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INDIGNAZIONE GEOTERMICA SFUMATO IL PROGETTO SULL’ALFINA

INDIGNAZIONE GEOTERMICA: SFUMATO IL PROGETTO SULL’ALFINA

Indignazione GeotermicaIndignazione Geotermica è quella che ho provato nel leggere la fine che ha fatto un progetto pilota, quello del ministero dell’Ambiente sull’altopiano dell’Alfina, dopo il no della provincia di Viterbo seguito alle proteste di sedicenti ambientalisti che di fronte al progetto di costruzione di un impianto di sfruttamento  dell’energia geotermica, per definizione l’energia più pulita che esiste, nei pressi di Castel Giorgio, in provincia di Terni …

Questo progetto pilota, come tanti bei progetti in Italia, grazie al partito del ‘NO’, non produrrà nemmeno un Kwh di energia geotermica e forse nemmeno un KWh di indignazione geotermica, giacché la notizia sta passando in secondo ordine. Giusto qualche articolo in qualche cronaca locale e nulla di più, come se fosse stata fatta giustizia di una cosa assurda che qualche tizio del ministero stava pensando, quella di produrre energia pulita. Non dovremmo indignarci tutti per questo? Non dovremmo avere una indignazione geotermica ed esplodere tutti come vulcani, non solo e non tanto con quei soliti signori del NO, che nella mia breve esperienza di consigliere circoscrizionale ho conosciuto anche nel mio territorio ( vedi quest’articolo in risposta ad una persona che si oppone alla presenza degli sportivi nel lago di Piediluco), ma con le istituzioni che invece di affrontare le critiche e proseguire con fermezza sulla loro strada, si arrendono senza colpo ferire.

Certo l’Italia non è la Cina dove se il partito decide di fare un aeroporto il giorno dopo le ruspe sono a lavoro,  ed è molto meglio che sia cosi, anche se questo è uno dei motivi per cui il Pil cinese è più che positivo e quello italiano invece … Ma che basti che qualcuno obietti, adducendo ragioni ambientali più o meno sensate, e un progetto pilota predisposto dal ministero dell’ambiente (di concerto con la società incaricata dal ministero la ITW LKW) salti, non è proprio accettabile. Forse è una delle ragioni evidenti della crisi che attraversa il paese ed è motivo di una indignazione geotermica che spero si diffonda. Non è che si creassero chissà quali posto di lavoro,  ne che si producesse chissà quanta quantità di energia, ma è il principio che non va, per avere milioni di posti di lavoro non si devono disprezzare le unità, le decine e la diversificazione dell’energia è indispensabile per il prosieguo di un cammino che gradatamente deve staccarci dall’energie tradizionali che producono inquinamento all’ambiente e nocumento alla salute delle persone.  

Oggi ad Assisi la Cei promuove l’ottava giornata nazionale per la custodia del creato, non credo si entrerà in merito a questi problemi, anche se andrebbe ricordato che non si può rinunciare ad ogni passo per seguire sempre il partito del ‘no’ e che va semplificato il sistema legislativo e politico, che tra leggi e autority e tribunali tende a scoraggiare piuttosto che incentivare l’uso delle fonti rinnovabili.
Claudio Pace Terni 31 Agosto 2013 Blogger


9 thoughts on INDIGNAZIONE GEOTERMICA SFUMATO IL PROGETTO SULL’ALFINA

  1. Caro Claudio mi trovo pienamente d’accordo con te, e questo non è sempre scontato, perchè pur partecipando al tuo blog (con grande piacere) noi abbiamo spesso opinioni anche molto differenti.
    In merito al partito del NO direi che in Italia trova molti più consensi chi si oppone a qualcosa, qualunque essa sia, piuttosto di chi propone qualcosa. Lo sanno bene i nostri politici e amministratori che spesso approfittano di questo singolare atteggiamento del popolo italiano. E questo, naturalmente, è il motivo (o uno dei motivi) del perchè in Italia le grandi opere non si realizzano e si fanno con fatica anche le opere minori. In campo energetico poi domina l’ignoranza e ci si oppone a tutto. Ciò è tra l’altro estremamente controproducente e fa il gioco degli speculatori e i danni all’ambiente invece di essere contenuti si amplficano. Non conosco nello specifico questo progetto; c’è da tener presente che la geotermia è una fonte di energia che può essere sfruttata soltanto in particolari condizioni, laddove si possa facilmente estrarre calore dal sottosuolo. Italia e Islanda sono paesi dove questo è possibile, sebbene solo in alcuni posti.
    Parlando di energia, a tutti i detrattori di progetti come questo o come l’installazione di pale eoliche o qualunque altra produzione di energia vorrei far presente alcuni punti fondamentali:
    1) l’energia serve a tutti e tutti ne usiamo una certa quantità e questo ci migliora la vita
    2) qualunque attività per produrre energia produce al contempo un impatto sull’ambiente
    3) la quantità di energia che ciascuno consuma è tendenzialmente in aumento
    4) la maggior parte dell’energia viene prodotta con il petrolio e con il carbone con effetti devastanti per l’ambiente
    5) il riscaldamento globale è l’emergenza del nostro secolo e per contenerlo bisogna ridurre l’uso dei combyustibili fossili e qualunque possibilità si ha di produrre energia in modo alternativo va quantomeno espolorata.

