La Solitudine della tastiera.
La solitudine della tastiera, quando si sta davanti al PC si sta da soli.
Oggi è il compleanno di Claudio, ci ricorda diligente FB, e meccanicamente si è portati a cliccare sul nome, scrivere “auguri” e magari qualche parola di circostanza e felicitazione.
Purtroppo Claudio è morto 2 anni e mezzo fa.
Purtroppo da quel che vedo molti non se ne sono accorti nemmeno adesso e continuano imperterriti a fargli gli auguri. Del resto anch’io me ne accorsi quasi per caso, infatti non vedendolo più comparire andai sulla sua bacheca trovando un messaggio di una persona che ne spiegava la morte tragica e improvvisa.
Trovo terribilmente angosciante questa cosa, è la misura di quanto alle volte possa essere fittizio, vuoto e inconsistente il rapporto che si crea con FB o, in generale con qualunque social network. Non è sempre così ovviamente, ma gran parte dei contatti non sono o non corrispondono realmente a figure umane, sono un qualcosa di virtuale cui non associamo nient’altro, al punto che se la persona scompare non ce ne accorgiamo nemmeno, continuiamo imperterriti ad augurare buon compleanno e simili.
E’ una spersonalizzazione che non può condurre a nulla di buono, l’ennesima riprova che il virtuale mai potrà sostituire il reale e che alla fine il mero contatto digitale non diminuisce la solitudine ma, a volte, la fa incrementare. Cè da riflettere su questo, c’è da riflettere sul valore di queste amicizie virtuali, sulla loro utilità.
(Nota dell’amministratore del Blog ClaudioPace.it Dopo aver letto questo articolo ho voluto introdurre una nuova categoria “Etica o Politica” in cui affrontare i temi etici o i temi politici, in senso di politica generale, o entrambi. Guardate cmq che fine fa il ‘registro delle firme’ in questo spezzone di un noto film di Totò … un po’ come gli auguri di Fb fatti a chi non si conosce veramente [youtube]http://youtu.be/Qm7frKvt9mI[/youtube] )
Il tuo Articolo Emilio, mi fa venire in mente Dante Alighieri, il quale prendeva le figure storiche o mitiche e ne costruiva i suoi personaggi, della sua storia, la divina commedia. Poco importa quanta storicità essi abbiano nell’intreccio dei suoi versi ognuno aveva un suo ruolo, una sua funzione, sia che si tratti di un demone o di uno spirito dannato dell’inferno che un santo beato del paradiso ciò che sono nel reale non sono esattamente quello che sono nella sua virtuale commedia. Facebook, i social media assomigliano a questa commedia, scritta però da ogni utente che si presenta all’universo degli altri come vuole esso stesso presentarsi. Certo non è la stessa arte e bellezza della Commedia Divina, e soprattutto non è la commedia della vita reale, ne quella che la fede teorizza essere la commedia assoluta in cui ogni punto dello spazio tempo, di cui un infinitesimo importante sono le azioni degli uomini, non va disperso ma si conserva per il giorno del giudizio, in cui gli uomini deificati saranno capaci di conoscere la verità tutta intera, di cui gli infiniti punti spazio-temporali sono un infinitesimo.
Claudio, è sorprendente e meravigliosamente ottimistica la tua visione della rete e dei contatti viruali. Io non la vedo così, non ci riesco, mi sembra di assistere ad una progressiva disumanizzazione che porterà sempre di più a confondere il reale con il virtuale e accettare o comunque non impressionarsi delle grandi o piccole tragedie che costellano la nostra vita. Mi impressiona questa assenza di coinvolgimento per cui un “amico virtuale” non è altro che una immagine la cui presenza o assenza non modifica il nostro stato d’animo