Medjugorje è solo frutto della spiritualità dei veggenti e del loro contesto, o è opera della Madre di Gesù e quindi i messaggi che riportano i confidenti, opportunamente vagliati, possono costituire un vero e proprio magistero mariano?
Un magistero mariano che non si contrappone a quello Petrino ma lo serve e che da quello Petrino potrebbe avere un vaglio che si limiti al vero/falso ma che in caso di vero, entri nel merito dei contenuti.
Un magistero mariano che forse in qualche caso anticipa quello petrino come avvenne in passato in diverse occasioni come a Lourdes quando a Bernadette la Madre di Gesù si presentò, prima ancora del pronunciamento dogmatico, come Immacolata Concezione.
Un magistero mariano che supporta quello petrino come a Siracusa quando nel 1953 le lacrime umane di una madonnina di gesso in una poverissima casa di una famiglia del sud di Italia furono interpretate da papa Pio XII come un arcano linguaggio in un momento in cui la chiesa del silenzio soffriva una persecuzione tanto feroce quanto opprimente e spietata.
E che dire di Fatima, che delle apparizioni passate orientate alla pace, sembra quella più in continuità con quello che la Madonna direbbe ai suoi confidenti oggi a Medjugorje?
Già il magistero Mariano prima ancora di Medjugorje, esercitato in vari modi e in vari tempi, è un magistero preoccupato della pace e della salvaguardia del Creato né più e né meno di quello petrino.
E se Papa Francesco lancia con un’enciclica il suo messaggio di preoccupazione per il futuro del pianeta, non si può impedire alla Madonna di supportare il suo figlio più amato, il papa, chiamando fedeli e non verso una parrocchia che ha reso molto speciale facendo praticare in essa delle virtù molto cristiane anche se poco praticate dai cristiani:l’esercizio del digiuno, la preghiera, l’accostarsi ai sacramenti specie quelli della confessione e della comunione, l’esercizio della carità.
Esercizio quest’ultimo che Papa Francesco ha riconosciuto prima di tutti gli altri ricevendo in Vaticano Paolo Brosio e benedicendo la sua intenzione e la sua opera di raccogliere dei soldi per la fondazione di un grande ospedale proprio a Medjugorje.
Già ma Medjugorje non è e non sarà solo l’ospedale di Paolo Brosio come Padre Pio a San Giovanni Rotondo non è stato e non è solo la casa del sollievo della sofferenza.
Medjugorje è uno dei momenti più importanti del magistero mariano, del suo parlare direttamente al cuore dei figli che lei stessa sceglie per far conoscere meglio l’immensità del cuore di Suo Figlio, per fare amare i pastori della Chiesa e far pregare per loro facendo capire ai fedeli l’importanza del loro ruolo come dispensatori dell’amore misericordioso di Dio, per preparare il popolo di Dio a vivere quei momenti apocalittici di cui si parla nella Bibbia, i cui tempi nemmeno il figlio di Dio conosce, e che in qualche modo anche l’enciclica Laudato Sì di papa Francesco accenna, quando parla dei disastri che l’uomo sta facendo nel creato e delle loro conseguenze sui poveri del mondo.
Alla fine se, come stanno anticipando autorevoli giornali nazionali, per un periodo di tempo si staccheranno (solo fisicamente) i veggenti dai fedeli, che continueranno a pregare in luoghi diversi ma nello stesso istante la Madre di Gesù, questo nessun glielo potrà proibire, se ci sarà più difficoltà a sapere cosa la Madonna avrà detto nel loro cuore, le cose non cambieranno di molto … anche se sarà difficile per molti comprenderne la ratio.
Quello che non si comprende invece è perché questi carismatici, non solo quelli di Medjugorje, una volta vagliati e guidati da padri spirituali ben preparati, se davvero sono stati scelti come una continuazione nel secolo nostro del Magistero Mariano non siano più ‘utilizzati’ dalla gerarchia della Chiesa per vivere meglio e capire le parole di Colei, la Madre di Dio, che tutte le generazioni chiamano e chiameranno beata e che già ai tempi di Gesù non esitava a prendere la parola per chiedere a Gesù spiegazione dei suoi comportamenti adolescenziali o per fargli cambiare il modo di agire in favore degli uomini come a Cana.
Questi carismatici non potrebbero prendere parte attiva in organismi della chiesa come i sinodi, dove vengono decise questioni importanti come le questioni inerenti la famiglia cristiana per esempio? Perché non ascoltare in tempo reale il magistero mariano?
E proseguire idaelamente quella unità in cui Pietro, Giacomo, Giovanni, gli apostoli e le donne avevano con colei sulla quale per prima lo Spirito Santo sedette nel cenacolo di Pentecoste.
Perché non ascoltare ciò che lo Spirito dice oggi alla Chiesa, che oggi, vedi quello che sta succedendo anche nel vicino oriente sta conoscendo persecuzioni che non ha avuto nemmeno quando la chiesa faceva i suoi primi passi nel mondo e aspettava con fede un repentino ritorno del Cristo e ad occidente vede messi in discussione nella società perfino la possibilità di esprimersi contro chi vuole cancellare i valori ‘naturali’ della famiglia come unione di un uomo e di una donna.
In fondo il Creato, a la cui salvaguardia il Papa ha dedicato la sua ultima enciclica, è perché Maria è.
Maria primo frutto dell’espansione dell’amore che le tre persone divine vollero allargare creando e creando Maria.
Una preghiera di una carismatica morta il secolo scorso, Franca Cornado, sintetizzava tutti questi concetti con una bellissima preghiera:
“O Maria, scaturita bellezza dell’Eterno, perfettissima nella fittissima creazione, invoca per noi l’Altissimo affinché a nessuno manchi la sua Adozione”.
Claudio Pace Blogger Terni 30 Giugno 2015 sul Magistero Mariano
[youtube]https://youtu.be/0QD1-ZQUui0[/youtube]
Magistero mariano per tornare alla prima pagina
One thought on