Dialettica dicibile indicibile, essente esistente
Dialettica dicibile indicibile
L’Intervento scritto di Carlo Piccioli (Montefranco) al convegno di Assisi Innovazione e Ricerca Scientifica sui sentieri della Materia e dello Spirito
Della dialettica dicibile-indicibile, essente-esistente
Nel flusso delle argomentazioni che in un convegno vengono proposte, chiedo una pausa, così che possa sorgere la domanda.
La domanda è: Se unico fosse il relatore, giudicheremmo meglio le sue argomentazioni? E se l’uditorio fosse all’oscuro dell’argomento, ovvero tabula rasa in relazione ad esso, come giudicherebbe l’argomentato?
Credo che la risposta possa considerarsi scontata e negativa, nell’un caso come nell’altro. Di più, nel caso della tabula rasa è da ritenere che neppure in negativo ci si possa esprimere, per la semplice ragione che neppure in questa forma può configurarsi un giudizio: giudicare è raffrontare, porre relazioni, istituire relazioni.
Conoscere, comprendere è infatti un cum-capere, un prendere insieme, un rapportare, legare cosa a cosa: l’elemento A al B. In sostanza, conosciamo A per mezzo di B, in virtù di B. Ma come conosciamo B? B, per converso, lo conosciamo per mezzo di A. Ma questo è un circolo vizioso! Esattamente.
Questa è la conoscenza, conoscere è relazionare, porre relazioni, porre in relazione. E’ ora da chiedersi: il sapere che sa i limiti del conoscere appartiene alla relazione? …
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