Giornalista americano sgozzato e dato in pasto ai media
Il giornalista americano sgozzato e dato in pasto su you tube e sui media di tutto il mondo è l’ultima immagine di quella che papa Francesco chiama già la terza guerra mondiale e le cui conseguenze hanno cominciato a sentire le popolazioni del Medio Oriente, dal dopo secondo guerra mondiale in poi uno dei punti più caldi del mondo.
Mi ha colpito la frase di un cronista radio che ho ascoltato per caso e che adesso chiama terroristiche le truppe ribelli del nord della Siria che prima l’occidente appoggiava e che adesso finalmente, forse, ha capito che costituiscono un grave pericolo per tutto il mondo.
Nel servizio sosteneva che i terroristi avrebbero preso il sopravvento sui rivoltosi della prima ora che invece erano i liberatori. C’è stato questo passaggio o è un espediente giornalistico per giustificare il vento cambiato? …
Che nel nord dell’Iraq ci fossero truppe terroristiche lo si sapeva, si pensi ai numerosi attentati che rendevano e rendono l’Iraq uno dei posti meno sicuri al mondo, che improvvisamente queste forze in Siria, in Iraq e in Libia siano venute allo scoperto è segno che questo nuovo potere si sente abbastanza forte da sfidare l’occidente e lo stesso Islam diverso da loro.
Pare che nemmeno i fratelli musulmani riconoscano questi califfati e la loro ideologia di morte, che è la linfa vitale della loro propaganda e del loro proselitismo, ma una cosa nel video mi appare un po’ strana: come mai la richiesta di fermare i raid aerei contro di loro, quando sanno benissimo che non sarà accolta, e che loro ormai, dai tempi dell’invasione dell’Afghanistan a oggi sanno bene come resistere agli attacchi aerei?
Queste persone sanno come nascondersi e venire fuori al momento giusto, perché come è noto con i bombardamenti si sfianca l’avversario ma solo da terra lo si può sconfiggere. Troppo spesso il drone colpisce i civili piuttosto che i terroristi, con conseguenze devastanti per la popolazione civile usata allo stesso tempo come scudo e come bersaglio.
Se si volesse essere un po’ complottisti questo video sembrerebbe quasi un favore ad Obama, un dare peso e forza ad una azione che, secondo me giustamente, è stata considerata di scarso peso.
Di fronte alle immagini del giornalista americano sgozzato e vestito polemicamente di arancione, Obama dovrebbe fare un mea culpa davanti a tutte le nazioni per quello che ha fatto favorendo la cosiddetta ‘primavera araba’ quel sogno, che non esito a definire o ignorante o pretestuoso, di poter esportare la democrazia a nazioni che culturalmente la democrazia non riescono ad assimilare, a motivo di una religione e di una cultura che ha difficoltà ad ammettere distinzioni tra religione e potere civile, tra legge civile e Sharia, tra laicità e religiosità.
In questo caos l’unica voce chiara su temi così delicati pare essere quella di papa Francesco che a difesa delle popolazioni inermi e perseguitate non invoca le armi su una delle parti in conflitto ma chiede l’intervento dell’Onu. Speriamo sia ascoltato come in qualche modo lo fu quando evitò il bombardamento della Siria, che se realizzato l’avrebbe consegnata nelle mani dell’Isis con conseguenze inimmaginabili per la popolazione civile.
Adesso però è il momento del dolore, della preghiera per il defunto e per i suoi familiari, la sua morte mi richiama quella di due italiani Enzo Baldoni e Fabrizio Quattrocchi, entrambi per mano dei fondamentalisti, … ma quanto durerà ancora questo periodo di instabilità, di mancanza di pace in medio oriente?
E intanto trepidiamo per le per tutte le ragazze rapite dai fondamentalisti e costrette a vivere come schiave e per le nostre due ragazze italiane scomparse ad Aleppo in Siria. Speriamo siano liberate presto e che non capiti loro nulla di quello che è capitato a questo giornalista americano sgozzato …
Claudio Pace Terni 20 Agosto 2014 Giornalsta Americano sgozzato e dato in pasto ai media
Una testimonianza di guerra della più grande giornalista italiana di guerra:
[youtube]http://youtu.be/cfw3MWWT1eA[/youtube]
Giornalsta Americano sgozzato
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