Terni Piombino Mal Comune Nessun Gaudio!
Terni Piombino (La foto panoramica di Terni è tratta da un archivio privato)
E’ arrivato il piano industriale per Terni, nel quale sostanzialmente si conferma quello che è il numero degli esuberi del comparto AST che si vociferava: per i prossimi due anni, cinquecentocinquanta.
Un numero che non comprende l’indotto, costituito dalle cosiddette ditte esterne che lavorano conto AST, e che certamente risentiranno anche dell’Insourcing, la tendenza a non dar fuori quello che può essere fatto dentro e della progressiva trasformazione dell’impresa in una specie di nuova Terninoss, cool oriented, tanto per usare quei termini alla moda così utili a mascherare la realtà (e.g. ‘spending review’ per ‘taglio della spesa’) essendo partito una specie di conto alla rovescia dei forni da spegnere due, uno, zero … che fa venire i brividi considerando la proporzione tra un forno e i posti di lavoro ad esso collegati …
Ma cosa è successo? Cosa sta succedendo? Nessuno sapeva nulla?
Serve a qualcosa dire che è a rischio la pace sociale o invocare l’aiuto del governo Renzi come stanno facendo invano anche i Piombinesi? …
Qualcuno mi ha fatto osservare su FB che è inutile ricordare i fatti passati, come quelli della svendita delle acciaierie ai tedeschi negli anni novanta o la chiusura del Magnetico …
Concordo solo parzialmente con l’osservazione, perché è inutile recriminare sul passato ma il passato e la storia hanno tante cose da insegnare.
Per esempio non bisogna dimenticare le dichiarazioni di vittoria di alcuni politici locali e non che dopo una ventina di giorni di sciopero per salvare il magnetico, cantavano vittoria nonostante l’ aver accettato il diktat della chiusura, inventandosi poi un patto per il territorio i cui benefici sono sotto l’occhio di tutti …
Ma riflettiamo pure sui fatti recenti, del passato prossimo, a partire dallo scempio compiuto dalla commissione antitrust al momento della bocciatura del piano Terni Tornio, alla falsa vendita all’Aperam, data per certa da fonti certe a cui anche parte della stampa locale ha creduto.
Ma il fatto più importante su cui riflettere è politico e il citato articolo del fatto quotidiano lo mette in evidenza, pur senza affondare il coltello, quando l’operaio intervistato di Piombino dichiara :
Nel 2008, quando ero candidato al Senato, venne a pranzare da me l’allora segretario Veltroni. Oggi sono però in contratto di solidarietà e non potrei nuovamente offrire il cinghiale. Il premier si dovrebbe perciò accontentare di una semplice spaghettata”. Potrebbe essere possibile tra agosto e settembre quando il capo del governo ha programmato un viaggio nelle aree di crisi.
C’ è uno scollamento tra Renzi e la classe operaia?
Tra Renzi e il sottobosco del partito democratico umbro o Piombinese?
Il suo governo continua a parlare di riforme e privatizzazioni, come i precedenti, e non di rivedere la legge Fornero che ha messo e mette in durissima difficoltà i lavoratori in esubero, che magari prima di Elsa potevano sperare di arrivarci alla pensione e che adesso invece soffrono e corrono il rischio di diventare nemmeno esodati ma solo licenziati. E a certe età e con questa crisi ma chi ti prende? Senza considerare che a breve la cassa integrazione durerà la metà, un anno e mezzo e non più tre anni!
La parola Amianto è un tabù, l’ultimo politico locale che ne ha parlato è stato Alfredo De Sio, non è che risolvi nulla ma almeno tra i potenziali esuberi potrebbe dare qualche speranza di non trovarsi in mezzo alla strada e non è poco, ma allora che fare?
Davvero qualcuno crede ancora che con gli scioperi si possa cambiare questo piano industriale cosi amaro e crudo che di più non si può se non con un annuncio di chiusura immediata?
