Breve presentazione del libro di Francesco Bindella
Quando un’opera è ‘nuova’ veramente è perché è nuova dai fondamenti e quando il nuovo viene dai fondamenti significa che è un nuovo di scoperta, scoperta … dell’’antico’.
È questa una chiave di lettura della presente opera che, approfondendo la sua ricerca nell’’antico’ della parola biblica, scopre e porta alla luce valori in attesi che possono essere chiamati ‘antichi’ in relazione alla loro origine, tanto quanto ‘nuovi’ in relazione all’esperienza conoscitiva del lettore.
Un ‘nuovo-antico’, ovvero un ‘antico-nuovo’ che finiscono per offrire una nuova e inattesa visione.
Il progetto di ricerca della presente opera è relativo a quei due discepoli soprannominati da Gesù «Figli del Tuono» (Mar 3,17) ritenuti, assieme a Pedro, «colonne» nella chiesa primitiva (Gal 2,9).
Figli del Tuono
La particolare elezione delle «tre colonne» sembra progressivamente definirsi in relazione a un “progetto di fondazione” per ciascuno di loro. Chiaro per la colonna-Pietro, in relazione alla fondazione-Chiesa, per la colonna-Giacomo in relazione a quella che, in forma postuma, sarà la fondazione compostelana (Santiago de Compostela), non chiaro, se non assente, in relazione alla colonna-Giovanni e questo nonostante la particolare elezione del «discepolo amato».
Tuttavia, nella dura replica di Gesù alla domanda di Pietro sopra il destino di Giovanni («che importa a te?», Gv 21,22), Gesù enuncia con chiarezza il progetto di un «rimanere» di Giovanni in relazione alla Parusia.
Quale il significato di questo «rimanere» giovanneo non esplicitato?
Quali le conseguenze e l’eventuale ordine di relazione con la fondazione petrina e jacobea?
Comincia qui il percorso di riflessione di questa opera che, passando pure per la figura del dell’altro, antico «amato», il re-profeta David, si propone come un rinnovato e appassionante «cammino delle Stelle».
Veramente fatto bene scritto benissimo complimenti Ckaudio