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Don Bosco ritorna A tu per tu con le spoglia del santo dei giovani

Don Bosco ritorna A tu per tu con le spoglia del santo dei giovani

Don Bosco Ritorna
Don Bosco Ritorna, le spoglie del santo dei giovani nella Chiesa di San Francesco a Terni

Don Bosco ritorna.

Don Bosco ritorna nella sua Terni, anche se da vivo non c’è mai stato.

C’è stato nella predicazione e nella testimonianza dei suoi salesiani, sacerdoti, coadiutori, cooperatori ed ex allievi come il sottoscritto che avendo avuto la fortuna di avere un oratorio salesiano vicino a casa, ha frequentato e si può dire si è formato alla spiritualità Salesiana.

In effetti oggi, facendo la mia visita nell’intervallo di pranzo, di fronte alle spoglie del santo sono riaffiorati tra i miei pensieri il ricordo di tanti salesiani conosciuti da ragazzo e da bambino nella mia Sicilia. Da don Luigi Principe, che scriveva anche delle deliziose poesie, a don Mario Cogliandro, Don Enrico Russo, Don Rocco Rindone e tanti altri.

Tra questi non posso dimenticare Don Giuseppe Lupo, le cui lezioni di storia e filosofia ancora ricordo e che ho incontrato diversi anni fa al Sacro Cuore a Roma ma di cui adesso ho perso le tracce, avendo saputo solo che si è trasferito in Germania.

Per ciascuna di  queste vocazioni, di queste vite spese a servizio dei giovani, un grazie va detto anche a don Bosco …  

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Don Carlo Borghi un Lenr Sacerdote

Don Carlo Borghi-Ubaldo Mastromatteo, fisico e ricercatore,  

alla prima parte del convegno Coherence 2013 III tenutosi lo scorso 15 Ottobre all’aula Cirps della Sapienza a Roma,

ha tirato fuori come prima diapositiva della sua relazione, la foto di un sacerdote, Don Carlo Borghi, lasciando il moderatore del convegno un po’ sorpreso. 

Questi dopo un primo momento di perplessità ha invitato il relatore ad andare avanti, non immaginandosi affatto che proprio un sacerdote era l’oggetto dell’intervento del relatore.

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I treni non vanno a chiacchiere

I treni non vanno a chiacchiere

rosso

I treni non vanno a chiacchiere egregio sig. Moretti. L’AD di Trenitalia continua  a parlare della Stazione Tiburtina e del trasporto ferroviario e lo fa in un modo assolutamente sorprendente e lontano anni luce dalla realtà.

Da pochi giorni è stata annunciata la costruzione ed è stata posta la prima pietra  della nuova sede della BNL che sarà proprio vicino alla Stazione Tiburtina. Come e cosa le due opere possano avere in comune e possano interagire è domanda di secondo piano. Quello che sconcerta sono le affermazioni di Moretti in questa occasione. Addirittura Moretti, come riportato da RomaToday, si “scusa” se la Stazione Tiburtina sia stata completata nei tempi previsti! Si, forse l’enorme parallelepipedo di vetro ferro e cemento, la cui utilità ci è ancora del tutto ignota, è stato in qualche modo completato nel 2011 ma quello che dovrebbe essere la parte vitale di una stazione, quello che ne permette la sua funzione,  cioè la rete ferroviaria, i binari per intendersi, sono ancora in gran parte inagibili ed oggetto di lavori la cui fine sembra assai lontana. Giova ricordare che lavori sui binari della stazione Tiburtina sono stati condotti almeno altre due volte dal 1999. Si rende necessario, poi, sottolineare che la stazione dalla sua inaugurazione, anzi da prima, dalla data dell’incendio, funziona con circa la metà dei binari rispetto a quelli che dovrebbe avere.  Un incendio per cui nessuno a pagato nonostante le palesi mancanze nella sicurezza e protezione.  La non agibilità di metà dei binari comporta enormi disagi nella maggioranza dlle decine di migliaia di utenti giornalieri che usano i treni a Tiburtina. Infatti i treni regionali e locali carichi di pendolari vengono troppo spesso fermati per far passare Frecce, rosse o di altri colori, che viaggiano il più delle volte semivuote.

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Denuncia Casco ovvero microcriminalità da denunciare sempre

Denuncia Casco ovvero microcriminalità da denunciare sempre

DenuDenuncia casconcia Casco.

Stasera è toccato a me, subire quel piccolo furto, il casco per l’uso del motore, che ti lascia un po’ interdetto, ovviamente la speranza  di trovare la refurtiva è davvero prossima allo zero. La cosa che mi ha fatto un po’ impressione è che il furto, all’origine di questa denuncia casco,  è avvenuto in via Primo Maggio a Terni verso le sette di sera, in quel parcheggio dietro la fermata dell’autobus che in quell’ora è davvero pieno di gente. Il motore tra l’altro era parcheggiato di fronte al civico 50A dove è piazzata una videocamera che un gestore di macchinette automatiche, che distribuisce caffè e bevande, ha posto per ragioni di sicurezza, dichiarando però, nell’apposito cartello in bella esposizione, che i dati vengono periodicamente cancellati e sono accessibili solo alle forze dell’ordine che li visionano nel caso vengano commessi reati.

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