Lacrimosa Mozart nella parrocchia San Giacomo di Medjugorje
Lacrimosa.
Medjugorje non è un santuario né una basilica o altro ma una parrocchia e come in qualsiasi altra parrocchia può capitare che entrando trovi un coro che tenga un concerto di musica sacra.
Cosi è stato per me giovedì scorso, nella ormai piccola chiesa parrocchiale, piccola rispetto al continuo flusso dei pellegrini provenienti da tutto il mondo, in vista della Solennità di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti, la Corale Accademica “Pro Musica” di Mostar ha eseguito il famoso “Requiem KV 626” di W. A. Mozart” del quale ho rubato un pezzetto con la mia fotocamera compatta, eccolo:
Lacrimosa
Lacrimosa è un pezzo che a me suscita emozioni e ricordi, come tutto questo requiem di Mozart.
Mi ricorda in particolare la mia prima volta nel partecipare nella sezione dei bassi ad un concerto con un orchestra (ad Attigliano nell’ormai lontano 2008).
Le parole del Lacrimosa richiamano uno dei leit motiv, prima ancora che di Medjugorie, della spiritualità cristiana: la preghiera e il ricordo dei fedeli defunti.
Uno dei sei confidenti della Gospa (nome croato della Madonna),
Marija Pavlovic, pare abbia avuto la mansione di pregare per queste anime sofferenti spesso dimenticate da tutti
e che invece potrebbero arrivare prima, con le nostre preghiere, l
e indulgenze lucrate e le opere di carità verso la meta delle parole clou del Lacrimosa di Mozart: il Suo Riposo.
Un cristianesimo moderno forse troppo orientato alle problematiche sociali,
che pure devono avere il loro giusto peso, dimentica che ci sono dei fratelli che hanno bisogno di noi e che non sono più di questo mondo.
San JoseMarià Escrivà, diceva «Le benedette anime del purgatorio sono le “mie buone amiche”»
e individuava anche delle ragioni egoistiche per pregare e offrire sacrifici per loro.
Loro infatti non possono pregare per sé stesse ma per gli altri sì,
non pregheranno per coloro che pregano per loro?
E ciò non avverrà maggiormente quando finalmente entreranno nel Riposo di Dio?
A Medjugorie forse non c’è nulla di nuovo, c’è solo l’applicazione di una spiritualità che tutta la chiesa possiede
ma che i cristiani spesso dimenticano e ritrovano qui,
dove magari sono venuti per curiosità o nella speranza di vedere qualche segno strano o miracolo particolare.
La ‘lacrimazione miracolosa dalla statua di Cristo’
La statua di Cristo risorto, che è quasi impossibile cercare di fotografare da sola,
c’è sempre qualche persona che la bacia o che vi struscia sopra un fazzoletto o un immagine,
posto tra il piazzale dietro la chiesa e il cimitero, ricorda il Segno per eccellenza, il Cristo Risorto che è apparso a Cefa.
Tutto il da farsi della Madre di Dio per questa parrocchia è finalizzato a questo annuncio di resurrezione,
che implica la nostra adozione a figli di Dio.
Il Cuore della Madre bussa spesso al cuore di Gesù Cristo e al cuore di Dio Padre,
per chiedere che nessuno dei suoi figli manchi alla Sua Adozione, questa adozione è la salvezza per l’uomo!
La Madonna vuole la Salvezza Universale … dei buoni, non la salvezza universale per tutti
che qualche teologo predica forse con superficialità facendo di Dio un padre eccessivamente misericordioso
ma ingiusto e non rispettoso della libera volontà dell’uomo.
Senza seguire i comandamenti di Dio non ci può essere salvezza.
Se così non fosse perché ad alcuni suoi confidenti ( ricordate Fatima?)
fa vedere le realtà che seguono questa breve nostra vita materiale?
Paradiso, purgatorio e inferno che ci possiamo augurare vuoto di anime,
come diceva un noto teologo e cardinale, ma che vuoto pare proprio non sia.
Claudio Pace Terni 1 Novembre 2013 Blogger su Lacrimosa
Lacrimosa
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