Acciaio statale la proposta di Maurizio Landini: sogno o realtà?
Acciaio statale
La dichiarazione di Maurizio Landini, resa tramite una intervista al quotidiano Repubblica, che chiede un ritorno all’acciaio statale di stato, un ritorno all’IRI, è una cosa che mi fa estremamente piacere perché, Maurizio Landini, il leader sindacale, ma direi anche politico, forse più a sinistra dell’attuale panorama politico italiano dice una cosa che molte persone, compreso il sottoscritto, dicono da tempo, certo che prima o poi, l’esigenza di tornare all’IRI, alla Finsider, ad una Nuova Finsider sarebbe diventata una esigenza molto sentita.
E lo è ancor più in tempi come questi, dove le decisioni prese dalla commissione antitrust europea e da una multinazionale straniera nel nostro territorio, rischiano non solo di far perdere molti posti di lavoro, specie di giovani, ma di non garantire al sito siderurgico ternano, ormai al centro delle questioni politiche nazionali, un futuro meno incerto …
Lasciamo per un momento da parte un analisi approfondita del perché e del per come si arrivò negli anni 90 alle privatizzazioni, un discorso molto importante perché la sinistra ha la maggiore responsabilità, per ammisssione pubblica di un suo leader storico, di quello che solo oggi forse capisce essere stato un misfatto, il tabù di parlare e chiedere di tornare ad una partecipazione pubblica nelle aziende siderurgiche non è più un tabù!
E’ un po’ come è successo per il risorgimento italiano, per i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, grazie forse ad uno spirito di rivalsa verso le posizioni della lega, allora al potere nel governo Berlusconi, la sinistra anche quella ternana, ha festeggiato con grande enfasi la patria, pur non arrivandola a chiamare tale, ma la bandiera tricolore è stata festeggiata ed anche nel comune di Terni è risuonato l’inno di Mameli, pur solo nella prima strofa ;-), inno finalmente sdoganato anche dalla sinistra Italiana.
Ma se è stato facile sdoganare la bandiera tricolore, ed è facile sdoganare l’idea dell’Iri, diventa molto più difficile se non impossibile fare una nuova Iri se si prescinde dall’Europa e se non si acquisisce uno spirito di unità nazionale per cui si dovrebbe litigare all’interno sempre su tutto, quando e come si vuole, ma ci si dovrebbe mostrare compatti e uniti quando si affronta l’Europa.
Non fu cosi nel 2011 quando furono messi sotto attacco gli interessi italiani in Libia e attaccato il nostro debito pubblico, speriamo che non sia cosi oggi e domani, perché se qualcosa si fa per avere qualcosa di più in Europa bisogna poi aspettarsi una reazione a cui bisogna reagire compatti.
E questo chiunque ci sia a guidare la … patria, è questo il messaggio che vorrei arrivasse a Maurizio Landini, che credo sarà facile incontrare ancora a Terni (anche se mi auguro che questa vertenza ast si sblocchi al più presto possibile).
Non ci può essere Iri senza stato, senza forte senso dello Stato, come c’era tutto sommato nella prima repubblica, e non può esserci Iri se lo stato non recupera, almeno in parte la sovranità monetaria, il che non significa uscita o morte dell’Euro, ma ritornare ad una banca d’Italia pubblica e se possibile ad una moneta italiana che coesista con l’Euro stesso, insomma non dovremmo parlare più di Iri ma di IERI, Istituto Europeo per la Riconversione Industriale, altrimenti caro Maurizio, il tuo resta solo un bello sfogo, un desiderata, come tanti se ne sentono, che rischiano solo di avere come effetto un aumento di popolarità per chi li dice ma che incide nulla rispetto alla soluzione dei drammatici problemi del lavoro.
Credo infine che Terni sia la sede ideale per un convegno programmatico e multipartisan per proporre una nuova Iri, una Ieri, se ci sei caro Maurizio batti un colpo vieni a Terni per lanciare in modo formale e politico questa tua richiesta, che le istituzioni locali e regionali dovrebbero appoggiare, ma che coinvolga davvero tutte le forze politiche in campo anche quelle che con deformazione di sindacalista consideri controparte a prescindere.