  2. Caro Claudio, quoto il tuo post 100%
    Il problema è che l’evoluzione tecnologica è osteggiata dai ‘gasieri, dai ‘carbonieri’ e dai pe-trolieri. Il motivi sono semplici da capire :

    1) Dietro un ordine di acquisto di idrocarburi è facile nascondere delle tangenti (sovrafat-turazione con nero)

    2) E’ un giochetto imporre le tariffe dell’energia, ovvero i prezzi ai clienti finali sui quali si scarica tutto

    3) Lo Stato si frega le mani nell’incassare IVA e accise dalle tariffe imposte alle famiglie, in-cassi che non avrebbe se le famiglie si rendessero autosufficienti. Il filmato che hai postato è inequivoco al riguardo.

    4) Lo Stato è il maggiore azionista delle imprese tipo Enel, Eni da cui percepisce generosi dividendi, e quindi per ottenerli ha una seconda convenienza a calcare sulle tariffe per gon-fiare gli utili su queste società gasiere-carbiniere-petroliere ! (e poi ci si lamenta che milio-ni di famiglie non ce la fanno…)

    Faccio però un’osservazione.
    Va bene la pompa di calore che trasporta il calore dalla terra alla casa con un ottimo ren-dimento che, come insegna Carnot, è dato dal rapporto dei salti di temperatura da traspor-tare che, più sono vicini, più il sistema è efficiente.
    Tuttavia il compressore della pompa di calore funziona con energia elettrica. Quindi per avere l’indipendenza energetica la casa deve avere il Fotovoltaico per muovere il compres-sore (e l’eventuale pompa per spingere il liquido nella sonda), abbinato allo sfruttamento del calore della terra.
    Con l’energia gratuita e in abbondanza verrebbe facilmente aggirata per es. la costosa ri-strutturazione edilizia riguardante l’isolamento delle pareti e degli infissi dell’immobile… e i costi contenuti per conseguire l’indipendenza energetica familiare sarebbero perciò alla portata di quasi tutti, anche perchè non bisognerebbe richiedere delibere assembleari o au-torizzazioni comunali per agire … (la burocrazia è sempre un altro costo !)

    In questo momento in cui in Italia il lavoro sembra mancare, quanto buon lavoro potrebbe scaturire da aziende (anche statali) per produrre questi sistemi a prezzi politici anzichè buttare soldi in cassa integrazione…
    Ciao a tutti. Vincenzo

