Fantasma ovvero smarrirsi nei sentieri della incomprensione del reale
Fantasma,
armonia di pensieri, storie di ieri.
Giochi di luce, in un freddo tramonto autunnale,
nell’acqua che scorre lenta,
che scorre lenta come i miei pensieri.
Tu mi appari ancora, come uno spirito,
come un sogno che vorrei non finisse.
Come uno spirito, che non ha un corpo
ma un contorno di luce, che non soffre ma mesto sorride
alla mia espressione meravigliata.
Vorrei con te cavalcare una cometa
e girare con essa intorno alle stelle
e ai pianeti
e all’entità astrali finora sconosciute alla umana mente
e giocare come un bambino,
con la fantasia libera di dire, di pensare, di cantare,
di urlare, schiamazzare e di correre.
Correre, correre, senza una direzione,
senza una meta, senza un perché,
senza un orizzonte, senza un motivo.
Correre, correre, senza fermarsi
per poi all’improvviso fermarmi ansimante e felice,
respirando forte
come chi non è allenato
e non è più abituato ad essere libero.
Ad un tratto sento l’esigenza di toccarmi la mano,
per capire se ho ancora una esistenza corporale,
se è tutto un sogno,
se tutto svanisce come un sogno,
come quelle bolle di sapone
che da piccolo mi divertivo a creare
e far scendere dal terrazzo di casa
verso l’infinito abisso del cortile di sotto.
Ed è un sogno!
Il rumore noioso della sveglia me lo ricorda.
E’ mattino, è la mia camera da letto,
il solito comodino, le solite pareti, i vestiti,
la luce fioca dell’alba che tra gli spazi della serranda
si infiltra prepotente nella stanza e nel mio sonnolento cervello.
Gli occhiali da indossare, il Serviam, il gas da aprire,
il fuoco da accendere e da seguire …
Tra poco all’odore del caffé seguirà quello dello smog del traffico
e poi gli odori intensi della fabbrica, … gli odori del lavoro.
Claudio Pace Terni 25 Novembre 2013 Blogger