Nimby Piedilucano contro lo sport, il lavoro e … la costituzione
Nimby Piedilucano
La prima volta che si è parlato di Piediluco come candidato ideale per le eventuali olimpiadi a Roma, è stato in sede di consiglio della prima circoscrizione “Terni Est”, che approvò compatta un atto di indirizzo, ripreso in sede di consiglio comunale, e che lanciava l’idea di Piediluco e la Valnerina come sito ideale per la parte fluviale dei giochi olimpici nel caso fosse stata scelta Roma come sede per le Olimpiadi del 2020, …
La cosa andò avanti fino al momento in cui il governo Monti-Fornero ritirò la candidatura di Roma 2020 adesso riproposta da Renzi per il 2024. Quest’ultimo in qualche in modo in debito con Terni, per le note vicende dell’Ast, potrebbe favorire la candidatura di Terni come sede degli sport fluviali se le olimpiadi dovessero svolgersi in Italia …
Già allora non mancarano le polemiche su Piediluco, polemiche generate da uno sparuto ma rumoroso gruppetto di ambientalisti, forse cultore della decrescita felice.
Polemiche che continuano ancora oggi nel più totale disinteresse dei circa cinquemila posti di lavoro persi negli ultimi anni a Terni e della possibilità che il turismo sportivo che in altre parti di Italia, molto più ‘ambientali’ di Terni, garantiscono a parità di risorse naturali, centinaia di posti di lavoro.
Se sport e turismo non sono un esempio di sviluppo sostenibile, di cosa deve campare la gente?
Come possono sperare tanti giovani ternani, alcuni dei quali non studiano e non cercano più un posto di lavoro, di trovare qualche opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, se non si prova nemmeno a rilanciare nel territorio, il turismo sportivo, l’unico che veramente può attrarre persone, in modalità diversa dal mordi e fuggi della visita alla Cascata delle Marmore, nel nostro territorio?
Per questo auspico che il comitato pro Olimpiadi a Piediluco non solo non molli, ma appoggiato dalla totalità delle forze politiche locali (comune, provincia e regione), e di concerto con le associazioni sportive locali, come quelle che praticano la canoa sul Nera, estendano e strutturino la proposta sportiva fluviale pro Olimpiadi 2024 comprendendo il Kajak sul Nera nel suggestivo panorama della cascate delle Marmore e sfruttino anche il tratto del fiume nera in zona Cospea, con strutture che, a partire dalla Telfer di Papigno, possano essere a supporto del futuro sviluppo dello sport fluviale ternano.
Non solo per un grande evento sportivo, come potrebbe essere l’olimpiade, ma anche per il “dopo evento”, facendo ritornare a Terni, in modo stabile, quei grandi eventi sportivi internazionali che oggi si celebrano nella, logisticamente scomoda, Varese .
Tutto ciò coinvolgendo quelli che saranno i nuovi padroni del patrimonio idroelettrico della Eon che avranno sicuramente tutto l’interesse ad avere degli ottimi rapporti con il territorio in cui intendo espletare la loro attività.
Per una volta a Terni, Voliamo alto! Per una volta dimostriamo, come comunità ternana, di essere discontinui con il passato e di credere e sostenere convintamente che lo sviluppo sostenibile non è una utopia ma una realtà, che la salvaguardia del creato e la custodia del creato non si fa solo a chiacchiere e con le belle parole ma con i fatti concreti, con scelte paradossalmente popolari, come la candidatura di Terni per la parte fluviale dei giochi olimpici del 2024, ma che devono sconfiggere il pensiero e l’azione di pochi personaggi, che forse anche in buona fede, confondono la difesa dell’ambiente con la negazione di ogni forma di sviluppo sostenibile che allievi il drammatico problema della mancanza di lavoro soprattutto per i giovani: L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro non sul Nimby!
L’Italia è una democrazia, e le decisioni devono essere prese dal popolo che elegge e “paga” i suoi rappresentanti per prendere le decisioni politiche che devono essere deliberate per il bene comune.
Ognuno ha diritto di esprimere liberamente la sua opinione con tutti mezzi democratici che ha a disposizione, ma alla fine chi decide deve essere la politica non la demagogia, altrimenti è la fine della democrazia e delle istituzioni democratiche che abbiamo ereditato dai nostri padri e che abbiamo il dovere di lasciare intatte ai nostri figli e ai figli dei nostri figli ai quali dobbiamo garantire di ritrovare non solo un ambiente sano e pulito, possibilmente migliore di quello che abbiamo trovato, ma anche il lavoro.
Non è giusto che dopo anni di formazione scolastica e di costi per lo stato e le famiglie, il lavoro si debba cercare e ottenere all’estero, che in Italia queste occasioni non debbano esserci, che i benefici dei costi sostenuti per formare i nostri giovani debbano esser goduti da altri che magari ci sono ostili.
Se il lavoro è un diritto, un diritto sancito dalla costituzione, è dovere di tutti creare le condizioni migliori possibili perché questo lavoro ci sia!
Claudio Pace Blogger Terni 16 Gennaio 2015 su Nimby Piedilucano
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