 3, 28; Act. 2, 17-18). […]
Parlando ancora dello Spirito Santo o nell’udienza del 29.11.72, il beato Paolo VI afferma:
[…] La Chiesa ha bisogno della sua perenne Pentecoste; ha bisogno di fuoco nel cuore, di parola sulle labbra, di profezia nello sguardo.
La Chiesa ha bisogno d’essere tempio di Spirito Santo (Cfr. 1 Cor. 3, 16-17; 6, 19; 2 Cor. 6, 16), cioè di totale mondezza e di vita interiore; ha bisogno di risentire dentro di sé, nella muta vacuità di noi uomini moderni, tutti estroversi per l’incantesimo della vita esteriore, seducente, affascinante, corruttrice con lusinghe di falsa felicità, di risentire, diciamo, salire dal profondo della sua intima personalità, quasi un pianto, una poesia, una preghiera, un inno, la voce orante cioè dello Spirito, che, come c’insegna S. Paolo, a noi si sostituisce e prega in noi e per noi «con gemiti ineffabili», e che interpreta Lui il discorso che noi da soli non sapremmo rivolgere a Dio (Cfr. Rom. 8, 26-27). […]
Il Beato Paolo VI fu anche quello che volle per primo coinvolgere le chiese locali nell’apertura dell’Anno Santo, Anno che considerava dello … Spirito Santo, alla cui preparazione dedicò tutte le sue energie come si legge nel discorso all’udienza generale del 23.5.73 che comincia proprio con una triplice invocazione allo Spirito : «Veni, Creator Spiritus…Consolator optime…Dulcis Hospes animae».
Ancora noi vi preghiamo, Fratelli, di voler considerare l’annuncio, che noi abbiamo dato alla Chiesa e al mondo della prossima celebrazione dell’Anno Santo, come una voce ispirata dallo Spirito Santo, secondo la promessa di Gesù Cristo agli Apostoli nella sua profezia dopo l’ultima cena: «Quando sarà venuto lo Spirito di verità, Egli vi insegnerà tutta la verità . . . Egli mi glorificherà, perché da ciò ch’è mio prenderà e ve lo annunzierà» (Io. 16, 13-14); e di volerlo considerare come l’apertura d’un periodo nuovo della vita religiosa e spirituale nel mondo, non come un avvenimento fra i tanti della nostra storia, quasi a sé stante, ma come un principio, un fatto genetico, una conseguenza del Concilio, destinata a caratterizzare un rinnovamento interiore e morale nella coscienza degli uomini; e di considerarlo ancora come una grande occasione propizia, «un tempo favorevole, un giorno di salvezza» (Cfr. 2 Cor. 6, 2), che abbiamo una fortuna benedetta, se lo sappiamo accogliere come si deve, una grave responsabilità, se per stolta distrazione o per maliziosa opposizione noi lo lasciamo cadere.
Noi tutti ci dobbiamo mettere in sopravvento al soffio misterioso, ma ora, in certo modo, identificabile dello Spirito Santo. Non è senza significato il fatto che proprio nel giorno felice di Pentecoste l’Anno Santo apre le sue vele nelle singole Chiese locali, affinché una nuova navigazione, vogliamo dire un nuovo movimento, veramente «pneumatico», cioè carismatico, spinga in unica direzione e in concorde emulazione l’umanità credente verso le nuove mete della storia cristiana verso il suo porto escatologico.[…]
Dei tanti filmati che si trovano in rete sul beato Paolo VI a conclusione di questo mio, spero significativo, taglia e cuci dei discorsi del beato Paolo VI un filmato d’epoca dove si vedono contemporaneamente due beati e un santo e un teologo, di cui non dimenticherò mai la gioia di essere stato suo ospite a pranzo, a Taizè quando non avevo ancora venti anni.
Sto parlando di frère Roger, che nel servizio viene definito ‘teologo’ piuttosto che fondatore della comunità di Taizè.
Frère Roger potrebbe essere il primo santo non cattolico canonizzato di tutti i tempi, ne ha i numeri … lui che con Paolo VI visse una lunga esperienza di intenso dialogo e che trasmise a diverse generazioni di giovani, ivi compresa la mia, il vento nuovo dello Spirito Santo
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