Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.
Stimmatizzazione
San Francesco ricevette le stimmate sul monte della Verna due anni prima di morire.
La cosa era difficile da tenere nascosta e venne resa pubblica solo dopo la morte,
da frate Elia con una letteraenciclica inviata a tutte le provincie del neo nato ordine francescano.
Quello delle stimmate è un fenomeno di carattere ‘carismatico’, un dono soprannaturale.
Francesco ricevette nelle mani e nei piedi e nel cuore le stesse piaghe che furono inflitte a Gesù
e che Gesù conservò anche da risorto,
tanto che poté chiedere a Tommaso di mettervi dentro il proprio dito.
Nel racconto delle fonti Francesco ha la visione soprannaturale di un serafino con sei ali
nel cui mezzo compare una effigie di un crocifisso.
Solo al termine di quella visione nelle sue mani e nei suoi piedi
appaiono i segni della passione di Cristo
in modo così tangibile da vedersi le capocchie dei chiodi e le punte dall’altra in mezzo alla carne,
mentre il cuore pare come trapassato da una lancia tanto che sporca tonaca e mutande del santo!
Transverberazione francescana
Questa transverberazione francescana dunque c’è ed è raccontata nelle fonti,
ma nella chiesa della Nunziatinadi Todi in un quadro di Andrea Polinori
l’impressione delle Stimmate di San Francescono diventano soprattutto una transverberazione
(anche se transverberazione francescana)
come la nota Transverberazione del Bernini a Santa Maria della Vittoria a Roma
in cui il ruolo del serafino e degli angeli diventa più importante di quello delle fonti francescane.
Sacra Rappresentazione
Nel quadro infatti, scompare l’effigie del Cristo crocifisso, compare invece una croce di legno in basso a destra
sulla convenienza o meno dell’allattare delle donne in pubblico.
Chissà se la questione era anche dei tempi in cui fu realizzata l’opera …
Il tema dell’allattamento e della maternità e del ruolo della donna era assai sentito,
tra i compiti delle confraternità anche quello di trovare i soldi perché le ragazze trovassero marito!
La cosa ci può far sorridere ma era un altro mondo, un altro modo di concepire i rapporti sociali,
non è detto che sia meglio il nostro.
Stabat Mater Dolorosa
Chi non conosce questo inno meraviglioso e tanto popolare in cui si descrive la Madonna Addolorata del Venerdì Santo?
Non si ha assoluta certezza però dell’autore, probabilmente ignoto, anche se qualcuno lo attribuisce a San Bonaventura da Bagnoreggio
e più comunemente viene attribuito a Jacopone da Todi.
Nella chiesa della Nunziatina, questo dubbio è risolto, sotto l’immagine di Jacopone da Todi, la più pregevole dal punto di vista artistico,
compare la scritta ‘Stabat Mater Dolorosa’ che giustifica la presenza del santo nella chiesa dedicata a Maria,
è infatti il compositore dell’inno mariano più popolare al mondo.
Conclusione
La visita alla chiesa della Nunziatina è un continuo scoprire particolari su particolari, potrebbe durare ore,
qui sotto il video di un racconto di un confratello della confraternità della Nunziatina, Nunzio Seminara, che ne spiega alcuni.
Seguono dopo il filmato alcune foto di alcuni particolari interessanti che si possono scoprire nella cappella della Nunziatina
che passando da Todi non si può omettere di visitare.
Claudio Pace Terni 2 Settembre 2017 sulla Transverberazione Francescana
Galleria Fotografica
L’adorazione dei pastori avviene mentre la Madonna allatta Gesù!
La rosa raffigurata potrebbe essere quella del Sharon di Ct 2,1 Nella parete opposta infatti è simmetricamente raffigurato il giglio, giglio di Engaddi?
Un Commentario Liturgico è il libro che in basso a SX viene raffigurato nel dipinto del Crocifisso che dialoga con San Bernardo
Il serafino con i chiodi della Passione pronti per torturare Francesco
Il cuore le mani e i piedi e la corona di Spine della passione di Cristo
Nella volta il ruolo di Gabriele che letteralmente vuol dire ‘Dio Toro’ cioè la fortezza di Dio viene amplificato
Transverberazione Francescana
L’architetto Nunzio Seminara
L’adorazione di Magi
La tela dell’annunciazione
Le sibille profetesse del Cristo, culto comune in tutta la chiesa centrale, vedesi la cappella nel duomo di Spoleto e nel santuario Mariano di Loreto
La Sibilla eritrea
Gabriele riceve la PAROLA per darla alla Piena di Grazia che svuotata di sè può accoglierla integralmente
Più che San Giovanni Battista nel deserto la figura pare essere quella di San Rocco …