Privacy Ospedaliera non è solo far firmare un modello
Privacy Ospedaliera
Vi capita mai di andare in Ospedale per fare, o accompagnare delle persone a fare, delle analisi un po’ particolari, che si possono fare solo in ospedale?
Come quelle che si fanno, per esempio, nel reparto di Medicina Nucleare, che richiedono dei protocolli particolari perché si sa un minimo errore nel trattamento di materiali potenzialmente nocivi può recare dei danni all’ambiente e alle persone, non di poco conto.
Senza nulla voler togliere alla professionalità dei medici e del personale non medico dell’Ospedale della mia città, Terni, le cui doti professionali e umane ho potuto elogiare anche in passato sul mio blog (vedi QUI), e del reparto di cui sto parlando, mi pare doveroso però raccontare come su certi aspetti, come la privacy, anche nell’Ospedale di Terni si può ancora tanto migliorare.
Andiamo con ordine, la prestazione ambulatoriale è organizzata così: l’orario indicato sulla prenotazione è indicativo solo dell’ora in cui cominciano ad esser chiamati i pazienti.
Bisogna essere lì per le 8,30, si arriva e poi si prende un numeretto e si attende il proprio turno per riempire dei moduli, tra cui quello della privacy, in cui sostanzialmente, per rispetto della privacy, ti si chiede di autorizzare il trattamento dei dati personali e sensibili …
Palmira la risposta del Male al free2pray di Pentecoste
Palmira
Quello che è accaduto nei giorni scorsi a Palmira e che è stato diffuso dei media proprio al compiersi del giorno di Pentecoste, il giorno dopo del free2pray voluto da Papa Francesco fa ancora una volta riflettere su questi tristi avvenimenti, queste notizie di morte continua, di stragi di Cristiani che avvengono nel Vicino Oriente.
Notizie che si accompagnano anche ad altre notizie non meno gravi, quali quelle della distruzione di chiese, moschee, reperti e siti archeologici, notizie che non devono mai farci perdere però, se non vogliamo cadere nelle stesso livello di questi criminali, il senso delle cose, come ricordava l’omelia di Pentecoste di un frate francescano pronunciata ieri a Greccio e che citava un detto rabbinico: Si piange più per i mattoni delle torri che per le vittime della loro caduta.
Mi ha anche colpito il commento di una persona su FB alle notizie che ritwitto spesso su queste stragi e malefatte allo scopo di contribuire nel mio piccolo a mantenere alta la tensione su questo continuo sterminio di Cristiani in Siria come in altre parti del mondo.
Era un commento triste e ironico che chiedeva se si pensasse di fermare questi fondamentalisti con le preghiere, intendendo che solo le maniere forti possono fermarli.
Un commento che ignora una situazione geopolitica cosi strana e complessa come mai in passato, si pensi solo alla rivoluzione sciita nello Yemen e la configurazione sunnita dell’Isis stesso.
Il problema dell’Isis e di un eventuale intervento militare è così complicato e delicato che non si può risolvere in una battuta di twitter o in una discussione su FB, anche se è certo che stiamo assistendo, stiamo vivendo una pagina di storia dove la lotta del Maligno contro la Chiesa è quanto mai evidente.
StartUp Terni le donne incitano a cambiare mentalità
StartUp Terni
Lavoro, lavoro, lavoro è una delle parole ormai più inflazionate che esistono in Italia, nei discorsi dei politici, in rete, nelle preoccupazioni di Papa Francesco, nei dati dell’Istate se l’incontro di giovedì scorso presso la sala della Camera di Commercio di Terni è stato pieno di gente, con una nutrita rappresentanza istituzionale, presente il sindaco Leopoldo Di Girolamo insieme ad assessori della sua giunta, non è stato un caso.
A Terni, forse un pochino meno che in altre realtà italiane, il problema del lavoro si sente molto.
