Giona profeta apocalissi e distruzione un segno dei tempi?
Giona Profeta
Se c’è un libro nella Bibbia che da il senso dell’umorismo di Dio, questo è il libro del profeta Giona, un libro che, confesso, da giovane padre mi piaceva leggere ai miei figli, quando erano piccoli, anche per farli addormentare.
E’ una storia semplice e affascinante, parabola della vita di ogni uomo che illudendosi di allontanarsi da Dio si ritrova nel pericolo e si riavvicina e rinsavendo si decide a fare finalmente quello che Dio gli chiede,anche se gli costa.
Giona infatti conscio del pericolo di essere malmenato o ucciso, perché spesso questa è la sorte dei profeti che predicano la Parola di Dio e la conversione e non quello che la gente si vuole sentire dire, scappa verso Tarsis il porto più lontano del Mediterraneo allora conosciuto, ma invano.
Una tempesta impedisce alla nave di proseguire la sua navigazione e solo buttando a mare il profeta fuggiasco, cosa che i marinai non vogliono nemmeno fare temendo di attirarsi la maledizione di Dio, la tempesta cessa, la nave prosegue il suo cammino, e Giona viene salvato attraverso un pesce nelle cui viscere rimane per tre giorni e tre notti.
E’ il Segno di Giona, quello che nel racconto evangelico il rabbì Gesù attribuisce a se stesso, dove il ruolo delle viscere del pesce, del ventre del pesce è sostituito dalla ‘Sua Tomba Nuova‘ che rimane vuota e diventa essa stesso segno della sua nuova identità, di un destino diverso dell’uomo e di una nuova navigazione di una nuova barca di quelli che al segno di Giona credono …
Il racconto della predicazione di Giona, è sorprendente!
Per la prima volta forse, la predicazione di un profeta viene ascoltata da tutti, tutti credono nella Parola di Giona Profeta che annuncia la distruzione di Ninive entro quaranta giorni, si convertono e convertendosi cambiano il disegno di Dio che invece di distruggere perdona.
Ma il perdono di Dio indispettisce il profeta, il quale si arrabbia talmente da desiderare la morte, perché Dio non distrugge più la città e non fa più quello che lui come profeta aveva annunciato e sfida, in qualche modo, Dio, come un bambino capriccioso, mettendosi a guardare da lontano la città, da Oriente.
Si mette seduto e si lamenta con Dio di tutto, e non vuole sentire ragioni.
Ecco che Dio prima fa soffiare un vento caldo di oriente e poi fa crescere una pianticella, un Qiqajon, per dargli sollievo e poi durante la notte, gli manda un verme che fa morire la pianticella creando un nuovo dispiacere al profeta che merita così il rimprovero di Dio:
“Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?”.
Rimprovero che chiude il racconto, dando a Dio l’ultima parola, per rispetto e per permettere a ogni lettore di identificarsi in Giona e accogliere il rimprovero di Dio, e convertici come evidentemente non solo i niniviti ma lo stesso Giona doveva fare e come ogni ascoltatore del racconto deve fare.
Questa è la storia, un racconto appunto in cui per avere più forza si da il nome di un personaggio storico, Giona profeta citato nella Bibbia e in una sura del Corano e per questo motivo a lui era dedicata una Moschea, dove si venerava la sua presunta tomba, la tomba di Giona profeta, tomba irrimediabilmente distrutta nella moschea stessa che insieme alla chiesa di San Giorgio a Mossul i fondamentalisti dell’Isis, avvelenati da una ideologia di morte che chiama Dio ciò che Dio non è nemmeno lontanamente, hanno fatto saltare per aria.
Questa distruzione, insieme alle inaudite e efferate violenze nei confronti dei civili specie donne, ridotte a schiavitù (schiavitù sessuale) o convertite al loro fondamentalismo con la forza, è un segno dei tempi, un nuovo segno di Giona profeta, che le nostra generazione, specie quella occidentale deve sapere leggere e nel contempo riconoscere pubblicamente le sue colpe, che non sono poche.
Nonostante i voli pindarici della stampa occidentale infatti, è il presidente dell’ancora più grande potenza occidentale del mondo, che con il suo incoraggiamento alla primavera araba, al culmine di una lunga politica estera mediorientale piena di errori, ha contribuito a generare questo mostro che con i suoi tentacoli diretti, la presenza di numerosi cittadini occidentali con regolare passaporto occidentale, rischia di far diventare l’Europa un immenso Iraq pieno di odio, di violenza e di morte.
L’Occidente dunque, se vuole leggere il nuovo segno di Giona, non può pensare solo a mosse militari, a confidare solo nelle armi, adesso frettolosamente inviate ai guerriglieri curdi che da molto tempo però sono in conflitto con la Turchia, deve ripensare anche al fattore religioso e all’importanza della ragione nel discorso religioso, e soprattutto all’importanza della religione Cristiana.
L’Occidente rinnegando il Cristianesimo che è alle sue radici, rischia di trovarsi nudo e senza difese di fronte ad una interpretazione concreta dell’Islam, quella jihadista, che attecchisce bene nel crescente vuoto di veri valori nelle persone.
Il Cristianesimo infatti aiuta a riscoprire il Dio di Giona profeta quello che scherza con i suoi profeti ma che ha cuore la vita di ogni persona e che non ama la distruzione e la morte ma la vita.
Un Dio che non è un essere impersonale, freddo, assoluto come quello jihadista e che si può solo adorare attraverso una fede impersonale, fredda e assoluta, ma è un Dio persona che dialoga con la persona, e che vuole che la persona per prima cosa usi il dono della ragione che Lui stesso gli ha dato.
Un Dio che, come disse Papa Giovanni Paolo, è padre e madre, e che dialoga ancora con i suoi profeti utilizzando anche la Madre di Gesù come a Fatima o a Medjugorje, ma che è pronto a cambiare i suoi piani se gli uomini di oggi ascoltano i profeti e cambiano comportamento, come fecero i niniviti nel racconto di Giona profeta.
Il nuovo segno di Giona profeta rende attuali e profetiche le parole del papa emerito sul dialogo tra religioni e culture pronunciate a Ratisbona, parole che ancora oggi vengono apprezzate da più parti anche nel mondo laico come dimostra questa intervista rilasciata da Veronesi.
Riscoprire la radici cristiane dell’Europa dunque sono un primo passo per una conversione a Dio, autentica, libera, giammai forzata, che può davvero cambiare i disegni di Dio magari indispettendo qualche profeta contemporaneo che a differenza di Giona sarebbe ben lieto di un simile dispetto. 😉
Claudio Pace Terni 24 Agosto 2014 Sul Segno di Giona Profeta
[youtube]http://youtu.be/VbOILgx1Ch8[/youtube]
Giona Profeta il filmato della distruzione della Mosche che ne custodiva la presunta tomba
Bravo Pace.
Fai onore al nome e concordo al 100%. CV