Marò pride il generale Aldebrano Micheli scrive …
Marò pride
Ricevo e volentieri pubblico questa lettera, sfogo del generale Aldebrano Micheli, fisico nucleare ed esperto di armi, sulla vicenda dei Marò che vi prego di fare girare invitando nel contempo il governo Renzi e i suoi ministri a fare ogni sforzo, anche in virtù del suo presiedere il semestre europeo, per chiudere questa triste vicenda nel più breve tempo possibile, con la stessa solerzia con cui pretende dal parlamento l’approvazione delle leggi e delle riforme.
Claudio Pace Terni 20 Agosto 2014 su Marò Pride
A seguire il testo della lettera sui marò … UN ITALIANO SCHIFATO!!!!
Ho portato con dignità ed onore l’uniforme di Ufficiale dell’Esercito italiano per 40 anni, ho messo la mia laurea, conseguita dopo notti insonni e sottraendo tempo alla famiglia, a disposizione della Forza Armata e la mia vita a disposizione della Patria.
Ancora oggi quando vedo sventolare una bandiera Italiana provo un senso di commozione e di rispetto per le centinaia di migliaia di morti, feriti, mutilati che si sono sacrificati per gli interessi ed il bene del Popolo Italiano, ma sono occorsi degli episodi che mettono in serio dubbio il mio orgoglio di italiano e di Ufficiale e questo per la mancanza di coraggio di una classe politica senza un barlume di amore per la Patria.
Signori Presidenti della Repubblica, del Consiglio, del Senato e della Camera, Ministri, Sottosegretari, onorevoli, ecc., ricordate l’incidente del Cermis dove due piloti americani, presumo per gioco, tranciarono con la deriva del loro costoso oggetto volante il cavo di una teleferica causando la morte di 20 persone?
Dopo 16 anni i parenti delle vittime non hanno una risposta, nessuno, dei governi Italiani succedutesi in questo lungo tempo, è stato capace di chiedere spiegazioni, né, men che mai, di azzardare una richiesta di risarcimento.
Quei piloti, in virtù del concetto di immunità funzionale, sono stati giudicati nel loro paese e si sono beccati un sonoro buffetto sulla guancia con il severissimo monito di stare un po’ più attenti la prossima volta! E che vi aspettavate che il governo americano radiasse e mettesse in galera due piloti dopo quello che sono costati per formarli?
E chi se ne frega se hanno ammazzato 20 insignificanti europei, vero presidenti ed onorevoli?
Vi chiedo troppo, sono scostumato se pretendo di sapere dove si colloca in questo caso la giustizia?
Ma non finisce qui; il vostro disamore per la Patria e per il Popolo Italiano, la vostra indecisione, titubanza, incertezza, tentennamento, esitazione, timore, paura, insicurezza, insipienza, perplessità si sono prepotentemente e potentemente evidenziate ancora una volta con la vicenda dei due Fucilieri di Marina, Girone e Latorre, da oltre due anni relegati in India senza ancora un’accusa formale e senza che nessuno di voi abbia avuto il coraggio e la dignità di sbattere i pugni sul tavolo dei plenipotenziari indiani pretendendo rispetto per la nostra Nazione e l’applicazione delle regole del diritto internazionale; per quale motivo con quelli del Cermis è stato applicato il principio dell’immunità funzionale e nel caso dei Marò Italiani no?
Eppure la differenza è macroscopica: nel caso del Cermis ci sono gli autori del reato evidente, in quello della Enrica Lexie c’è un’accusa generica e strampalata fondata su falsi eclatanti! I proiettili rinvenuti sul battello dei pescatori uccisi erano di un calibro diverso di quelli in dotazione ai Fucilieri Italiani esattamente di calibro 7,62×54 che è da sempre il calibro delle armi portatili russe distribuite in quantità enormi nei paesi africani, arabi ed asiatici, mentre gli AR/70-90 dei nostri Fucilieri usano il calibro NATO 5,56×45;
Inoltre la traiettoria dei proiettili conficcati nella struttura del battello indicava che gli stessi erano stati sparati dal basso verso l’alto certamente sparati da bordo di un gommone o comunque da un’imbarcazione più bassa del peschereccio il che contrasta col fatto che, se fossero stati esplosi dai Marò, essendo la nave alta quasi 20 metri, la traiettoria, necessariamente sarebbe stata dall’alto verso il basso.
Già solo questi due elementi escludono indiscutibilmente qualsiasi responsabilità dei due Fucilieri. E allora? Che cosa aspettate a farvi valere?
Non vi rendete conto del danno, non solo d’immagine, che avete arrecato alla nazione?
Quella nave non doveva tornare indietro, a cominciare dal comandante e, a seguire, dal proprietario della nave, dal ministro degli esteri, dal ministro della difesa, dal presidente del consiglio dei ministri, dal presidente della repubblica, dall’ambasciatore italiano in India, dal console, tutti, tutti, tutti hanno sbagliato, forse anche i due Marò che non avrebbero dovuto consegnare le armi, cosa che avranno fatto sicuramente per rispettare ordini superiori.
Che dire ancora; sono avvilito, amareggiato, schifato,….signori, dimettetevi lo dico con pacatezza e serenità, e con lo stesso spirito con cui Frà Cristoforo (Cap. VI dei Promessi Sposi) disse “verrà un giorno”, lo ripeto a voi: “verrà un giorno” …
Gen. B.(RIS) Micheli dott. Aldebrano
Grandissimo, generale Micheli, ma tutti gli Italiani sono dello stesso convincimento e che questi cialtroni ed insignificanti politici hanno il pensiero solo alla cadrega…ma che dovremmo fare? Mi auguro che un presto non tardi “arrivi baffone”…non ne possiamo più delle manesche scenate, ludibrio della Nazione, attinte dalla stampa denigratoria, sia nostra che estera che bene ed a ragione ci hanno classificato paese delle banane: ultima nazione a cui concedere fiducia.