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Carissimi amici,
relatori, co-organizzatori o persone che semplicemente ci seguite,
come purtroppo abbiamo, non solo visto in tv, ma sperimentato essendo vicini all’epicentro, il Sisma del 30 Ottobre ha definitivamente impedito di celebrare a Norcia la Festa della Mia Parola prevista per il 12 Novembre, ci spostiamo a Terni presso il Cenacolo San Marco, stessa data 12 Novembre ma anticipando un po’ l’inizio dei lavori: alle 9 e mezzo.
Trepidazione
Immagino il dispiacere, la trepidazione di tutti, nel vedere le immagini della Basilica di San Benedetto distrutta, dopo aver già visto la distruzione della Abbazia di Sant’Eutizio e di tante altre chiese della Valnerina, con i loro affreschi e statue di gran valore per l’arte ma soprattutto per la fede cristiana, ma nel contempo tutti noi credo dobbiamo ringraziare Dio perché non c’è stato nessun ferito grave né tra la popolazione, né tra i vigili, tecnici e frati che con affetto e dedizione sfidavano il sisma anche per vedere le condizioni della Basilica e della altre chiese.
Una scritta in latino dentro la Basilica di San Benedetto ricordava che la Chiesa era stata distrutta tre volte e tre volte ricostruita dai monaci benedettini, adesso scriveranno quattro volte, speriamo prestissimo.
Vicinanza
Volevamo essere vicini alla popolazione di Norcia, così duramente colpita, lo saremo lo stesso celebrando lo stesso il nostro evento Kairos a Terni, nella sala del Cenacolo San Marco, che Stefania Parisi e Don Enzo Greco ci hanno messo a disposizione e che pubblicamente voglio ringraziare.
Non appena ci saranno le condizioni chiederemo di nuovo all’amministrazione di Norcia di celebrare il nostro evento Kairos a Norcia, chissà, già in Primavera.
Patrocinio del comune di Terni
Proveremo ad invitare qualche amico di Norcia, dell’amministrazione comunale, del Monastero dei Benedettini o semplicemente della città di Norcia, anche se immagino sarà difficile la loro partecipazione in questi momenti ancora così concitati.
Marco Onofri il violinista che sarebbe venuto a Norcia con il suo Duo Umbria ed un violinista norvegese ripetendo il concerto che farà la sera prima ad AcquaSparta ha garantito la sua partecipazione, come già ad Assisi ( vedi QUI ) questa volta le letture saranno sugli attributi di Dio e sull’incontro mistico tra Benedetto e Scolastica ( vedi in fondo a questa pagina tratta dal proprio dell’Ufficio delle Letture di Santa Scolastica )
Per chi avrà la possibilità e lo desidera, prima di iniziare il nostro evento Kairos, alle ore 9 attraverseremo la Porta Santa della Cattedrale di Terni (chi vuole potrà essere lì già dalle 8.30 per la Messa) per poi recarci a piedi alla vicina sede del convegno al Cenacolo San Marco in via Leone 12.
Chi viene da fuori può agevolmente e gratuitamente parcheggiare in via G. Prati evitando di puntare il Tom Tom su via Leone 12 perché è in piena zona ZTL!
Ricordo anche il pomeriggio Lenr e Creato (più o meno verso le 15) che la volta scorsa fu così animato e interessante.
Grazie per l’attenzione e Buona Festa di Ognissanti a Tutti
Claudio Pace Terni 1 Novembre 2016 su Evento Kairos
Una carismatica vissuta il secolo scorso, Franca Cornado pregó Gesù così: “Signore, Tu sei Onnipotente e vedi quanta sofferenza c’è sulla terra, … Perché Tu, che tutto puoi, non estirpi in una sola volta tutto il male?“.
