Cella Sopravvivenza per sopravvivere anche nelle case antiche
Cella Sopravvivenza
Ricevo da un amico di ingegnere e volentieri pubblico …
Molto graditi commenti, favorevoli e contrari, all’idea espressa nella lettera che segue.
Lettera
I recenti terremoti che stanno affliggendo il centro Italia, il pericolo di crolli e naturalmente i rischi per le vite umane mi hanno fatto pensare ad una possibile contromisura per chi vive in zone limitrofe a quella interessata ed è a rischio nell’eventualità di scosse forti, abitando magari in case non antisismiche magari antiche.
Un’idea molto semplice che mi è venuta dai consigli che vengono dati sui comportamenti in caso di terremoti, uno dei quali è di ripararsi sotto a tavoli o strutture che siamo in grado di proteggere dai crolli.
Cella Sopravvivenza la struttura
Si tratterebbe di realizzare una (o più) celle di sopravvivenza all’interno dell’abitazione. Una cosa molto semplice.
Utilizzando i tubi innocenti (quelli che abitualmente si usano per le impalcature che sono sufficiente mente robusti) si potrebbe realizzare un parallelepipedo intorno al proprio letto che potrebbe fornire una certa protezione in caso di crollo, sicuramente maggiore di quella offerta da un tavolo o da un ricovero improvvisato.
Naturalmente la cella di protezione potrebbe essere costruita anche in altri ambienti, ho pensato al letto sia perché passiamo nel letto una buona parte del tempo che stiamo a casa e quando siamo a letto è anche più difficoltoso raggiungere una uscita, ma ovviamente può essere usata come ricovero anche per il giorno.
Ho deciso di condividere questa idea anche se non sono sicurissimo della sua validità, perché potrebbe comunque essere un sistema di salvaguardia e contribuire a salvare vite umane.
Il disegno
In figura uno schizzo di una rappresentazione schematica su come realizzare la cella; naturalmente si possono disporre i tubi in maniera diversa secondo anche gli ingombri e il grado di robustezza e protezione che si vuole raggiungere.
Claudio Pace Terni 14 Novembre 2016 su Cella Sopravvivenza
Ieri nell’aula magna nella Pontificia Università Lateranense, si è tenuto un convegno assai particolare dal titolo già molto suggestivo: ‘Core Values’.
Molto chiaro anche il sottotitolo: La trasmissione dei valori nell’era digitale.
In effetti la traduzione letterale del termine ‘Core Values’ è ‘valori fondamentali’, e il convegno a parte il saluto iniziale del rettore Mons. Del Covolo e la conclusione finale di Mons. Ruiz, segretario della nuova segreteria per le comunicazioni voluta da Papa Francesco è stato un convegno tenuto da laici, di personalità di spicco del mondo dell’imprenditoria digitale internazionale e del giornalismo estero.
Partecipazione personal e luoghi santi
Tra le gente del pubblico, molte persone interessate a capire un po’ di più di questo modo digitale dove ci siamo immersi senza nemmeno renderci conto, compreso il sottoscritto che ha approfittato della giornata romana però, per varcare una delle porte sante della città di Roma, quella di Santa Maria Maggiore, che si trova nel percorso Stazione Termini, piazza del Laterano, che ho fatto per raggiungere la sede del convegno.
Al termine dello stesso ho raggiunto la vicina Scala Santa che si trova nella stessa piazza e che da tanto tempo desideravo visitare.
Un luogo quest’ultimo, messo in secondo piano dalla decentralizzazione e perifericizzazione delle porte sante, estremizzata nell’ultimo Giubileo della Misericordia, ma di grande interesse per la storia e per l’attualità perché in esso Lutero maturò la sua convinzione di riformare la chiesa, riforma che avvenne proprio cinquecento anni fa e che spaccò e divise la chiesa ma nel contempo la costrinse a riformarsi mediante il Concilio Tridentino e un cammino che è proseguito con il Concilio Vaticano II e che prosegue tutt’oggi con il magistero di Papa Francesco.
I Core Values
L’impressione che ho avuto ascoltando le relazioni e i filmati, è che il mondo digitale rappresentato ieri dai relatori vede il Cristianesimo come una religione come le altre, che le domande che può porsi un utente della rete è su come conoscere il Cristianesimo, come convertirsi al Cristianesimo, etc. mentre quella che può porsi la Chiesa è come veicolare meglio il proprio messaggio, come è emerso nella discussione su un filmato dove Papa Francesco sensibilizza l’opinione pubblica sul problema dell’accoglienza dei profughi e dei migranti.
