Assetati di infinito
“Non sei felice che tra 20 giorni è Natale?”
è la domanda che mi ha posto una mia giovane amica
che ho incontrato in un ipermercato della mia città.
Lei infatti avendo un figlio ancora piccolo amplifica con lui
la gioia, che già ha di suo, nel sentire l’atmosfera del Natale.
Dalla recita scolastica a cui non sarebbe mancata per nulla al mondo,
all’emozioni che condivide con il piccolo… il presepe, l’albero di Natale,
i regali, le serate passate insieme con i parenti a giocare a Tombola,
il passeggiare con mamma e papà tra le vie della città tutte illuminate a festa…
Le sue Parole mi hanno fatto ricordare quelle ascoltate nell’omelia domenicale da un giovane frate francescano,
che ha parlato del vero spirito del Natale,
senza condannare quello che si vive in questi giorni,
certamente più orientato al consumismo che ad altro,
ma che deve portarci allo spirito vero del Natale,
quello dove semplicemente il mistero della Parola che tutto ha creato
si è fatta creatura dando un senso alla storia di ognuno di noi,
che ogni giorno prende sempre più consapevolezza dei suoi limiti
e trova in questo evento il modo di superarli.
Verso l’infinito e la trascendenza
L’invecchiamento del corpo, è uno di questi limiti,
un qualcosa che sentono più i vecchi che i giovani, e che io,
che mi sento giovane in spirito ma non nel corpo, proprio sento,
perché finito un piccolo acciacco, ne comincia un altro,
ed è un tutto correre da dottore a dottore, di medicina in medicina…
Nulla di grave per carità,
ma l’aver passato gli ‘anta’ si sente davvero ogni giorno di più,
nonostante che il trascorrere del tempo in realtà
è un andare verso una meta
come insegnava la grande Teresa D’Avila,
che viveva l’ultima ora appena trascorsa pensando:
‘un’ora in meno all’incontro con il mio Amato Gesù’.
Esame di Coscienza
La richiesta ‘Non sei felice che tra 20 gg è Natale’
mi è parsa uscire dal contesto in cui mi è stata rivoltai
e mi ha costretto ad un esame di coscienza.
Natale è il giorno in cui la persona che più amo fa il suo ‘compleanno’,
è questo dovrebbe essere già motivo di felicità,
ma la mia poca fede fa si che questo non basti.
La vita è un già ma non ancora,
e non è solo dal punto vista nostro di uomini e di stelle,
che viviamo un periodo finito di un infinito tempo,
per raggiungere la nostra trascendenza,
ma anche per Dio che ha voluto abbandonare la sua infinità
per vivere la finitezza come ognuno di noi e farci diventare
‘assetati di infinito’ come i magi cosi ben descritti da Papa Francesco
nella sua lettera apostolica Admirabile signum:
I Magi insegnano che si può partire da molto lontano per raggiungere Cristo. Sono uomini ricchi, stranieri sapienti, assetati di infinito, che partono per un lungo e pericoloso viaggio che li porta fino a Betlemme (cfr Mt 2,1-12). Davanti al Re Bambino li pervade una gioia grande. Non si lasciano scandalizzare dalla povertà dell’ambiente; non esitano a mettersi in ginocchio e ad adorarlo. Davanti a Lui comprendono che Dio, come regola con sovrana sapienza il corso degli astri, così guida il corso della storia, abbassando i potenti ed esaltando gli umili.
La prigione d’amore
Lo immagino dentro il tabernacolo in cui ha voluto farsi rinchiudere,
fremere, attendere il Suo ‘già e non ancora’, verso il suo ritorno,
i cui tempi non volle rivelare ai suoi discepoli
quando prima di essere sollevato nei cieli si sentì chiedere dai suoi discepoli
‘quando’ avrebbe ricostruito il regno
Un ‘quando’ che non poté svelare perché volle che questo ‘quando’
dipendesse anche dagli uomini, dalla loro fede,
perché quando verrà di nuovo non verrà per prendere di nuovo la corona di spine ma una corona vera
e non è nello stile di Dio imporre alcunché all’uomo
che essendo stato fatto a sua immagine deve essere libero
come Lui stesso Dio lo è.
Un quando che adesso gli chiedono gli angeli in cielo,
ansiosi di gioire molto di più di quando gioirono quella notte santa a
Betlemme, per la sua prima venuta,
e glielo chiedono più insistentemente quando vedono gli uomini fare
violenza sugli altri uomini, sulle altre creature, sul creato intero.
Claudio Pace Terni 6 Dicembre 2019 Assetati di Infinito
Le parole di queste canzoni di ‘musica leggera’ degli anni 60 hanno talvolta un inconsapevole significato ‘escatologico‘.