No Blogger No Influencer Just Me ma è veramente possibile?
No Blogger
Qualche mese fa nella vetrina di un negozio di Terni, un negozio di una nota catena di vendita di borse, valigie e affini, è comparso uno slogan molto particolare “No Blogger No Influencer Just Me” che sperando di non prendere una cantonata, credo si possa tradurre: ‘Nessun Blogger, nessun manipolatore, solo me stesso’.
Non essendo la parola Blogger, a mio avviso, traducibile con un termine della lingua italiana.
Già come tradurre la parola Blogger?
Blogger è un moderno libero pensatore, un solista che scrive quello che pensa, che non deve rendere conto né ad un redazione, né ad una proprietà di quello che pubblica …
Il blog di Beppe Grillo, leader della principale organizzazione politica italiana di opposizione, almeno in termini di numero di voti presi alle ultime elezioni, è un po’ anomalo. Lo stile del blog infatti non è quello di un freelance, la figura ombra di Casaleggio da proprio l’idea che dietro il blog ci sia un lavoro redazionale molto spinto che del blog ha mantenuto la veste ma non proprio lo spirito.
Lo scopo dello slogan #nobloggernoinfluencerJustme era molto chiaro, vendere più borse cercando un tam tam nei blog con una provocazione soft contro di loro, per la serie ‘l’importante è che se ne parli’ con l’aggiunta del solito mecenatismo sociale a favore questa volta delle donne del terzo mondo che dovrebbero emanciparsi seguendo la moda …
Ma fatto salvo l’origine pubblicitaria dell’Hastag lo slogan fa riflettere molto, specie in un epoca in cui l’informazione è oro più dell’oro, si veda la quotazione dei giganti in borsa dei social network e di tutti i titoli tecnologici, anche questa esasperazione della comunicazione rispetto all’oggetto della comunicazione non è un segno dei tempi che cambiano?
I recenti fatti del Charles Hebdo, un martirio per la libera informazione, per certi versi previsto dalle stesse vittime, lo confermano.
Per la prima volta nella storia sono stati contestati in real time, le immagini pur crudeli e orrende del poliziotto islamico ucciso a sangue freddo dai terroristi , subito sospettate e definite false flag, con conseguente chiave di lettura politica da una parte e dall’altra.
Aveva ragione Oriana Fallaci a parlare di pericolo Islam ignorato dall’Occidente o ha avuto ragione papa Francesco ad invitare repentinamente i leader religiosi musulmani francesi in Vaticano?
Qual’è il grado di manipolazione, che nonostante internet e anzi forse anche per colpa di internet, hanno i cosiddetti poteri forti sulle masse?
Esiste veramente la possibilità di opporre un ‘Just me’ un io che è in grado di resistere all’opera di grossi influencer che gestiscono grossi interessi economici?
Io credo di sì, spero di sì, credo che nonostante i tentativi di imbambolare le coscienze, di piegarle alla ragione economica, agli interessi dei grandi manipolatori, la coscienza non sia morta, quella del singolo come quella dei popoli.
E’ vero il mio è un atto di fede, fortemente condizionato dalla mia fede, nel Vangelo che poi significa annuncio, lieta novella, buona notizia, …
Si in fondo anche l’atto religioso è legato alla comunicazione, nel caso cristiano, la comunicazione della buona notizia per eccellenza, quella della definitiva sconfitta del peccato e della morte operata dal Cristo Risorto e del suo imminente ritorno.
Tutto è comunicazione, chi pensa all’universo spazio temporale come un infinito data base di infiniti dati non si sbaglia di molto, e da, forse una moderna prova dell’esistenza di Dio, inventore e possessore di quel data base infinito, con la pretesa però che ciascuna creatura fatta a sua immagine come la donna e l’uomo, sono contenuti ‘autonomi’ di quel data base, la nostra vita con la nostra coscienza e volontà di seguirla scrive un pezzo di memoria dell’universo, che sarà letto nell’ultimo giorno.
Claudio Pace 13 01 2015 su “No Blogger No Influencer Just Me”
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