Geotermia democratica a due passi da Montecitorio
Geotermia democratica
Ho ricevuto qualche giorno fa via mail, un invito a partecipare ad un convegno sulla Geotermia, organizzato nell’Hotel Nazionale, a due passi da Montecitorio, da alcune associazioni che si occupano di Ambiente insieme con l’azienda che sta realizzando a Castel Giorgio sull’Alfina una centrale geotermica di cui mi sono occupato nel blog tempo fa, e con la quale abbiamo organizzato un convegno a Terni proprio sull’argomento, Progettare l’energia pulita e sicura, nel quale approfondemmo anche nei dettagli il progetto sull’Alfina.
Il convegno diviso in due parti, una tecnica ed una politica, è stato interessante soprattutto nella parte tecnica, ma è stato reso ancor più interessante dalla partecipazione di un gruppo di contestatori della geotermia, che hanno avuto il loro spazio per i loro interventi, spazio che hanno concesso i moderatori prima dell’intervento di Realacci, Presidente della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della camera che ha ascoltato tutte le obbiezioni fatte.
Tra gli altri del gruppo dei contestatori ha parlato anche il sindaco di Castel Giorgio, che al di là delle lamentele, non ha fatto capire chiaramente quelle che sono le obbiezioni al progetto. Argomenti del tipo, “come mai non se ne occupa l’Enel”, sinceramente non sembrano dare molta forza alle ragioni di quel comitato che legittimamente e civilmente ha espresso la sua protesta e il suo dissenso ma che non ha, almeno negli interventi che ho ascoltato, dato delle motivazioni convincenti …
Più convincenti sono stati gli interventi di Annalisa Corrado di Green Italia e di Franco Terlizze del Mise, che hanno fatto capire molto bene la difficoltà che hanno le piccole e medie imprese ad operare in Italia, dove spesso capita che ottimi progetti dal punto di vista economico ed ambientale si arenino nei tempi di risposta della burocrazia, tempi troppo lunghi per stare al passo con il mercato e che la geotermia che si fa oggi non è quella di cinquanta anni fa: la sicurezza e il minor impatto ambientale, per non dire nullo, che offrono i progetti oggi, sottoposti a qualunque tipo di controllo, non possono paragonarsi a quelli di cinquanta anni fa.
Il confronto è stato serrato e senza peli sulla lingua, in questo senso un esempio di geotermia democratica, uno dei relatori non ha avuto problemi a parlare di Nimby, un fenomeno che rallentando le installazioni di rinnovabili finisce per riproporre le trivellazioni, il fossile, il carbone, … mentre anche in estremo oriente, nella stessa Cina, ormai da qualche anno il fenomeno rinnovabili comincia a diventare un fenomeno di mercato …
Sulle rinnovabili, è stato detto da più di un relatore, si sono commessi molti errori, e di fatto le imprese e le famiglie italiane pagano un conto energetico molto salato, cosa che pesa ancora di più in momenti di crisi e recessione come quelli che abbiamo passato e stiamo passando in questi anni.
Forse è il momento che si smetta di perseverare nell’errore, e si cominci, proprio dalla Geotermia a cambiare passo, dando in tempi ragionevoli rapide risposte ai cittadini e alle imprese, … passando da una improvvisazione energetica ad una “politica” energetica.
Claudio Pace Terni Blogger 2 Aprile 2015 su Geotermia democratica
Nella pagina seguente alcuni link sull’evento