Greccio Musicale Commentari restaurati da riscoprire e difendere
Greccio Musicale
In Italia abbiamo più testi e commentari liturgici antichi che in qualsiasi altra parte del mondo, questo il dato inziale della relazione del professore Nicola Tangari, docente dell’università agli studi di Cassino e del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma che ha presentato ieri, il primo agosto del 2015 a Greccio, i commentari restaurati di Greccio e di Poggio Bustone.
E la data scelta per la presentazione non è casuale, il primo Agosto infatti è il giorno in cui la chiesa tutta insieme al mondo francescano festeggiano il “perdono di Assisi” …
Una lectio magistralis, fatta ad un publico molto variegato, i frati di Greccio e di Poggio, le suore, i volontari, i pellegrini, le persone del posto, molto orgogliose di sentire parlare del santuario di Greccio, e numerosi altri che venivano dalle parti più disparate di Italia, alcuni da Ascoli, che non hanno perso l’occasione di poter vedere da molto vicino questi preziosi tesori della cultura, della storia e della Spiritualità Francescana.
Lezione fatta non allo scopo di fornire dei pur interessati dati di carattere storico e scientifico ma di fare innamorare le persone che ascoltano di questi tesori che solo l’amore e la sensibilità collettiva può salvaguardare nei secoli e consegnarlo alla custodia delle generazioni che verranno.
Tangari, citando alcuni passi delle fonti francescane, ha fatto vedere come il rapporto di Francesco con il ‘libro’ era molto conflittuale, perché il libro poteva rappresentare per lui e i suoi frati un simbolo di ricchezza. Possedere libri era un privilegio dei nobili, dei ricchi mercanti e dell’alto clero, i chierici poveri potevano avere solo i libri per celebrare la Messa, il Vangelo e il salterio ed è solo il possesso di questo genere di libri che Francesco tollera per i suoi frati.
Da una parte Francesco mostra di adorare, in forma quasi maniacale, lo stesso scritto del Nome del Signore dovunque sia scritto, invitando a trattare bene ogni manoscritto che lo contenga, dall’altra è pronto a rinunciare al più sacro dei libri, il Santo Vangelo che i frati usano per fare il ‘mattutino’ pur di fare l’elemosina alla madre di due frati che disperata chiede aiuto al Santo.
In poche parole Francesco mostra di capire bene che il Cristianesimo non è una religione del Libro, ma della Carità, non della parola in se stessa, cristallizzata, alienata, ma della Parola incarnata nel Cristo che si riconosce in Gesù Bambino incarnato come in Gesù che si identifica nei poveri e che userà questa sua ‘incarnazione’ per giudicare non altro.
Inoltre per Francesco, a cui piaceva cantare le lodi di Dio in francese, ovunque si trovasse, voleva che queste lodi cantate fossero patrimonio di tutti e che il canto fosse lo strumento per diffondere la Parola di Dio, Parola di lode per il creato, di Misericordia, di Pace, di Perdono.
Francesco fu compositore oltre che del Cantico delle Creature, di cui purtroppo non si conosce la musica originale, lo spazio per scriverlo nel codice 338 c’era ma non è stato utilizzato, di un canto per Chiara e le sue sorelle, di cui si conosce solo l’inizio ‘Audite poverelle’ e anche musicista capace di fare uscire dei suoni armonici da un povero archetto fatto di legno e pizzicato con un altro legnetto.
Greccio Musicale custodisce oltre che nei commentari, nella composizione del coro e degli assi di legno in cui erano incise le melodie gregoriane, nella sua stessa storia, ben fotografata da Giotto che quando dipinge l’episodio del primo presepe mette al centro della raffigurazione quattro frati con la bocca aperta che cantano gli inni natalizi ed un leggio dove si poggiano i commentari o lo stesso Vangelo che lo stesso diacono Francesco cantò quel giorno santo e benedetto in cui si celebró a Greccio il Verbo Incarnato.
Infine un aspetto terapeutico della Greccio Musicale, su cui vale la pena riflettere molto per capire quanto possa essere importante la musica anche nel mondo della Medicina.
Francesco che ha avuto durante la sua vita non poche sofferenze materiali (oltre che spirituali da cui pare abbia avuto origine il Cantico delle Creature) per avere consolazione del suo soffrire chiese ad un frate di suonargli l’arpa, ricevendo un rifiuto dovuto ad un eccesso di timidezza e di fraintesa umiltà del frate stesso, rifiuto che accettò benevolmente e con tanta umiltà. Una sera però i frati sentono un suono di arpa che mai si era sentito e inteso prima, non era il frate pentito che accontentava il padre, ma degli angeli del cielo …
Claudio Pace Blogger Terni 2 Agosto 2015 su Greccio Musicale
Segue la registrazione di alcuni parti della conferenza, in alcuni punti purtroppo non si sente bene l’audio mi scuso anticpatamente, mentre frate vento ha fatto sentire più volte la sua presenza.
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