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Francisce Repara Domum Meam da San Damiano a San Damiano

francisce repara domum meam
O alto e glorioso Dio, illumina el core mio. Dame fede diricta, speranza certa carità perfecta, humiltà profonda, senno e cognoscemento, che io servi li toi comandamenti. Amen

Le foto di sotto, sono state scattate l’ultimo giorno dell’evento il 19 Giugno  ( Clicca QUI per tornare alla prima pagina Francisce Repara Domum Meam ) iniziato con la recita delle Lodi e con la Messa celebrata dal Vescovo di Assisi.

Mons. Sorrentino nell’omelia ha ricordato ai presenti come sin dal 2006 le sue attenzioni pastorali di Vescovo sono state per il crocifisso di San Damiano e per ciò che rappresenta, il mistero di Gesù, non un personaggio storico qualsiasi da essere ammirato per le cose belle che ha fatto, ma il Verbo di Dio che si fa carne per amore nostro ed è questo che deve farci riflettere, cambiare …

Il riferimento era al Vangelo odierno in cui Gesù stesso chiedeva ai suoi discepoli di allora come quelli di oggi ‘Voi chi dite che io sia’?

Data la gran folla dei presenti, il custode di San Damiano padre Giampaolo, ha voluto che alcune delle persone in piedi prendessero posto nel coro durante la Messa, ne ho approfittato subito, accorgendomi anche della bellezza del volto di Maria dell’Abside, sotto la cui icone ho avuto il privilegio di sedere.

Un particolare assai curioso, quello di un amico e collega di Terni, che non mi aspettavo proprio di vedere lì, e che mentre aspettavo l’inizio delle celebrazioni liturgiche  mi ha voluto fare leggere un brano delle fonti francescane che teneva in mano e che riporto in fondo dopo le foto.

Claudio Pace 19 Giugno 2016 su Francisce Repara Domum Meam
(Anche Per festeggiare la Parola che ha parlato a Francesco sabato 25 Giugno … http://www.claudiopace.it/iosono/ )

CAPITOLO VI UNA IMMAGINE DEL CROCIFISSO GLI PARLA ED EGLI LE RENDE ONORE
593 10. Era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo, quando, un giorno, passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito, entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla grazia divina, si ritrova totalmente cambiato.

Mentre egli è così profondamente commosso, all’improvviso–cosa da sempre inaudita!–l’immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla, movendo le labbra, « Francesco, – gli dice chiamandolo per nome – va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina ».

Francesco è tremante e pieno di stupore, e quasi perde i sensi a queste parole.

Ma subito si dispone ad obbedire e si concentra tutto su questo invito.

Ma, a dir vero, poiché neppure lui riuscì mai ad esprimere la ineffabile trasformazione che percepì in se stesso, conviene anche a noi coprirla con un velo di silenzio.

594 Da quel momento si fissò nella sua anima santa la compassione del Crocifisso e, come si può piamente ritenere, le venerande stimmate della Passione, quantunque non ancora nella carne, gli si impressero profondamente nel cuore.

Cosa meravigliosa, mai udita! chi non è colpito da meraviglia?

E chi, o quando mai ha udito qualcosa di simile? Nessuno potrà dubitare che Francesco, prossimo a tornare alla sua patria, sia apparso realmente crocifisso, visto che con nuovo e incredibile miracolo Cristo gli ha parlato dal legno della Croce, quando–almeno all’esterno–non aveva ancora del tutto rinunciato al mondo!

Da quel momento, appena gli giunsero le parole del Diletto il suo animo venne meno.

Più tardi, l’amore del cuore si rese palese mediante le piaghe del corpo. Inoltre, da allora, non riesce più a trattenere le lacrime e piange anche ad alta voce la passione di Cristo, che gli sta sempre davanti agli occhi.

Riempie di gemiti le vie, rifiutando di essere consolato al ricordo delle piaghe di Cristo.

Incontrò un giorno, un suo intimo amico, ed avendogli manifestato la causa del dolore, subito anche questi proruppe in lacrime amare.

595 Intanto si prese cura di quella immagine, e si accinse, con ogni diligenza, ad eseguirne il comando. Subito offrì denaro ad un sacerdote, perché provvedesse una lampada e l’olio, e la sacra immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell’onore, doveroso, di un lume.

Poi, si dedicò con impegno al resto, lavorando con intenso zelo a riparare la chiesa.

Perché, quantunque il comando del Signore si riferisse alla Chiesa acquistata da Cristo col proprio sangue, non volle di colpo giungere alla perfezione dell’opera, ma passare a grado a grado dalla carne allo spirito.

Tratto dalla vita seconda di  San Francesco scritta da Tommaso da Celano   Clicca QUI per tornare alla prima pagina Francisce Repara Domum Meam


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