Mise lavoro Di Maio e le acciaierie di Terni giocare di anticipo
Mise lavoro
Unificare i ministeri del lavoro e dello sviluppo economico,
credo sia stata una ottima idea e una cosa ben fatta dal governo del cambiamento.
C’è ancora l’euforia dell’inizio di una cosa oggettivamente nuova e inaspettata,
nessuno si aspettava che due forze così diverse riuscissero a fare un programma comune,
codificato in un contratto, e che potessero dare vita ad un governo che qualcuno ipotizza quinquennale
altri di breve termine, ma che comunque è governo ed è già un gran risultato.
Il governo è stato varato ed ha i numeri per avere la maggioranza in entrambe le camere,
nonostante una legge elettorale che non è né carne proporzionale, né pesce maggioritario
e che non ha prodotto nessuna maggioranza coerente con gli schieramenti proposti agli elettori.
E ministro del lavoro e dello sviluppo economico (Mise Lavoro) è l’esponente di punta del M5s di oggi,
Luigi Di Maio, che avrebbe voluto essere il capo del governo ma che si è dovuto accontentare
di esserne uno dei due vice anche se vice di peso.
Di Maio e l’AST
Nel 2014, in piena vertenza Acciaierie di Terni, Di Maio si presentò ai lavoratori in sciopero con una proposta un po’ teorica,
quella di comprare l’Ast utilizzando dei fondi strategici nazionali, ottenendo la reazione di un operaio
che sinceramente condivisi e condivido, rinfacciandogli l’operaio l’aver trattato un problema assai complesso
in un modo eccessivamente semplificato …
Qui il link di quello scontro verbale riportato da Repubblica TV, correva l’anno 2014.
Dal 2014 al 2018
Dopo circa quattro anni tante cose sono cambiate.
Di Maio ha certamente fatto più esperienza di politica e di leggi dello stato,
ha una leadership nel m5s che prima non aveva e ha avuto un notevole aumento di consensi popolari ratificati dal voto.
Lui a Terni c’è venuto, Renzi no, c’è dovuta andare una delegazione di ternani alla Leopolda per potergli parlare.
L’Ast dopo la bufera della compravendita e dello sciopero è andata avanti, raggiungendo notevoli risultati economici,
si è smarcata dal numero delle aziende in crisi, e si è distinta per le metodologie di qualità innovative utilizzate
che la denotato come azienda assai avanzata nel mondo dell’Industria 4.0
Comunque sia, pur non essendo stata avviata alcuna trattativa ufficiale da parte del board tedesco,
pare che l’Ast sia destinata ad essere venduta dalla Thyssen a cui appartiene,
e quando si vende una azienda, è giocoforza che ci sia qualche preoccupazione.
Giocare di anticipo
Sarebbe assai bello se il superministro MiseLav, in stretto contatto con tutte le forze politiche italiane in Europa,
e in stretto contatto con le maestranze e le forze politiche di Terni e dell’Umbria,
una volta tanto giocasse di anticipo, e oltre che monitorare la situazione,
‘sapere è potere e non sapere è non potere‘,
orientasse gli sforzi e i fondi della comunità europea per implementare il lavoro dove si sa lavorare
assecondando il Know how delle comunità locali, evitando di creare cattedrali nel deserto
che prima o poi chiudono per mancanza di acqua, come avvenne assai spesso nel Mezzogiorno.
Il Mise Lavoro giochi di anticipo
Nel caso della siderurgia Ternana, quindi, si tratterebbe non solo di difendere quello che c’è,
l’Ast con tutte le sue lavorazioni a freddo e a caldo, il tubificio, il centro servizi, la società delle fucine
e l’Aspasiel, queste ultime quattro ormai inglobate nell’Ast stessa.
Realtà che per altro non dovrebbero avere bisogno di alcuna difesa
visto che il mercato pare ( a parte la questione dei dazi) soffiare nella direzione giusta,
anche se questo non basta il polo chimico ternano fu chiuso pochi anni fa
e spostato a Ferrara nonostante i buoni risulta economici.
Per difendere la siderurgia di Terni bisognerebbe andare all’attacco.
Bisognerebbe fare in modo di implementare le lavorazioni attuali,
chiedendo all’Europa di ridare la possibilità di riprendere nella zona
alcune lavorazioni come il magnetico e il titanio che sono state sottratte all’area ma che potrebbero tranquillamente
ripartire se solo ci fosse la volontà politica ed economica di farlo.
Indotto
E non solo ma favorire l’indotto, in input
(come nel caso Go Source che produrrà gli elementi di elettrodo dei forni ad arco e che si speri parta presto)
ma anche in Output
(nella tradizione di imprese di rilavorazioni dell’acciaio che già avvengono nella zona e che potrebbero essere implementate).
Una utopia riportare le lavorazioni perdute da Terni nel corso degli anni?
Io credo di no, credo sia invece una risposta concreta a chi in Europa
ci accusa di essere come quelli che cercano il lavoro e pregano Dio di non trovarlo.
L’Europa invece di fare il giudice delle nostre incapacità e comminare multe per ogni mancanza
dovrebbe fare come faceva l’Iri fino a Ieri aiutare con forza e con i fatti.
Un Italia più forte non ruberebbe nulla agli altri partner europei anzi li rafforzerebbe
rendendo più forte l’Europa stessa, che oggi rischia di capitolare in mezzo ai litigi di Trump con Cina e Russia.
Mitbestimmung
Non sarebbe male poi se dai tedeschi volessimo copiare anche le cose buone che hanno,
come il Mitbestimmung o cogestione che il vescovo di Terni Piemontese
propose come ricetta alla Crisi del 2014 ma che potrebbe essere invece
una cosa estendibile a tutte le medie e grandi aziende italiane
e che potrebbe portare dei benefici anche economici
notevoli, crescendo il rapporto di fiducia tra Board e lavoratori.
Ingegneria vera
In ultimo il Mise Lavoro, di concerto con il miur dovrebbe far partire a Terni una facoltà, ma anche di più,
un campus universitario di Ingegneria a Terni, ( il modello è quello dei grandi campus come Posttech )
che sviluppi tutte le questioni di ricerca legate alla tecnologia e alla Siderurgia
( non ci sarebbe miglior posto per una simile facoltà).
Non solo ma in questo Campus ci si potrebbe occupare anche di Energia, di ricerca delle nuove forme di energia,
con particolare riferimento a quelle che potrebbero venire anche dal metallo
secondo gli sviluppi di quella che una volta si chiamava Fusione Fredda e oggi si chiama Lenr o Dst.
Ne cominciammo a parlare nel 2013 proprio nei locali della storica biblioteca del circolo lavoratori
quando facemmo un convegno dal titolo assai significativo, e che oggi è quanto mai attuale:
Dall‘energia per la fabbrica del metallo, al metallo per la fabbrica dell‘energia?
Oggi la ricerca è andata avanti ma c’è ancora tanta strada da fare, e a Terni la strada sarebbe scorrevole …
Buon lavoro dunque al nuovo ministro Mise Lavoro della Repubblica Italiana,
che il Mise Lavoro di lavoro ne avrà tanto da fare per dimostrare che l’impegno per il lavoro
e i lavoratori non sarà solo uno slogan né solo un fatto assistenziale.
Claudio Pace Terni 2 Giugno 2018 della Festa della Repubblica su Mise Lavoro