Nuove Energie dal finanziamento della ricerca italiana
Nuove Energie
Senza l’energia, nulla di economico si muove, e la ricerca scientifica di nuove forme di energia, conveniente e pulita,
dovrebbe essere la prima preoccupazione dei governi, parlamenti nazionali ed europeo,
delle commissioni e dei centri decisionali dell’Europa, dei suoi organismi comunitari come dei singoli stati
tanto più dell’Italia che annovera l’elevato costo dell’energia tra la cause che frenano lo sviluppo economico
e che mettono in grave difficoltà soprattutto la grande industria italiana rispetto già ai competitor europei
che per diverse scelte di politica energetica pagano un minor costo della bolletta elettrica.
Venti di Protezionismo
In un periodo di così grande instabilità politica, di nuovi scenari che si delineano ad Est come ad Ovest,
in cui ritornano di moda parole come ‘dazio’ e ‘protezionismo’
dove al libero mercato prima di ogni cosa si pone l’interesse nazionale,
la ricerca di nuove forme di energia, più pulita e più economica, dovrebbe essere una priorità assoluta,
un inevitabile avventurarsi verso un traguardo a cui cercare di arrivare per primi.
In Italia sono attivi diversi ricercatori che lavorando singolarmente o in gruppo,
mirano a rendere disponibile grandi quantitativi di energia in piena compatibilità col rispetto dell’ambiente,
basandosi sullo studio delle nuove trasformazioni della materia e che hanno, negli ultimi venticinque anni,
portato un contributo sperimentale al settore della ricerca,
all’interno di istituzioni pubbliche (Enea, INFN, CNR, Università) e in quelle private.
Sostegno alla ricerca di nuove forme di energia
I risultati sperimentali ottenuti, se adeguatamente sostenuti dal pubblico e dai privati,
potrebbero consentire di passare dallo stato di ricerca di base alla fase realizzativa,
sfruttando le competenze scientifiche degli attori di questa pacifica rivoluzione,
determinata ad aprire una via italiana alle nuove energie.
Tutto ciò per ottenere una futura energia da utilizzare seguendo le indicazioni provenienti dal magistero di Papa Francesco
che con l’enciclica Laudato Si’ ed altri documenti, richiama sempre la massima attenzione
all’equilibrio necessario tra lo sfruttamento delle risorse energetiche,
la loro equa distribuzione e la salvaguardia del creato anche per le generazioni che verranno.
Appello per le nuove energie
Politici, scienziati, finanza, imprenditoria, informazione e opinione pubblica sono invitati a seguire questo cammino
proponendo o appoggiando l’adozione di progetti concreti di ricerca con il reperimento delle risorse finanziarie e strutturali
per dare all’umanità intera una fonte energetica pulita di marchio italiano
frutto della ricerca “DST” (Deformazioni Spazio Temporali) che si rifà alla fisica relativista di Einstein
e quella sulle anomalie LENR (acronimo delle parole inglesi Low Energy Nuclear Reactions)
che si rifà alla interazione dell’idrogeno assorbito in metalli di transizione.
Da Don Carlo Borghi
Queste ricerche hanno avuto come precursore un fisico nucleare italiano, il sacerdote Don Carlo Borghi,
che con i suoi studi per la realizzazione di un nuovo tipo di reattore nucleare, in Brasile a Recife negli anni ‘60,
fu senza nemmeno saperlo, anticipatore di quegli studi che alla fine degli anni 80 presero il nome di Fusione Fredda
e che adesso battono diverse strade quali:
- l’osservazione di delta di energia termica analizzati studiando i comportamenti anomali della costantana
(lega di rame e nickel) in ambiente di idrogeno a qualche centinaio di gradi; - il comportamento di polveri metalliche sottoposte a particolari sollecitazioni impulsive,
anche in questo caso in ambiente di idrogeno, ed altro ancora.
Un particolare di un nuovo reattore in realizzazione nei laboratori dell’Ifnf di Frascati
DST
In particolare, partendo da fenomeni noti come la cavitazione,
osservata casualmente nelle eliche dei motori delle navi per la corrosione che si sviluppava in esse,
quindi muovendosi in un contesto teorico relativistico più che quantistico,
adottando il modello einsteiniano dello spazio tempo deformato (DST in inglese),
un gruppo di ricercatori italiani ha fatto proprio gli studi dei fenomeni associati e iniziato,
sviluppando anche dei brevetti per il CNR, il complesso studio degli effetti di ultrasuoni su sostanze inerti come il ferro,
il mercurio o radioattive come il Torio, prospettando la possibilità di sfruttamento delle reazioni nucleari ultrasoniche
non solo per la produzione di energia pulita ed economica ma per altre potenzialità quali:
- la produzione di terre rare;
- l’ottimizzazione nell’utilizzo delle materie prime nella produzione di leghe metalliche;
- la disattivazione di materiale radioattivo.
Piezoelettrico e previsione eventi tellurici
Altre applicazioni di questi studi, specie quelli legati ai fenomeni piezoelettrici nei materiali costituenti la crosta terrestre,
approfonditi con successo da anni nel politecnico di Torino,
potrebbero dare elementi utili alla previsioni sul verificarsi di un evento tellurico
in una determinata zona, giorni prima del verificarsi dell’evento stesso,
misurando l’emissione di neutroni provenienti dai materiali sottoposti a stress compressivi nelle faglie
prima del collasso che da luogo a una scossa sismica.
Questa insieme ad altre indicazioni provenienti da studi statistici, dallo studio di altri precursori sismici,
come le anomalie dell’emissione del radon dal sottosuolo e da altre teorie (ad es. le teorie lunari e gravitazionali) ,
potrebbero in tempi brevi rendere possibile la previsione di un forte sisma con una precisione utile
anche ai fini dell’utilizzo delle singoli protezioni civili locali per la tutela della vita umana.
Claudio Pace Terni 2/12/2018 sulla ricerca italiana per sviluppare nuove energie