Mostar una tappa consigliata per chi viene a Medjugorje
Mostar è una storica città della Bosnia che dista una trentina di chilometri da Medjugorje e che si raggiunge facilmente in macchina in circa mezz’ora essendo collegata con una strada statale, comoda ma assai tortuosa nel suo percorso.
Mostar ha un legame, purtroppo forte con Medjugorie, in quanto, per i fatti che avvennero nel 1993 a Mostar e nella Bosnia, il mondo intero comprese che quel manifestarsi della Madre di Dio come Regina della Pace, a sei ragazzi, che chiamerei più confidenti che veggenti, chiedendo agli uomini di buona volontà, conversione, preghiere e penitenza per la pace, aveva delle motivazioni molto forti.
Bisogna dire che l’amministrazione di Mostar ha lavorato davvero bene per ricostruire la città che fu uno dei luoghi al centro degli scontri etnici che avvennero in quel epoca. Lo straniero che viene e che si dirige verso il centro storico, per ammirare il famoso ponte di Mostar e i vicoli della città vecchia, vede solo qualche traccia di quei momenti molto brutti e tristi, qualche casa dilaniata dalle bombe, qualche muro ancora crivellato dai colpi di arma da fuoco dei cecchini …
Su una pietra proprio sul ponte, collocata in bella vista, in uno dei negozi che vendono souvenir ai turisti una scritta ‘Do Not forget 93’, non dimenticare il novantatre, uno di quei terribili anni novanta in cui il dissolversi della Jugoslavia di Tito portò la guerra civile nella regione balcanica, con i risultati e le conseguenze che ormai tutti stiamo dimenticando ma che dovremmo ogni tanto ricordare.
E’ giusto ricordare ma è giusto guardare avanti e ricominciare daccapo, ci vuole un equilibro tra le due cose ma l’invito che fa il negoziante di souvenir del ponte è perentorio, va accolto, oserei dire è ispirato da Dio, che ha voluto proprio in mezzo ai Balcani un santuario dove persone di tutto il mondo vengono a pregare per la pace la Regina della Pace, il cui messaggio i fatti di Siria e di altre parti del mondo rendono sempre attuale. Quali che siano questi famosi dieci segreti di Medjugorie, il cui peso portano i confidenti di Maria, la preghiera ha un senso e forte: i disegni di Dio non sono irrevocabili. Se cosi non fosse non avrebbe insegnato ai suoi figli a chiamarlo Padre. Ora se Dio è Padre come lo è veramente, non è disposto a cambiare i suoi piani quando Glielo chiedono i suoi figli e la stessa Madre di Dio? Questo credo sia il senso forte del pellegrinaggio, della preghiera e del digiuno, in cui si chiedono certamente grazie per le proprie intenzioni personali, ma che non possono e non devono limitarsi a queste altrimenti ci si cederebbe alla sottile tentazione dell’egoismo spirituale per cui si chiede solo per sè e non si pensa agli altri e si finisce per fare dio il proprio io, commettendo il peggior peccato di idolatria possibile.
Claudio Pace Medjugorje 30 Ottobre 2013 Blogger
Qui il link di un articolo di repubblica, giustamente critico di una certa concezione religiosa, che racconta una tragica storia, che non ho mai dimenticato, avvenuta su un altro ponte di una città bosniaca.
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