Il problema è anche politico e il posto giusto per essere discusso non è il Mise, ma Palazzo Chigi e al parlamento dove pare siano preoccupati di più del senato elettivo o del doppio turno per le elezioni o della legge Scalfarotto che non dei posti di lavoro che si perdono e delle aziende sempre meno italiane e quindi sempre pronte ad usarti quando gli servi e darti il ben servito quando non sei più profittevole, i colleghi della SGL Carbon ne sanno qualcosa.
Forse è il momento di chiedere al sindaco di Terni Di Girolamo, alla governatrice umbra Marini e al (quasi Narnese) Massimo D’Alema, di fatto tre esponenti della cosiddetta minoranza del PD, un’azione politica davvero forte verso il governo bicolore, praticamente monocolore PD, chiedendo un deciso cambiamento di rotta e un interesse forte e concreto per Terni, Taranto e Piombino e la siderurgia Italiana.
Non un chiedere così ma una voce grossa per far capire che agli Italiani interessa il lavoro prima ancora dei dettagli tecnici delle riforme, che vogliono fatti concreti non paroline inglesi come la ‘Jobs act‘ che sembrano come diceva un certo Locke, flatus vocis, uno spreco di fiato come diremmo in termini più moderni e volgari.
Ma cosa chiedere?
La prima cosa da chiedere è la nomina di un commissario europeo per la siderurgia italiana, che difenda quanto è rimasto e lo rilanci in un ottica di partecipazione europea. Forse non è più possibile chiedere una nuova Iri o una nuova Finsider, occore un coinvolgimento dell’Europa che deve farsi perdonare casi come quello di Terni, i danni dello stop del piano Terni Tornio non sono stati solo per Terni, ma anche per i finlandesi che hanno messo e rimesso il loro denaro pubblico in un affare che per loro si è rivelato poco profittevole.
Bisognerebbe andare avanti verso una IERI, Istituto Europeo per la Ricostruzione Industriale controllato dalla commissione europea e finanziato per esempio con i soldi europei assegnati all’Italia e non spesi. In un contesto europeo che comprenda che la deindustrializzazione Italiana sarà a svantaggio di tutta l’Europa e a favore degli emergenti: Terni ha ancora tutte le potenzialità per crescere, per avere un piano industriale che non sia solo una conta di esuberi e di forni da spegnere!
Il problema è politico, il partito di maggioranza relativa, il partito democratico se ancora c’è batta un colpo, ma molto forte.
Le organizzazioni sindacali non chiedano ai lavoratori di fare degli scioperi che con ogni probabilità non sortiranno nessun effetto né sulla proprietà né sul governo, facciano un discorso serio e politico magari insieme con i loro compagni di Piombino o di Taranto o di qualsiasi altra area in crisi ivi compresi i giornalisti dell’Unità che pare abbiano trovato l’unico difensore in Cirino Pomicino, che a La7 dichiarava giusto che continuassero il loro lavoro finanziati dal movimento politico della loro stessa area culturale e non venissero cannibalizzati da altri.
La Crisi sta facendo comprendere agli italiani quante menzogne sono state dette e continuano a dirsi sulla prima repubblica quando l’Italia aveva la sovranità monetaria e faceva politiche industriali serie e il debito pubblico era sotto controllo adesso siamo arrivati alla terza repubblica quella degli streaming e degli slogan che i problemi non solo non li risolvono ma li aggravano esasperando la gente con il lavoro che continua e continuerà a mancare: Arridatece i partiti!
E se questo non è possibile, fate funzionare l’Europa con Terni fino ad adesso ha funzionato malissimo, ci si impegni invece per rilanciarla, non è giusto che siano le famiglie umbre a pagare lo scotto della loro inefficienza e miopia, non vogliamo soldi per fare inutili progetti vogliamo capitale per rilanciare l’acciaio, per promuovere nuove verticalizzazioni di prodotti legati all’acciaio, per favorire progetti di ricerca e di sviluppo con veri campus universitari dedicati allo studio dei metalli, per riprendere le nostre produzioni di nicchia come il titanio e il magnetico.
Insomma vogliamo lavoro vero continuando la nostra cultura del lavoro siderurgica se la politica non si muove in questa direzione a cosa serve?
Terni 18 Luglio 2014 Claudio Pace Blogger su Terni Piombino
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