La stessa si sentì rispondere:
“Vedi Franca, è vero, Io Sono Onnipotente e se volessi in un batter d’occhio il male sarebbe distrutto sulla terra. Gli uomini diventerebbero Angeli. Ma io non ho bisogno di Angeli: ne ho miriadi in Cielo. Io invece ho bisogno di Dei. Solo gli uomini lo possono diventare se, dopo la caduta, sanno attraversare la sofferenza. Valorizzate la sofferenza.”
Kairos Il Suono dell’Io Sono Festa della Mia Parola Norcia 12 Nov. 2016
Kairos
Info
Pagina di introduzione e di servizio per l’organizzazione della Festa della Mia Parola prevista a Norcia il 12 Novembre 2016 a chiusura dell’Anno Santo.
Pagina in aggiornamento, l’evento in programma è confermato, ma causa il perdurare dello sciame sismico e della situazione di disagio per le popolazioni,viene trasferirlo a Terni nel medesimo giorno presso il Cenacolo San Marco in via Del Lenone 12 a partire dalle ore 9.30 per poi riproporne uno analogo a Norcia speriamo in primavera vedi QUI
Se c’è una generazione che ha vissuto più delle altre i cambiamenti venuti fuori dal Concilio Vaticano II nella liturgia della Chiesa, quella è la mia.
Negli anni 60 la lingua con cui si celebrava la Messa non fu più il Latino ma l’Italiano insieme a tutte le lingue del mondo dei luoghi in cui veniva celebrata.
Fu proprio nel 1970 che il beato Paolo VI promulgò il nuovo Messale Romano mentre, seppur non previste dai libri liturgici, furono introdotti in chiesa durante la celebrazione della Messa canti e melodie prese tout cort dal mondo della musica leggera e pop.
E non solo canti, anche gli strumenti musicali, chitarre elettriche, bassi elettrici e … batteria compresa, entrarono di prepotenza nelle chiese, per uscire dopo un po’ con il passare della moda della cosiddetta Messa Pop.
Dalla Vita Prima di San Francesco d’Assisi di Tommaso da Celano Cap. VII ASSALITO DAI BRIGANTI, É GETTATO NELLA NEVE, POI SI APPLICA A SERVIRE I LEBBROSI §16 FF 346
Vestito di cenci, colui che un tempo si adornava di abiti purpurei, se ne va per una selva, cantando le lodi di Dio in francese Ad un tratto, alcuni manigoldi si precipitano su di lui, domandandogli brutalmente chi sia.
L’uomo di Dio risponde impavido e sicuro: «Sono l’araldo del gran Re; vi interessa questo?».
Quelli lo percuotono e lo gettano in una fossa piena di neve, dicendo: «Stattene lì, zotico araldo di Dio!».
Ma egli, guardandosi attorno e scossasi di dosso la neve, appena i briganti sono spariti balza fuori dalla fossa e, tutto giulivo, riprende a cantare a gran voce, riempiendo il bosco con le lodi al Creatore di tutte le cose.
Il brano appena trascritto intende rispondere ad una domanda fondamentale, molto simile a quella che Gesù stesso pose ai suoi discepoli chiedendo prima cosa la gente pensasse di Lui e dopo, cosa i loro discepoli pensavano di lui.
Nell’episodio Francesco rischia la vita, perché un giovane di bell’aspetto, sebbene non dovesse essere molto in carne per la vita già piena di sacrifici e digiuni che faceva nelle selve, poteva essere una bella preda da rapire, per chiedere poi e ottenere un riscatto, se di famiglia facoltosa come in effetti Francesco era.
Se avesse detto di essere il figlio di Pietro Bernardone, come in altre occasioni fa per umiltà, probabilmente non se la sarebbe cavata con un po’ di botte, insulti e umiliazioni.
Pietro Bernardone infatti era un mercante e non un nobile e lui, Francesco, stava per andare a fare il cavaliere crociato per dare alla sua famiglia quel blasone nobiliare che nemmeno con il denaro non si poteva comprare.
Essere figlio di Pietro Bernardone dunque significa confessare la propria mancanza di nobiltà, ma non in quel contesto con i briganti interessati solo ai soldi.
