Rocco Rindone un salesiano di Ballarò con lo stile di papa Francesco
Con gli auguri di Natale, ho ricevuto qualche giorno fa una interessante biografia di Don Rocco Rindone, un salesiano siciliano nato a Pietraperzia il 10 11 1939 e morto a Messina il 30 3 1988.
L’ho voluta pubblicare proprio oggi , giorno di fine anno, perché Don Rocco Rindone per me rappresenta uno dei periodi più belli della mia vita, la mia adolescenza, che ho potuto trascorrere con lui e con un gruppo nutrito di ragazzi e di ragazze, e non con un pizzico di nostalgia pensando a lui mi tornano alla mente tanti ricordi.
Tra questi il primo incontro che ebbi con lui, nel vecchio oratorio, proprio a due passi dal famoso mercato di Ballarò, dove mi accolse con quel sorriso compiaciuto e ironico allo stesso tempo, e con quel suo accarezzarsi la barba, tormentone tipico del suo modo di fare …
Chissà cosa avrà pensato di quel ragazzotto sbarbatello che veniva dalla Palermo bene, che frequentava il liceo di villa Ranchibile e che da quelle parti era proprio come un pesce fuor d’acqua.
Santa Chiara
Sono un tipo caparbio e lo ero già allora, e ci misi un mese circa per ambientarmi nella vita dell’oratorio di Santa Chiara, dove diventai un animatore sia delle colonie estive, in cui ci si fermava persino a dormire, che dell’oratorio invernale.
Quando ti avvicinavi a lui, magari per avere qualche suggerimento o un incoraggiamento, ti freddava, con qualche battuta sardonica, da lasciarti stecchito.
Ricordo una sua lezione morale fatta di pochissime parole dopo le tante mie di adolescente,
in cui cercavo di spiegargli quelli che ritenevo fossero i miei problemi, mi seccò con un frase:
” C’è troppo “IO” nei tuoi discorsi’.
Aveva perfettamente ragione.
L’unico complimento che mi fece, per me preziosissimo, fu un complimento alla mia fedeltà e costanza, ed in effetti lo ero, avevo abbandonato il mio campetto e gli amici di VV2 per trascorrere la mia vita, dopo la scuola e lo studio, a Santa Chiara.
Che dire ancora?
Poveri
La sua presenza nelle manifestazioni che la gente faceva per ottenere una casa popolare,
dal suo non imitare i sacerdoti che tentati da movimenti allora molto di moda, ‘Cristiani per il socialismo’,
finivano per sostituire Cristo con il sociale, abbandonando di fatto il Cristo povero da servire per inseguire ideali politici che si rivelarono fatui ed effimeri.
Rocco Rindone questa tentazione la ebbe, ma la respinse, maturando piano piano, un suo cammino spirituale,
in cui la Bibbia e la Catechesi prendevano il primo posto insieme all’assistenza dei ragazzi all’oratorio
e di tutta la gente che veniva da lui di giorno e di notte.
Anzi di notte, era lui che andava per le strade, vicino la stazione centrale,
a cercare la gente abbandonata, anche solo per parlare e offrire non tanto assistenza,
ma sé stesso, il suo calore di persona che tirava fuori vincendo la sua naturale timidezza.
La Palermo civile gli ha dedicato una via di un quartiere popolare, chissà se i Salesiani e la Chiesa di Palermo dedicheranno a lui un po’ di tempo e risorse perché la sua santità sia riconosciuta come quella di un più famoso sacerdote, Don Pino Puglisi, con il quale certamente condivideva lo stesso zelo apostolico e con il quale fu un esempio chiaro di un annuncio del Vangelo limpido e privo di qualsiasi compromesso con la mondanità.
Claudio Pace Blogger Terni 31 12 2013
Io pure sono cresciuto nell’oratorio di santa chiara con padre Rocco negli anni dal 70 al 77….e posso dire che sono stati gli anni più belli della mia infanzia-gioventù ..ricordo le colonie e le gite che facevamo presso lo stabilimento lido olivella di santa Flavia. ..e i giochi della gioventù che si svolgevano presso la chiesa….era un grande….con poco riusciva a trattenere noi bambini di Ballarò. ..poi nel 77 mi trasferì a Villabate ed ho perso i contatti sia con lui che con la chiesa….ma i ricordi sono rimasti nella mia mente ….quelli non si sono persi…..mi piacerebbe incontrare qualcuno dei ragazzi…ma nn ricordo i nomi….di uno solo mi ricordo…..certo Riccobono…e lo ricordo perché mentre giocavamo a calcio…cadde e si ruppe una gamba….e con don rocco siamo andati in ospedale a trovarlo…..non so se qualcuno leggera mai questo messaggio …ma mi è venuto in mente don rocco perché o visto la via a lui dedicata….vicino via e de Blasi a Palermo …
Ciao Maurizio,
anch’io ricordo Riccobono, mi pare si chiamasse Vincenzo e che avesse una sorella che poi si è trasferita a Milano, se cerchi su Facebook c’è un gruppo dedicato a Don Rocco Rindone dove scrivendo magari puoi ritrovare gli amici di un tempo. Io, che vivo a Terni già dal 1982 e lavoro alle acciaierie di Terni ho ritrovato Enzo Catanzaro un insegnante, Vincenzo Cambria, che è un capo scout, ho saputo della morte di Salvo Oddo e Giuseppe Sanfilippo, che erano due colonne dell’oratorio, ho risentito una certa Pamela e adesso ho il piacere di risentire te. Grazie per avere battuto un colpo …
Ho conosciuto Don Rocco da piccolo e’ stato anche il mio insegnante di religione alle media all’Istituto PROTONOTARO, andavo con molto piacere al dopo Scuola a SANTA CHIARA. Si studiava ma sopratutto si giocava e si stava insieme ai compagni di scuola ed era un posto sicuro dove stare invece di stare a giocare in strada anche se in verità la strada era sicura visto che in zona ci conoscevamo tutti.
