Frate Antonio Gentili cappuccino Appunti sulla sua ordinazione Sacerdotale
Frate Antonio Gentili Cappuccino ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale a Terni, il 14 Luglio, non un giorno particolare,
non una festa liturgica importante, come può essere la Pentecoste o una ricorrenza mariana,
ma un semplice 14 Luglio, un giorno come tanti.
Nel linguaggio liturgico cattolico si parla di tempo ordinario
ed essendo stato sabato la liturgia che si proclama in tutte le chiese cattoliche di rito romano è quella della
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B il cui Vangelo è assai appropriato per un rito di ordinazione sacerdotale,
come quella che è avvenuta ieri di frate Antonio Gentili,
liturgia in cui è stato conferito il diaconato a Massimiliano Collodi della famiglia religiosa dei ricostruttori della preghiera.
Liturgia semplice
E conformemente al tempo liturgico ordinario, la liturgia celebrata è stata ‘ordinaria’ nel senso positivo del termine,
con i canti polifonici, eseguiti dal coro della cattedrale, posto nelle prime fila dell’assemblea,
e con i gesti previsti dalla liturgia della ordinazione presbiteriale compiuti con molta attenzione e semplicità.
Sacerdozio ministeriale
Il sacerdozio ministeriale infatti è una missio speciale ma semplice, un servire Dio e i fratelli, in una vita ordinaria,
che mette al centro la celebrazione liturgica, la predicazione del Vangelo, ma anche l’esercizio del carisma di guarigione
come hanno fatto i due grandi esempi dell’ordine dei cappuccini Padre Leopoldo Mandic e Padre Pio
che hanno passato molte ore della loro vita dentro i confessionali guarendo e salvando molte anime.
Risonanze
Tre le cose ascoltate e viste che mi hanno colpito durante la celebrazione, alcune parole dell’Omelia del Vescovo
una citazione in particolare di una frase di Papa Francesco che all’assemblea della Cei del 16/5/2016
cita a sua volta il roveto che sarà uno dei temi del prossimo secondo convegno di Assisi nel Vento;
“Come Mosè il presbitero è uno che si è avvicinato al fuoco e ha lasciato che le fiamme bruciassero le sue ambizioni di carriere e potere e il roveto ardente ne marchia a fuoco l’esistenza e la conforma a quella di Gesù Cristo in tutto”.
Madonna di Pompei
Significativa è stata la visita del Vescovo e dei sacerdoti, prima della benedizione finale,
della cappella della Madonna di Pompei,
che si trova nella Cattedrale di Terni, e nella quale frate Antonio Gentili, di origini campane,
ha voluto leggere una preghiera nelle cui brevi parole echeggiava la ben nota
supplica alla Madonna di Pompei composta dal beato Bartolo Longo.
Una visita che ha valorizzato un luogo per la verità non molto utilizzato nella Chiesa Cattedrale,
una cappella molto semplice, che contiene oltre all’immagine della Madonna di Pompei posta al centro,
due dipinti moderni, forse di non grande valore artistico,
ma sicuramente di alto valore spirituale, raffiguranti le apparizioni di Lourdes e Fatima.
San Francesco di Assisi
Nel saluto finale il sacerdote novello, frate Antonio Gentili, ha voluto leggere un passo molto bello e poco conosciuto
tratto dalle Ammonizioni di San Francesco di Assisi:
[144] Ecco ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno
egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E
come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con gli
occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, credevano che egli
era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente
che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.
Io Sono Con voi fino alla consumazione del secolo
Passo citato che poi prosegue magnificamente, ricordando l’ultima promessa di Gesù che si legge nel vangelo di Matteo:
[145] E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli, come egli stesso dice: ” Ecco, io sono con voi
sino alla fine del mondo”
Questo passo è infatti la lectio di Francesco sull’Eucarestia e sull’umiltà,
di san Francesco che provò grande gioia ad essere definito ‘illetterato’ dal Vescovo di Terni del suo tempo!
Umiltà
Umiltà a cui invita esplicitamente Padre Pio nei suoi scritti:
Sii amante e praticante della semplicità e dell’umiltà, non curarti dei giudizi del mondo,
perché se questo mondo non avesse qualcosa da dire contro di te, non saresti veramente servo di Dio.
L’umiltà e la carità vanno di pari passo.
L’una glorifica mentre l’altra santifica.
L’umiltà e la purezza dei costumi sono ali che elevano fino a Dio e quasi divinizzano.
Perciò sii sempre e in tutto umile, serbando sempre gelosamente la purezza del tuo corpo e del tuo cuore. ASN 43
Il Segno della Pace
Mi rammarico di non aver catturato con la foto, il momento in cui i neo ordinati ritornavano all’altare
dopo lo scambio del segno della pace, ma essendoci i fotografi ‘ufficiali’
e volendomi ‘godere’ la celebrazione, di foto non ne ho scattate molte.
Il novello presbitero e il novello diacono, nel saluto degli amici dei parenti
seduti nelle prime file della Chiesa, per lo scambio della pace si sono un po’ dilungati…
Il Vescovo, pazientemente ha atteso che finissero, e i due resosi conto del ‘ritardo’ hanno affrettato il loro passo
per riposizionarsi all’altare, alla destra e alla sinistra del Vescovo.
Devo dire che mi è piaciuto molto l’atteggiamento del Vescovo, rispettoso della liturgia e dei richiami dei liturgisti
e che ha voluto comunque salutare i familiari del novello sacerdote al termine della Messa,
ma sinceramente non mi è dispiaciuto il calore e l’affetto degli ordinati verso coloro che hanno in qualche modo
‘abbandonato’ per servire Dio e il prossimo.
Questa è una delle dimensioni del sacerdozio ministeriale,
forse la più difficile da vivere, quella del celibato in uso nella chiesa cattolica
(anche se ci sono delle eccezioni per esempio in Ucraina e si parla di concedere il sacerdozio ad uomini sposati)
ma assolutamente conforme alla radicalità del Vangelo
che chiede agli Inviati, di lasciare davvero tutto per seguire Gesù.
Claudio Pace Terni 15 Luglio 2018 sull’ordinazione sacerdotale di Frate Antonio Gentili
Foto
Tra i celebranti Padre Marco Ronca parroco del Sacro Cuore di Terni, frate Benher Sanjao Patil,
Dottore in francescanesimo e frate Angelo Gatto, ordinato nel Sacro Convento,
che ha interrotto ‘provvisoriamente’ il suo cammino di Sant’Antonio
che tanta attenzione sta destando nelle popolazioni del sud di Italia.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Grazie Claudio. Sono Lucia.
Avevo organizzato tutto perché anch’io potessi essere presente ma… è lungo da raccontare. Queste poche foto ma principalmente il commento alla celebrazione mi hanno emozionata.
Grazie a te, Lucia.
Alle volte le cose non vanno come abbiamo programmato o progettato, ma coraggio facciamo meno progetti e facciamo in modo che vada avanti il progetto di Dio nella nostra vita.