Francesco Araldo del Gran Re
San Francesco, profeticamente come nota l’autore, si presenta invece con l’espressione ‘Sono l’araldo del Gran Re’.
E nota bene che i briganti capiscono bene di che genere di Re si tratta, lo definisco rozzo,
ma comunque sia Araldo di Dio e con disprezzo lo buttano in un fosso in mezzo alla neve,
che gran Re sarà mai se i suoi araldi sono degli straccioni …
Un gesto che in Francesco non provoca alcun sentimento negativo, ma anzi pare infondergli letizia.
Non ancora quella perfetta letizia che al ritorno della Terra Santa proverà quando si accorgerà di non essere quasi più accolto tra i suoi, che lui lontano hanno cominciato a costruirsi case, conventi, biblioteche … Tradendo lo spirito di chi seguendo il suo cammino avrebbe dovuto preoccuparsi solo di far riecheggiare le lodi di Dio tra le selve e tra gli uomini, di curarsi dei lebbrosi e dei poveri e di null’altro.
Francesco proverà a farsi capire a modo suo, salirà sui tetti
e tenterà di distruggerli buttando giù le tegole, ma non sarà molto capito,
il fatto è che la santità non ammette mezze misure.
Francesco e l’Eco della Parola di Dio
Il Francesco del brano di Tommaso da Celano comunque salta dal fosso e riprende il canto che fa ri-echeggiare, fa diventare una “Eco”, le lodi di Dio, in mezzo alle selve per adesso abitate solo da animali, lebbrosi e briganti.
Poi in mezzo a questo popolo ci saranno anche i suoi frati …
Dagli Arcani colloqui alla forza arcana dell’eco della Parola del Signore, delle Lodi di Dio che si diffondono,
questo movimento musicale, armonico, che proviene dalla voce di Francesco Araldo,
eco della voce di Dio, non è un dono dello Spirito Santo?
La gioia che invade Francesco non è proprio un sigillo dello Spirito Santo al cammino che Francesco aveva intrapreso?
E l’Eco delle lodi del Signore non richiama, l’Eco,
il Suono della Parola di Gesù che si diffonde nella Galilea insieme alla fama dei suoi miracoli
o del Suono Armonioso dello Spirito che si siede, il giorno di Pentecoste,
su Maria, le donne, gli apostoli riuniti nello stesso luogo a lodare il Signore?
Origini del Cantico di Frate Sole
E sebbene Francesco sia l’autore del più bello e famoso testo poetico della letteratura italiana, il cantico di frate sole,
viene da immaginare che il testo potrebbe essere una rielaborazione di queste lodi in francese di Francesco,
di questi gemiti dell’ Araldo di Dio che in mezzo alle selve cantava in Francese qualcosa di simile:
Loué sois tu, mon Seigneur, avec toutes tes créatures, spécialement, monsieur frère Soleil …
O forse nemmeno cosi in francese, magari usava quella antica lingua provenzale che si parlava nel sud della Francia,
chissà, di fatto ancora oggi a noi italiani la lingua francese ci appare dolce e melodiosa,
e chissà se Francesco la dovette conoscere bene per ragioni di carattere mercantile dato il mestiere che faceva il babbo
e che probabilmente aveva imparato a fare anche lui:
molto meglio usare il francese per lodare Dio piuttosto che per trafficare con il denaro!
Claudio Pace Terni 30/09/2016 Francesco Araldo del Gran Re
Novena Semplice per un amico che ha problemi di lavoro
Novena Semplice
Novena semplice per un amico che ha problemi di lavoro, e chi non ne ha di questi tempi!
E cosa può fare una semplice novena per risolvere un problema che gli uomini, con l’aiuto di Dio, dovrebbero risolvere, in primis i politici se dessero la priorità ai problemi della gente invece di dare priorità a questioni, pur importanti ma non della stessa drammaticità come la mancanza di lavoro.