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Cristo vestito sulla Croce di legno a San Sepolcro

Cristo vestito sulla Croce di legno 

Cristo vestito

San Sepolcro, è una ridente cittadina posta al confine tra Umbria, Toscana ed Emilia, ed è nota in tutto il mondo per i capolavori dell’arte che essa custodisce gelosa.

Tra questi capolavori la Resurrezione di Piero della Francesca, realizzata nel periodo in cui Piero della Francesca fu costretto a rispettare un contratto, con la minaccia di uccidere un suo stretto parente, che lo impegnò a realizzare il famoso polittico della Misericordia per il quale la confraternità della Misericordia aveva pagato a caro prezzo senza vedere per lungo tempo realizzare la sua commissione.   

La resurrezione di Piero della Francesca fu l’unica resurrezione al mondo che resuscitò in se stessa, realizzata infatti nella antica sala dove si trova oggi la sede del museo civico, fu ricoperta di calce per poi venire alla luce in tempi più recenti.  

L’opera corse il rischio di avere una seconda e definitiva morte, essendo stata, San Sepolcro, inclusa, durante la seconda guerra mondiale, tra gli obbiettivi da bombardare pesantemente da parte degli alleati, in guerra contro i tedeschi che si ritiravano verso il nord dell’Italia lasciando molto lentamente la nostra penisola. 

Per una provvidenziale circostanza di fatti, la conoscenza da parte del capitano Anthony Clarke di uno scritto che tesseva le lodi dell’affresco, San Sepolcro e la sua opera d’arte furono risparmiati dai bombardamenti e sono ancora lì ….

Cristo vestito
Cristo vestito nella Croce, Cappella del Santissimo della Cattedrale di San Sepolcro

Nella cattedrale di San Sepolcro si conservano però altre ‘resurrezioni’, dipinti e opere d’arte di pregio e intrise di una profonda spiritualità, tra cui non può sfuggire, nella cappella del Santissimo, un crocifisso, un Cristo vestito sulla Croce di legno che più che un crocifisso, essendo vestito (il Cristo Crocifisso è nudo al massimo è coperto da un velo) pare un risorto o comunque una figura regale che ha trasformato la sua croce in un trono.

Con le braccia aperte il Cristo Vestito da un senso di accoglienza nel vuoto che ha creato dentro di se, quella famosa Kenosi o annichilimento della divinità,  che riesce a sentire l’abbandono più completo da Dio e, come un ebreo del suo tempo pellegrino verso Gerusalemme, a pregare  il salmo dell’Abbandono totale che è allo stesso tempo il salmo della speranza totale: non può esserci speranza se la cosa in cui si spera è già.

Il Cristo vestito rappresenta bene l’ ossimoro di un Dio non Dio, di una persona contemporaneamente uomo e Dio e che si svuota del suo essere Dio rimanendo uomo, un uomo Dio svuotato di Dio, e che in questo vuoto riesce ad accogliere un immenso numero di uomini a cui è pronto a donare la sua divinità.  

Non è un caso che la tomba vuota, sulla quale il Risorto di Piero della Francesca poggia il suo piede ancora piagato, è il riferimento biblico più diretto del quadro, la tomba nuova e vuota è la nuova identità del Cristo Risorto, il luogo per eccellenza che l’Angelo del Signore sceglie per il primitivo annuncio Cristiano dato a chi cerca il crocifisso e invece riceve l’annunzio del Risorto.

Claudio Pace Blogger 14 Settembre 2014 su Cristo Vestito

 

 


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