Si sono visti filmati di un apparecchio lanciato in Brasile per controllare il livello della droga e dell’alcol nei guidatori, della pubblicità sulla donazione del sangue fatta da una squadra di calcio brasiliana, sul premio Nobel per la Pace Malala, sulla destinazione di una vasta area del Bhutan per garantire l’habitat delle tigri.
Filmato quest’ultimo che ha fatto sorgere qualche perplessità ad un relatore egiziano in quanto nelle regioni dell’Africa e del Medio Oriente ci sono per i Cristiani e non problemi molto gravi che vanno presi in considerazione insieme a quelli del giusto impegno per il mondo della Flora e della Fauna.
La Chiesa non è una ONG
Se non altro quanto sentito è una risposta ad un ipotetica domanda che la Chiesa potrebbe porre al mondo digitale: ‘Cosa dice la gente che io sia?’.
Si capisce così quanto i discorsi di Papa Francesco ancora non sono state metabolizzati, per esempio quello in cui ribadisce che la Chiesa non è una associazione filantropica, non è una ONG.
Parola di Dio trascurata
Sarebbe stato molto utile, e sicuramente lo si farà in seguito, fare focus sul fatto che già nel mondo cattolico che partecipa alla rete, ma più in generale nel mondo stesso c’è una fame e sete della Parola di Dio, non intesa solo come una ripetizione di belle preghiere o di brani stessa della Bibbia, dove la rete non da alcun valore aggiunto, ma di testimonianze concrete e dei valori trasmessi dalle tante presunte apparizioni, messaggi e profezie che andrebbero prima vagliate dalla Gerarchia e che invece sono più diffuse di quanto ci si possa immaginare.
Anche questa potrebbe essere Parola, potrebbe essere Parola di Dio trascurata o parola di Dio inquinata, qui il problema è proprio di Core Values e della loro trasmissione che avvenendo senza il necessario vaglio rischia di essere vanificata, di non soddisfare quella sete e fame di Parola di cui parla il profeta Amos (8,11) :
Ecco, verranno giorni, – dice il Signore Dio – in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d’ascoltare la parola del Signore.
Claudio Pace Terni 5 Novembre su Core Values
( Clicca QUI per leggere i miei twit dell’hashtag #CorValues e QUI per le notizie sul convegno Kairos spostato da Norcia a Terni )
Kairos Il Suono dell’Io Sono Festa della Mia Parola Norcia 12 Nov. 2016
Kairos
Info
Pagina di introduzione e di servizio per l’organizzazione della Festa della Mia Parola prevista a Norcia il 12 Novembre 2016 a chiusura dell’Anno Santo.
Pagina in aggiornamento, l’evento in programma è confermato, ma causa il perdurare dello sciame sismico e della situazione di disagio per le popolazioni,viene trasferirlo a Terni nel medesimo giorno presso il Cenacolo San Marco in via Del Lenone 12 a partire dalle ore 9.30 per poi riproporne uno analogo a Norcia speriamo in primavera vedi QUI
Se c’è una generazione che ha vissuto più delle altre i cambiamenti venuti fuori dal Concilio Vaticano II nella liturgia della Chiesa, quella è la mia.
Negli anni 60 la lingua con cui si celebrava la Messa non fu più il Latino ma l’Italiano insieme a tutte le lingue del mondo dei luoghi in cui veniva celebrata.
Fu proprio nel 1970 che il beato Paolo VI promulgò il nuovo Messale Romano mentre, seppur non previste dai libri liturgici, furono introdotti in chiesa durante la celebrazione della Messa canti e melodie prese tout cort dal mondo della musica leggera e pop.
E non solo canti, anche gli strumenti musicali, chitarre elettriche, bassi elettrici e … batteria compresa, entrarono di prepotenza nelle chiese, per uscire dopo un po’ con il passare della moda della cosiddetta Messa Pop.
27 Settembre 1979 i trentasette anni di Molino Silla
27 Settembre
27 Settembre 1979, Molino Silla, Amelia, un anniversario già ricordato in modo solenne, domenica scorsa con la classica giornata Pane, Mortadella e Mela, ma che quest’anno ha un significato particolare.