Si sente la mancanza di lavoro, la precarietà del lavoro, il problema dell’immigrazione ‘selvaggia’ per il lavoro di persone, di giovani che vengono dalle parti più povere del mondo, la realtà della nuova emigrazione dei nostri giovani, specie i più bravi e preparati che scelgono altre zone del mondo per realizzarsi nel lavoro che hanno scelto o trovato applicando spesso, e a favore di altri popoli, quel percorso di studio che hanno fatto da noi e che da noi non sono riusciti a sfruttare.
Gli inglesi per esempio, presumo per ragioni elettorali, si lamentano che gli italiani a Londra sono troppi ma intanto si godono i frutti della loro preparazione che abbiamo pagato tutti noi, famiglie e stato.
Tra i tanti problemi del lavoro a Terni, quelli delle persone che hanno accettato l’incentivo all’Esodo proposto dall’Ast, l’Isrim, la Basell, tre situazioni diverse per certi aspetti ma con unico denominatore comune, la questione lavoro.
Per l’Isrim oggi, in piena campagna elettorale, leggiamo sulla stampa di un parziale assorbimento da parte del personale da parte di una municipalizzata, unico spiraglio che segue a tanti interventi, presunti interessamenti e proposte.
Nulla a che vedere con le parole del sottosegretario al Mise, Simona Vicari, che ha illustrato i dati nudi e crudi sulle start up umbre e sul loro accesso ai fondi del Mise e delle banche.
Il nulla o quasi a Terni e in Umbria, nessun interessamento, nessun progetto, nulla di rilevante o quasi, eppure ci sono bandi, sgravi, fondi di garanzia, microcredito,etc. ma ci vuole chi abbia voglia di rischiare, di intraprendere e chi sappia assistere chi decida di percorrere questa strada, … L’Europa, lo stato, la regione e il comune dovrebbero essere in prima linea, ma ci sono le competenze?
C’è la mentalità? Una città abituata a vivere di lavoro nella grande fabbrica, nell’indotto e nei servizi, riesce a cambiare rapidamente la sua mentalità? Quei lavoratori della Basell che aspettavano e speravano di essere assorbiti da altre realtà locali e che non hanno voluto lasciare Terni per Ferrara, hanno mai pensato di diventare imprenditori di se stessi? E se sì sono stati aiutati a farlo? E i soldi che sono arrivati sulla città, indirettamente dagli incentivi all’esodo da parte dell’Ast, sono diventati una forma di investimento e sviluppo per il territorio?
Territorio dove si fabbricava il Moplen di Giulio Natta, come ha ricordato anche il sottosegretario Simona Vicari, citando Terni come esempio storico dell’innovazione italiana degli anni sessanta e della necessità di continuare anche a Terni questa tradizione innovativa del lavoro.
Bambini ignorati dal mondo ovvero le Litanie di Pilato
Bambini ignorati
Guardando questa immagine di Ponzio Pilato che si lava le mani di fronte a Gesù, l’innocente, prima di consegnarlo ai suoi carnefici, mi venivano in mente gli appelli di Papa Francesco a non voltarsi a guardare dall’altra parte.
Il rischio per tutti è di diventare dei moderni Ponzio Pilato e dire e fare ai bambini ignorati ed innocenti quello che Ponzio Pilato ha lasciato che si facesse a Gesù e dire:
Dei bambini morti affogati nel Mare Sepolcrum, mi lavo le mani
Dei bambini non nati perché abortiti nel seno materno, mi lavo le mani
Dei bambini che muoiono di fame o di malattia e vivono una vita di schiavitù, mi lavo le mani
Dei bambini privati dal diritto allo studio e al gioco, mi lavo le mani
Siam pronti alla morte l’Italia chiamò, diventa nella bocca dei bambini e del presidente del consiglio Matteo Renziil siam pronti alla vita, questa, culturalmente parlando la novità più bella di questa Expo2015, che non senza suscitare un mare di polemiche, e le manifestazioni quasi scontate dei ‘No Expo’ che non potevano mancare e quasi danno ancora più importanza a questa Expo2015, sta iniziando nel segno delle vita e della solidarietà globale o meglio di globalizzare la solidarietà come ha indicato Papa Francesco, virtualmente presente all’inaugurazione con un videomessaggio.