Claudio Pace Terni Blogger 31 Ottobre 2014 su Acciaio Statale
Il confronto tra un operaio dell’Ast e DiMaio sulla questione acciaio di stato in un video di repubblica:
Le partecipazioni statali oggi possono essere ricostituite a livello europeo, soprattutto per i settori considerati strategici, a prescindere dalla permanenza dell’Italia nella moneta unica. A livello nazionale possono invece costituire una voce attiva di bilancio, come avveniva in altri tempi per le privative reali, in settori dai quali lo Stato possa entrare e uscire a seconda delle dinamiche di mercato. Quindi di certo non si tratterà più di una mera funzione di redistribuzione di ricchezza e di posti di lavoro. La crisi finanziaria artificiale che continuiamo a scontare ci potrebbe insegnare modi nuovi di proteggerci dai ladri della grande finanza e al tempo stesso a gestire meglio le nostre finanze. Propongo di parlarne in un convegno organizzato dal Centro Studi Malfatti (tanto per il momento non si vede all’orizzonte la benchè minima traccia di politica), così, tanto per prepararsi a una rivolta intelligente.
L\’idea di ricostituire l\’IRI o lo IERI, che dir si voglia, può essere valida, ma occorre combattere l\’intento di deindustrializzare l\’Italia da parte dei governatori del mondo, che, con la complicità di una classe politica di traditori, si stanno adoperando per \”kalergizzare\”la nostra Patria per farla diventare, dopo averla spogliata di tutti i beni, una massa di individui subumani senza storia, né tradizioni, né cultura, né identità, senza pretese se non una ciotola di lenticchie lesse, utili idioti da utilizzare come mano d\’opera a basso costo, facilmente addomesticabile ai loro voleri e lo stanno facendo utilizzando il denaro come merce, pertanto appoggio in pieno il fatto di ritornare sovrani nei quattro poteri fondamentali di una società organica ed organizzata e cioè completamente padroni della politica, della giustizia, dell\’esecutività e della moneta. Solo così, solo con uno Stato degno di tale nome che giuridicamente non riconosce nessuno al di fuori di sé stesso potremo sperare in una resurrezione, ma è evidente che occorre trovare gente animata da amore per la Patria e per il Popolo Italiano, disposta anche a sacrificare la vita per esso, perché togliere il giocattolo della proprietà della moneta alle multinazionali del potere significa morte e distruzione esempi ce ne sono a iosa Lincoln, Kennedy, Mussolini. Hitler, Moro …. Io ci sono!!!!!
Cortese Attenzione sig. Maurizio Landini.
In riferimento alla sua intervista al quotidiano repubblica http://rassegna.crumbria.it/pdf/662600.pdf
Il sottoscritto tramite il blog ha invitato e con questa mail rinnova l’invito il segretario Maurizio Landini a confrontarsi in un convegno a Terni
vedi http://www.claudiopace.it/acciaio-statale-alla-maurizio-landini/
da organizzarsi in tempi brevi, in collaborazione con il centro studi malfatti, anche fine mese secondo le sue disponibilità, per lanciare in modo ufficiale e formare alle istituzioni italiane ed europee questa sua proposta che, se inquadrata in un contesto europeo potrebbe diventare realtà.e costituire una risposta concreta alla deindustrializzazione che colpisce in particolare il settore siderurgico.
Colgo l’occasione per arricchire la sua facendo propria la richiesta al governo italiano dell’istituzione di un ‘commissario straordinario per la difesa della siderurgia italiana’ con poteri di viceministro, che lavori anche in Europa per realizzare un nuovo Istituto Europeo per la Riconversione Industriale che cominci a acquisire quote di partecipazione nelle aziende siderurgiche italiane, diventando un elemento di controllo dell’azione delle multinazionali e di rilancio dell’economia italiana.
In Attesa di suo cortese riscontro le porgo distinti saluti.
Claudio Pace