Siria Sperando contro ogni speranza con Gian Micalessin
Siria
Sperando contro ogni speranza, è un motto di origine biblica (Rm 4,18), che papa Benedetto volle citare nel suo discorso di apertura dell‘anno della fede.
Il motto, purtroppo è applicabile, a tante situazioni di emergenza, di pericolo, di guerre come quella che la Siria, al centro dei discorsi della conferenza di Sabato, sta vivendo come un incubo che non sembra finire mai.
Tutto questo male per una serie di situazioni politiche e ideologiche che hanno portato una delle nazioni più sicure al mondo, la Siria, ad essere al centro di un conflitto armato che inizialmente è stato presentato, come denuncia Gian Micalessin, inviato di guerra del ‘il giornale’, come una operazione di democratizzazione di un’area, la Siria … nonostante che in Tunisia, Libia ed Egitto questo processo di democratizzazione era fallito.
All’inizio fu un attacco chimico, un pretesto?
[youtube]http://youtu.be/EGSz8O6qq-Y?list=UUXuJMwimHKo8qB5I1Gg2Ixg[/youtube]
Di seguito solo una parte del filmato che Micalessin ci ha mostrato in sala, dove abbiamo visto montato insieme il video dei fondamentalisti che assaltano la città facendo esplodere un camion pieno di esplosivo che fa strage delle milizie siriane a guardia della città, al grido di Allah Akbar.
Il villaggio di Maalula adesso è quasi disabitato, l’ antichissima chiesa di San Sergio e il monastero di Santa Tecla a pezzi, le radici cristiane dell’Europa, bruciate, …
Clicca QUI per visualizzare il video su Maalula.
Micalessin ha spiegato poi le motivazioni che lo hanno spinto ad andare in Siria, il suo scetticismo sul manicheismo dell’ informazione occidentale sulla Siria.
Gian Micalessin ha parlato anche di aspetti meno politici ma non per questo meno secondari, come la pulizia e il decoro dei quartieri cristiani nonostante il clima di guerra, con le persone che si salutano,uscendo da casa, senza sapere se è l’ultima volta che si vedranno, per via dei rapimenti e dei colpi di mortaio che a Damasco arrivano sulla popolazione civile dai quartieri occupati dai ribelli.
Nel corso della conferenza sono stati mostrati diversi filmati (alcuni visibili QUI) approfondendo anche il delicato tema del passaggio dei terroristi da una parte all’altra del Mar Mediterraneo, del petrolio raffinato e venduto dall’Isis, del ruolo delle altre potenze arabe sul conflitto siriano e di tante esperienze fatte vedendo con i propri occhi quello che succedeva senza fidarsi del racconto degli altri, pur nel continuo rischio di essere rapito e/o ucciso.
Impressionante il video con i rapimenti in cui si vedono le richieste di riscatto fatte mediante filmati dei figli torturati mandati ai genitori.
Con un’ intervista al vescovo di Aleppo il moderatore il dott. Giuseppe Schillaci ha introdotto l’intervento di Andrea Avveduto, dell’associazione Pro Terra Santa che ha spiegato la difficile situazione dell’ospedale di Aleppo per supportare il quale si stanno raccogliendo fondi.
Insomma non solo parole, pur importanti che siano,
Che il problema del terrorismo islamico sia sentito, che le gente voglia avere notizie dai testimoni che vivono in prima linea questo dramma, come il docente ‘damasceno’ Ayman Haddad che ha aperto e concluso l’incontro, lo testimonia la partecipazione di tante persone, più di duecento, ospitate nelle due sale del museo diocesano, con in prima fila le autorità tra le quali i sindaci di Todi e Terni, il presidente della regione e il Vescovo di Terni, che come è noto è francescano, ‘padrone di casa’ e che ha seguito con interesse tutto l’incontro.
Claudio Pace Terni 1 Marzo 2015 su Siria
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