  3. La ITW-LKW a Castel Giorgio rinuncia.

    In un momento in cui tutti vorremmo che dall’estero arrivassero capitali per investimenti sul nostro territorio, in un momento in cui creare posti di lavoro è la priorità assoluta, all’elenco dei paradossi tutti italiani dobbiamo aggiungere un altro singolare episodio.
    Questa che segue è la storia.
    La ITW-LKW, società per azioni italiana ma con capitali stranieri, individua a suo tempo nel territorio comunale di Castel Giorgio, piccolo comune di 2.300 abitanti della provincia di Terni a pochi chilometri da Orvieto e dal Lago di Bolsena, un’area la cui destinazione urbanistica è già indicata dal piano comunale come artigianale-industriale con destinazione per impianti geotermici. Inoltre le direttive nazionali e quelle della Regione Umbria convergono rispetto alla creazione di simili impianti in quella determinata zona. La stessa regione decide di indire anche un bando per promuovere manifestazioni di interesse per quell’area.
    La ITW-LKW acquisisce l’area e presenta secondo tutte le vigenti norme il progetto che viene definito “pilota” poiché vuole realizzare l’impianto secondo una tecnologia avanzatissima e già collaudata per produrre elettricità da fonti termiche a media temperatura che si diversifica ampiamente da quella abitualmente già operante in Italia e che rende completamente nulle le emissioni di ogni tipo. Consente, attraverso un cosiddetto sistema a circuito chiuso, di non emettere odori sgradevoli e vapori pericolosi, di non interferire con le falde acquifere né con gli equilibri dei pozzi di acqua calda. Peraltro la geotermia che viene proposta non prevede, anzi esclude, che si mettano in atto forme di sollecitazione delle formazioni geologiche in grado di attivare sismicità.
    Tutto scritto, chiaramente presentato nel progetto e illustrato anche in almeno due incontri pubblici , sottoscritto da tecnici di indubbia fama e capacità tecniche.
    Ma a questo punto, appena a Castel Giorgio si viene a sapere del progetto, parte una serrata campagna di no, assolutamente denigratoria e, in taluni casi, anche minacciosa, contro appunto la costruzione di questo impianto geotermico.
    Nessuno sembra sia andato a leggersi cosa è scritto nei documenti di progetto, tra l’altro messi a disposizione del pubblico. Nessuno è andato a vedere e a valutare sulla base delle oggettive caratteristiche tecniche quali fossero le ricadute benefiche per il territorio: 30 milioni di euro circa (forse più) di investimento di cui il 4% versato, come per legge, una tantum, “cash”, all’amministrazione comunale (il bilancio annuo di Castel Giorgio è si’ e no grande un terzo); la creazione di 20 posti di lavoro stabile, un ‘incremento non trascurabile delle attività manifatturiere per il periodo di installazione dell’impianto e probabilmente anche successivamente; la possibilità di ottenere fornitura di energia elettrica e di acqua calda per riscaldamento a condizioni molto agevolate che possono nel tempo anche favorire di molto attività imprenditoriali e turistiche.
    Un cumulo di bugie sono state invece scaricate sulla gente e sull’opinione pubblica locale da parte di uno scellerato gruppo di associazioni ambientaliste (di cui solo due di queste hanno legale riconoscimento di rappresentanza), con il solo scopo di difendere interessi così piccoli e così personali che potrebbero a dir poco definirsi “scandalosi” e questi sì, dimostrabilmente, in “conflitto d’interesse”, anche da parte di taluni amministratori che tutto hanno a cuore meno che gli interessi di una intera comunità.
    E’ stato sollevato il rischio per le falde acquifere portando argomenti che farebbero arrossire anche uno studente ai primi esami del corso di geologia…
    E’ stato sollevato in modo strumentale il rischio sismicità, facendo finta di non capire o sapere che la geotermia che viene proposta mai ha dato luogo a incidenti riconducibili a tale rischio, né in Italia né all’estero !
    Sono state ignorate anche quelle parti del progetto e delle integrazioni presentate dove si individuano con chiarezza i momenti di verifica preventiva per escludere che si manifesti il rischio sismicità.
    Mai è stato portato un esempio in cui tale rischio si sarebbe concretizzato! Nemmeno in Cina, paese che peraltro in certi momenti è sembrato così vicino… In compenso è stato omesso di dire che, in Cina, il governo di quel paese ha stanziato qualcosa come 10,5 miliardi di dollari per sviluppare il geotermico… con la stessa tecnologia che sarebbe stata impiantata a Castel Giorgio…
    La ITW-LKW non ha mai polemizzato con nessuno ed ha sempre ribadito che le risposte a tutto erano ben scritte e chiare nel progetto presentato. Ha anche chiesto che fosse analizzato il suo progetto, messo a disposizione del pubblico, anziché leggere il suo progetto assimilandolo strumentalmente ad altri, completamente diversi e magari falliti 30 anni fa.
    Poi, in questi giorni la decisione:
    “rinuncia al VIA regionale”, che significa, per Castel Giorgio (2.300 abitanti), 20 posti di lavoro in meno, 30 milioni di euro che non vengono investiti lì, oltre a circa 1,5 milioni di euro in contanti per l’amministrazione comunale., ed altro.
    Notare bene che l’investimento sarebbe stato interamente a carico dell’azienda, senza un euro di contributo pubblico e tutto secondo norma rispondendo a pieno alle direttive di legge sia nazionali che regionali e locali.
    Per un comune che ha 250 euro circa di debiti per ogni abitante, neonati compresi, e non riesce a cambiare l’illuminazione pubblica per renderla più efficiente e meno onerosa per le proprie casse, è proprio un bel paradosso.
    Un altro paradosso tutto italiano, così continuando a preferire consumare metano, carbone, petrolio in nome del rispetto dell’ambiente senza scommettere su una produzione locale, sicura e, questa sì, rispettosa dell’ambiente.

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