Armonizzare l'atmosfera

Citofonare Mangiacavallo il mistero della comunione dei santi

Citofonare Mangiacavallo il mistero della  comunione dei santi

Citofonare Mangiacavallo

Leggendo sui social la storia di Maria Chiara Mangiacavallo,

i cui genitori conobbi, diversi anni fa in Sicilia prima di trasferirmi definitivamente in Umbria,

vedendo la loro forte testimonianza ai suoi funerali e la testimonianza di un intera chiesa,

mi è venuta in mente una delle canzoni del movimento dei focolarini,

che si cantava all’offertorio, durante la Messa, diversi anni fa quando ero ancora adolescente,

ma che purtroppo non è entrata nel patrimonio delle canzoni liturgiche che si usano nelle parrocchie.

citofonare mangiacavallo
citofonare mangiacavallo: Le immagini di Maria Chiare che restituisce il motore di ricerca Google

Gen Rosso

Era una delle canzoni del Gen Rosso, il cui testo riportava i versi, adattandoli un po’ alla musica, di Chiara Lubich:

Se soffri e il tuo soffrire è tale,

da non poter parlare,

da non poter capire,

amico, ricorda il suo dolore,

ripensa al sacrificio di Cristo sull’Altare.

La sua, la nostra Messa, il mondo non capirà, è troppo grande da capire il dolore offerto per amore.

Il testo poi riprendeva con un richiamo al capitolo tredicesimo della lettera ai Corinzi quel famoso inno alla carità,

in cui si afferma la vanità di ogni azione, la più bella ed eroica  possibile, se non si ha la carità, se, in altre parole se non si ama:

Amico puoi fare tante cose, offrire le ricchezze e tutto ciò che hai,

ma sempre la voce del dolore più forte di ogni voce al Padre arriverà.

La sua, la nostra Messa, il mondo non capirà, è troppo grande da capire il dolore offerto per amore.

[youtube]http://youtu.be/e-bnmGFG0iA[/youtube]

Chiara Lubich

Il testo originale della poesia di Chiara Lubich è ancora più profondo:

Se tu soffri e il tuo soffrire è tale che t’impedisce ogni attività, ricordati della Messa.

Nella Messa Gesù, oggi come allora, non lavora, non predica:

Gesù si sacrifica per amore.

Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole, ma la voce del dolore,

magari sorda e sconosciuta agli altri, del dolore offerto  per amore, è la parola più forte, quella che ferisce il Cielo.

Se tu soffri, immergi il tuo dolore nel Suo:

dì la tua Messa e se il mondo non comprende non ti turbare, basta ti capiscano Gesù, Maria, i santi. Vivi con Loro e lascia scorrere il tuo sangue a beneficio dell’umanità come Lui!

La Messa! Troppo grande per essere capita!  La Sua, la nostra Messa.

citofonare mangiacavallo
Citofonare Mangiacavallo: le parole finali del Cantico delle Creature di San Francesco di Assisi detto anche il cantico di Frate Sole

 

Maria Chiara

La storia di Maria Chiara, i suoi viaggi in Terra Santa e alla Lourdes,

il suo pellegrinaggio della provvidenza, dalla Verna ad Assisi

pur consapevole di un orribile male che stava divorando il suo giovane corpo,

pellegrinaggi simboli di quello definitivo che Maria Chiara ha fatto dalla terra al cielo,

non sono ‘dolore offerto per amore’ ?

Dolore Sacro

Dolore sacro, da unire a completamento di quello di Cristo.

Insieme a quello di Chiara Corbello, e di tanti altri uomini e donne, santi in senso biblico, che hanno fatto la medesima esperienza forte di Dio che stanno facendo i cristiani perseguitati in Asia e in Africa …

Tra le tante esperienze ripenso a quella della mia amica e collega Antonella e all’indimenticabile fra Fabrizio Migliasso, custode della Porziuncola.

Con lui ho condiviso un più breve ma significativo viaggio, da San Damiano alla sala della spoliazione, nel cuore di Assisi,  per non più incontrarlo salvo che nel suo funerale e nella preghiera della comunione dei santi.

Citofonare Mangiacavallo

Già la comunione dei santi, ben espressa dal simpatico hashtag #CitofonareMangiacavallo.

“Citofonare Mangiacavallo” come stava scritto in un pizzino delle macchine,

parcheggiate nel ristretto spazio sotto casa Mangiacavallo e che tal volta potevano dare fastidio ad altri

che condividevano e condividono per le loro auto lo stesso ristretto spazio.

Se ci fosse stato un problema bastava dunque ‘Citofonare Mangiacavallo’ e il problema veniva subito risolto.

[youtube]http://youtu.be/u42WYvhlrbo[/youtube]

Come esprimere meglio dell’hashtag #CitofonareMangiacavallo la comunione dei santi?

Comunione dei santi

La possibilità di pregarli, e non solo per risolvere i problemi più o meno grossi che possiamo avere nella nostra vita, ma per imparare ad imitarli.

Imitare loro che hanno imitato perfettamente il Cristo, e che hanno saputo offrire il dolore per amore,

dolore che Cristo ha usato e usa per attirare altre anime a se, per salvarle con la sua Misericordia.

Qualcuno potrebbe pensare, ragionando in modo illogico ma coerente, da un punto di vista intellettuale, che tutto ciò è una illusione.

Una bella e poetica illusione, un modo per consolarsi e affrontare più serenamente quel breve spazio di tempo, rispetto all’eternità del  tempo in cui un essere chiamato uomo, per uno strano verificarsi di eventi casuali, si è evoluto fino al punto di osservare il cosmo in cui vive, studiarlo, conoscerlo, capire che esiste, porsi qualche problema per poi dissolvere i suoi atomi nella materia informe e priva di vita dell’universo stesso.

