Madre Coraggio una nuova statua all’Art Center di Terni
Madre Coraggio
Ogni opera d’arte è la creazione di un artista, che comunque è condizionata dal committente, dall’ambiente e dalla storia sua personale, dalla storia del committente e dell’ambiente in cui l’opera d’arte si collocherà.
Ma ogni opera d’arte alla fine esprime qualcosa alle persone che la guardano nell’epoca in cui la guardano, alle persone che la guardano al di là dell’intenzione e i pensieri dell’autore e dei suoi committenti.
In particolare ieri passando per l’Art Center di Terni, ho visto finalmente questa statua che da tanto tempo stava li imballata e che è stata da poco inaugurata, si tratta dello scultore Fernando Dominioni che nel 2009 ha voluto rappresentare in essa le madri palestinesi, curde e irachene, ma credo tutte le madri che soffrono in quel momento storico e in quelli passati e futuri le conseguenze della guerra, frutto del Male alimentato dalle ideologie della morte e dagli egoismi economici di chi esercita il potere per soggiogare e non servire gli uomini.
Immagino per esempio tra vent’anni un ragazzo che è arrivato da noi in Italia con i barconi del mar Sepulcrum per lui quella potrebbe essere non una qualsiasi Madre Coraggio ma la sua madre che innalza il suo corpicino di bambino verso i soccoritori o verso i poliziotti schierati che con una rete per lungo tempo gli hanno impedito il passaggio, suo e di altri, verso il sogno di una vita dignitosa e lontana dalla guerra.
In un mondo che spero mai esista, dove la tecnologia fosse riuscita a surrogare la maternità naturale e dove, sostituita da una macchina, si fosse perso il senso della maternità come per secoli l’abbiamo conosciuta, la statua sarebbe mostrata ai ragazzi come un segno di violenza in un epoca primitiva dove il rapporto madre figlio era essenziale alla vita e dove i rapporti umani non erano organizzati tecnologicamente ma sentimentalmente e si diventava maschi o femmina in modo casuale e naturale non programmato dal computer governativo mondiale.
A me che sono passato davanti il pensiero di quella madre, mi ha riportato a quella che sento davvero Madre, e che da centinaia di anni i nostri migliori pittori e scultori hanno rappresentato in un modo che tutto il mondo ci invidia e che, laddove non sono venuti in possesso delle nostre, vengono a vedere da noi come …
Penso alla Madre di Gesù, non fu lei la prima Madre Coraggio della storia? Penso alla sue rappresentazioni della Natività dove la mangiatoia è già la tomba che sarà poi la tomba vuota della resurrezione, dove la potenza del nome di Gesù, IOSONO, (che a breve festeggeremo ad Assisi) risuona per i secoli eterni.
Ma perché ciò accadesse in quella tomba vuota, la “Madre Coraggio”, l’Immacolata Corredentrice, dopo aver permesso che suo figlio fosse ucciso dagli uomini per la loro salvezza, ha permesso anche che la portassero fuori da quella tomba dove forse lei avrebbe volentieri aspettato la resurrezione del suo figlio, resurrezione che solo lei in quel momento credeva. Una scena non raccontata dal Vangelo, ma da un’opera d’arte come la pietà del Michelangelo, di fatto un Vangelo scritto senza lettere ma con la pietra. Claudio Pace Terni 12 Giugno 2016 su Madre Coraggio