Don ROCCO è stato una figura carismatica che con la sua parola e con i suoi schiaffi ci ha sempre messo in riga e anche per questo lo ringrazio. da piccolo abitavo al SS Salvatore quartiere della scuola e dell’oratorio di SANTA CHIARA, qualche anno fa scoprii con dolore ma allo stesso tempo ho avuto un po di gioia nel scoprire che Don ROCCO era andato via per la sua ultima missione di missionario, ma allo stesso tempo mi era vicino con una strada che porta il suo nome proprio vicino casa dei miei genitori (traversa di via Evangelista Di Blasi) un caso ….. forse oppure che ancora dopo tanti anni e vicino ai suoi ragazzi, ci ha dato molto sia come prete e come persona dandoci un senso di vita della nostra esistenza. Avrei e ci sarebbero tante cosa da dire di questo uomo che in strada e per strada aveva sempre una parola di conforto e parole dure e severe per sgridarci quando ce lo meritavamo. Grazie Don ROCCO di aver incrociato la mia vita e avermi dato qualcosa che terro’ sempre dentro di me, oltre al tuo Caro Ricordo. Ciao Don Rocco!!!!!!!!!!!!
Giacomo
Ciao ragazzi, anch’io ho frequentato, negli anni 70 l’oratorio di Santa Chiara, sono del 1962, e muovevo i primi passi nel mondo del calcio nel campetto centrale ed in quello dietro la chiesa dove c’era la falegnameria e gli alberi in mezzo. Nel pomeriggio dopo i compiti passavo interi pomeriggi all’oratorio dove ho conosciuto tanta gente. Ho conosciuto ed apprezzato tantissimo Don Rocco Rindone e poi Padre Montagnini… Ho ricordi sicuramente positivi che mi sono serviti anche nel prosieguo della mia vita. L’arma dei Carabinieri mi ha portato a prestare servizio da Vicenza a Roma da Napoli a Reggio Calabria ma tutte le volte che ritornavo a Palermo passavo da Santa Chiara ed il magone era inevitabile. Un saluto fraterno. Gaspare Campanella
Ricordo, quel campetto. Ricordo che avevo l’abitudine quando facevo l’arbitro di fischiare fallo non appena qualcuno alzava la voce costringendo i ragazzi a giocare quasi in silenzio, ragazzi che si divertivano molto per questo, si sentivano professionisti del calcio. Nel bel mezzo di una di queste partite venne proprio Don Rocco, stupito di vedere tanti ragazzi giocare senza fare ‘vucciria’. Capì che era mio merito e mi fece i complimenti, cosa piuttosto rara per il suo modo di fare, complimenti che mi fecero davvero piacere.
Io ho avuto la fortuna di conoscerlo nel 69 -70 al cibali di Catania nel collegio dei Salesiani.
Oggi ho 62 anni ma la sua persona mi è rimasta scolpita nel cuore e nell’anima.
Grazie Rocco vorrei parlarti ancora, ma preferei solo ascoltarti. E’ stato un papà un fratello
che ha riempito la mia solutidine con quella leggerezza che io non ho più ritrovato nella mia vita.
Rocco ti sento ancoracon me. grazie
Io ho conosciuto Don Rocco Rindone negli ultimi anni della sua vita quando era direttore del collegio salesiano di San Gregorio (CT). Lasciò l’incarico perché già stava male e pochissimo tempo dopo morì a Messina. Ho sempre avuto un bel ricordo di lui, della sua saggezza e gentilezza.
Io ho avuto la fortuna di frequentarlo per un periodo nel 1976/77, proprio a Santa Chiara, assieme al mio compagno e poi marito di allora! Fu lui a confessarmi, il giorno prima del matrimonio, che però si svolse nella chiesa Maria Santissima Mediatrice di Villa Tasca e che fu celebrato dall’altro suo simpaticissimo collaboratore don Enrico, di cui non ho perso le tracce, anche perché non ne ricordo il cognome. Ricordo che entrambi furono trasferiti in chiese e paesi diversi e che Enrico, probabilmente, fosse andato a Ribera. Trasferiti ( forse) perché avevano denunciato qualcosa di illegale sugli acquedotti di Palermo! (?) Ma non ne sono certa. Io abito a Milano dal 1982/83 e solo ora sto apprendendo che Rocco non c’è più, qualcuno, però, ha o ha avuto più notizie di Enrico?
Ciao l’altro Salesiano si chiamava Don Enrico Russo https://www.trapaniok.it/25367/Cronaca-trapani/alcamo—l-appello-dei-salesiani del quale conservo un bellissimo ricordo. Sono stati Rocco ed Enrico due luci per il cammino di tanti adolescenti come noi, adesso con le loro luci brillano dal cielo e sicuramente ci ricordano nelle loro preghiere. Non credo che il loro trasferimento da Santa Chiara fosse legato a questioni di denunce o simili, erano religiosi e spesso le esigenze della congregazione è tale che i religiosi vengano chiamati da un luogo all’altro con grande sofferenza di chi lasciano quando fanno tanto bene come i nostri due ‘santi’ salesiani. Ciao e grazie di aver scritto