Nerone gli ultimi giorni della sua vita nella serenità degli affetti domestici e il problema dell’Eschaton degli animali
Nerone
Era il Dicembre del 2004, mia moglie era particolarmente triste perché un gattino che aveva cominciato a prendere confidenza con lei,
presentandosi tutte le mattine alle porte di casa, era improvvisamente scomparso.
Se la causa fu un incidente stradale o se fu adottato da qualcuno non lo sapremo mai,
fatto sta che per consolare mia moglie mi venne l’idea di fare un salto al canile comunale di Colleluna
per vedere se era possibile trovare un cane da adottare.
Chiamatelo Nerone
Ce ne portarono diversi, ma Nerone, il più piccolo dei cuccioli,
quando vide mia moglie si gettò in braccio a lei,
fu un colpo di fulmine, e sbrigate le formalità mediche e burocratiche divenne il sesto membro di casa Pace.
Il nome glielo mise una signora che era presente nel canile, alla quale chiedemmo un suggerimento
per rispondere alla domanda del veterinario che doveva compilare una scheda anagrafica.
‘Nerone, è tutto nero, con che altro nome vorreste chiamarlo’ ci disse la signora sorpresa, e Nerone fu il suo nome,
quello di un imperatore famoso …
Certo già nel trasporto, si fece conoscere, vomitando addosso a mia moglie le crocchette che aveva appena mangiato,
ma non fu un problema, piano, piano Nerone divenne re non di Roma ma della nostra casa.
Era talmente bello da cucciolo che quando andavamo in giro per la città,
la gente si fermava a carezzarlo a chiederci se era di razza se ce ne fosse qualcuno come lui da adottare,
e la risposta a quest’ultima era affermativa,
nel canile c’era almeno la sorella che con lui fu abbandonata per strada ( lei investita e salvata per un pelo) insieme ad altri cuccioli.
Per la razza, niente da dire, è un meticcio, ma assomiglia tanto ai flat coated retriver
e come alcuni esemplari di questa razza è assai attirato dall’acqua.
Piano piano il cucciolo Nerone imparava a fare le ripide scale di casa nostra,
a fare i propri bisogni in giardino o comunque fuori casa,
a diventare un cane affettuoso, sempre pronto ad accoglierti al tuo rientro a casa,
ad abbaiare se sente litigare qualcuno, a farsi fare le coccole
e sdraiarsi accanto a questo e a quello per far capire che lui ci voleva bene tutti.
La mattina quella di Nerone era una liturgia, secondo gli orari di alzata di ciascuno si accucciava da uno o dall’altro,
senza mai mancare di chiedere il suo grissino che agguantava felice portandolo in luogo sicuro dove poterlo sgranocchiare in pace.
Nerone malato
Adesso che sta davvero male, e riesce a fare pochi passi camminando ritto,
Nerone si fa aiutare a fare le stesse cose di sempre.
Si fa portare in giardino dove fa i suoi bisogni e nell’angolo di casa dove di solito si accuccia
e se non lo fai tu prova lui da solo persino a salire e scendere le scale,
anche se non ce la fa quasi più a muoversi.
È questione di poco, ma Nerone ci lascerà, salvo miracoli che sempre possono accadere, e lascerà un vuoto.
Anche lui nel suo piccolo, un testimone dell’amore di Dio che ha fatto gli uomini perché servissero Dio,
specie nel prossimo, gli angeli, servi dei servi di Dio, ma anche gli animali perché servissero l’uomo.
Destino Finale degli animali
E se per gli animali la fede Cristiana non dice nulla sul loro ‘Eschaton’,
rimane la speranza delle parole di un salmo (35,7) che recita:
‘Uomini e Bestie tu salvi o Adonai’
Anche se probabilmente quel ‘salvi’ è da intendersi nel senso ‘fai vivere’, ‘fai sussistere vivi’.
Nei racconti della creazione di Genesi Dio vuole che a dare il nome alla bestie selvatiche sia l’uomo
e questo perché dare il nome alle bestie significa metterle a suo servizio, a servizio dell’uomo.
Nella nuova creazione, quando ci saranno cieli nuovi e terra nuova
la speranza è di riavere tra noi anche queste creature che abbiamo amato e
che ci hanno dato tanto affetto rendendoci la vita più felice e gioiosa.
Pare che il grande papa il beato Paolo VI confortasse con questi argomenti un bambino afflitto dalla perdita del suo cane.
I santi e i cani
E non dimentichiamo San Francesco che tolse la spina ad un Lupo, il più famoso dei canidi.
San Francesco che pur non essendo né vegetariano né tanto meno vegano,
aveva un amore smisurato per gli animali e un carisma particolare che gli consentiva di dialogare con loro.
E Grigio il cane randagio di Don Bosco che gli salvò la vita in diversi momenti di pericolo?
Appariva dal nulla solo quando Don Bosco era nei guai, ma gli comparve un ultima volta all’improvviso
per consolarlo in un grave momento di tristezza e angoscia del santo.
Sentendo la sue storie raccontatemi dai Salesiani fin da bambino, mi sono sempre chiesto se quel randagio,
Grigio, fosse stato veramente un cane o se fosse stato invece un angelo che si palesava da cane.
Il dubbio ce l’ho ancora oggi ma dopo aver fatto l’esperienza di Nerone,
pur riconoscendo che la differenza tra un angelo e un cane è davvero tanta,
trovo che essi hanno un punto in comune nella loro diversa mansione, quella di servire l’uomo.
Trattiamo dunque i cani con il massimo rispetto possibile, senza maltrattarli,
senza abbandonarli mai ma senza nemmeno idolatrarli.
Claudio Pace Terni 17 10 2017 Nerone
Due foto di Nerone nel Giardino di casa durante una nevicata abbondante dell’inverno 2012