Pirandello

A tal proposito scrive un nostro famoso conterraneo, Luigi Pirandello:

La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi, perché noi già siamo forme fissate, forme che si muovono in mezzo ad altre immobili, e che però possono seguire il flusso della vita, fino a tanto che, irrigidendosi man mano, il movimento, già a poco a poco rallentato, non cessi.

Le forme, in cui cerchiamo d’arrestare, di fissare in noi questo flusso continuo, sono i concetti, sono gli ideali a cui vorremmo serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo a stabilirci.

Ma dentro di noi stessi, in ciò che noi chiamiamo anima, e che è la vita in noi, il flusso continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi imponiamo, componendoci una coscienza, costruendoci una personalità.

In certi momenti tempestosi, investite dal flusso, tutte quelle nostre forme fittizie crollano miseramente; e anche quello che non scorre sotto gli argini e oltre i limiti, ma che si scopre a noi distinto e che noi abbiamo con cura incanalato nei nostri affetti, nei doveri che ci siamo imposti, nelle abitudini che ci siamo tracciate, in certi momenti di piena straripa e sconvolge tutto. []

L’albero vive e non si sente:

per lui la terra, il sole, l’aria, la luce, il vento, la pioggia, non sono cose che esso non sia.

All’uomo, invece, nascendo è toccato questo triste privilegio di sentirsi vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di sé questo suo interno sentimento della vita, mutabile e vario.

Chi dunque ha ragione?

Pirandello, che aborrisce ancor più della fede e della metafisica, la logica, la ragione, quella ragione che San Giovani Paolo secondo e il suo successore sulla Cattedra di Pietro, Papa Benedetto vollero associare inscindibilmente alla fede …

o i credenti che non ritengono la fede, la comunione dei santi una pia illusione e provano a “Citofonare Mangiacavallo”?

La risposta è semplice, citofonare Mangiacavallo, e attendere che qualcuno scenda a togliere quell’ostacolo che ci impedisce di compiere il nostro cammino …

Incominciare ad amare, perché dove si trovano Chiara Corbello, Maria Chiara Mangiacavallo  e tanti altri, dall’altra parte del citofono, il famoso paradiso, altro non è che l’amore, un vortice, un flusso continuo, di cui la vita che osservava Pirandello, che osserviamo noi, era ed è, diciamo così un sottoflusso, una conseguenza non casuale di un magnifico disegno, di cui per il momento vediamo il rovescio.

Madonna Addolorata

E quando il dolore diventa così opprimente e non sentiamo nessuna risposta ai nostri perché, nemmeno con la fede, che viene messa alla prova dal silenzio di Dio, da un apparente solitudine,  che ci impedisce di ragionare, di credere …

Di amare, abbiamo un rifugio in colei che più di ogni altra creatura seppe vivere questo genere dolore, Maria la Madre di Gesù, che Papa Francesco venera come la Madonna che scioglie i nodi e che ad una carismatica di Brescia, Franca Cornado, diversi anni fa, ha detto:

Trova rifugio nel mio Amore: esso è guardingo,  pietoso per chi soffre particolarmente.

Direi che il mio Amore è l’Innaffiatoio dell’amore del Padre.

E, quando egli non parla, quando Gesù tace, quando ti pare di essere in secca, vieni a Me.

Come saldo i nodi al rovescio di un ricamo, so anche disfarli, se il rovescio non rispecchia la verità.

Poiché la bellezza vera di ogni anima, di ogni situazione, di ogni pubblicazione è la verità …

È la verità è quel nome di Dio, Io Sono, presente nella tomba vuota dove le donne invano cercarono un corpo morto da ungere e preparare per la corruzione della morte, trovando invece un angelo che annunziando loro la verità della resurrezione le trasformò in annunciatrici, araldi del risorto.

Esse credettero all’annuncio angelico, alla tomba vuota, gli uomini,come sempre accade, ci misero un po’ di più …

Franca Cornado

Come il sottoscritto che fin da ragazzo si è posto ( e si pone) quei problemi sul senso della vita e della morte, la sofferenza e il dolore trovando una risposta in questo dialogo di un’anima ( Franca Cornado) che domanda …

Signore, Tu sei Onnipotente e vedi quanta sofferenza c’è sulla terra, … Perché Tu, che tutto puoi, non estirpi in una sola volta tutto il male?“,  e si sente rispondere:

Vedi Franca, è vero, Io Sono Onnipotente e se volessi in un batter d’occhio il male sarebbe distrutto sulla terra.

Gli uomini diventerebbero Angeli. Ma io non ho bisogno di Angeli: ne ho miriadi in Cielo.

Io invece ho bisogno di Dei. Solo gli uomini lo possono diventare se, dopo la caduta, sanno attraversare la sofferenza.

Valorizzate la sofferenza!”.

Claudio Pace Blogger Terni 8 Aprile 2015 su Citofonare MangiaCavallo


10 thoughts on Citofonare Mangiacavallo il mistero della comunione dei santi

  1. Mi trovo nella cappella del Bambino Gesù di Palidoro. Già date mesi circa ho letto e rimasto incantato dalla frase “e’ troppo grande da capire il dolore offerto per amore” sul tabernacolo, e poco fa su internet ho trovato la sua origine come frase. Sono contento per questo risultato ma ancor di più perché nel leggere mi sono arricchito tanto da fare ancora di più mia questa frase.

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