Pennone ricollocato, finalmente, nella fontana di piazza Tacito a Terni.
Pennone ricollocato significativamente nel giorno anniversario dei tristi bombardamenti della città di Terni. Anniversario vissuto da una città piena di sole e di caldo oggi, ma che continua a ricordare quel terribile giorno di estate del 1943 … era l’undici di Agosto. E dire che due secoli fa quando si pensò di fondare le acciaierie, le si fecero proprio qui a Terni perché lontane da un possibile attacco dal mare, alla fine dell’ottocento non si poteva nemmeno immaginare un bombardamento aereo. Non è un caso che Tolkien nella sua trilogia ‘Il Signore degli anelli’ giudica come proprio del demonio e dell’anticristo (Sauron e Saruman) quegli esseri alati che uccidono dall’alto (che ricordano tanto i cacciabombardieri) gli inermi fanti o i coraggiosi cavalieri senza alcuna difesa. Ma tornando alla nostra fontana, mi piacerebbe oggi, nel giorno del pennone ricollocato, togliermi qualche sassolino dalla scarpa …
Sicilia Verde, è il nome che ho voluto dare ad un filmato che ho fatto nei luoghi della mia Sicilia, un giorno di primavera un po’ triste, causa la perdita di una persona a me molto cara, come un padre, pur non essendo padre nel sangue.
Ho voluto scrivere anche le parole che seguono in suo ricordo, le ho scritte in Italiano e poi fatto tradurre in siciliano da una persona che il siciliano conosce molto meglio di me …
Terni Est, caldo nella prima circoscrizione. I gatti dormono, il barbo si è riprodotto, ripeto il barbo si è riprodotto, il condizionatore si è rotto, il condizionatore si è rotto, Terni Est, Terni Est, passo. Ecco quello che succede nella nostra circoscrizione, in stile Radio Londra. Stile, che un amico su facebook, ha lanciato come modo per mandare dei messaggi sulla vita politica locale, facendo capire chiaramente di cosa sta parlando, solo però a chi è di Terni e dintorni e può facilmente intuire, attraverso i nomi citati nei messaggi, a che cosa si sta alludendo. Un caso di noia, esasperata dal caldo? In una piccola città di provincia dove fortunatamente d’estate le notizie scarseggiano, non si può che prendere atto che il solleone di Agosto la fa da padrona rispetto a tutti i problemi che l’autunno risveglierà. Primo fra tutti, le sorti della vendita dell’Ast che produce una percentuale cospicua del Pil dell’intera regione Umbria e giocoforza preoccupa l’intera regione e il governo nazionale stesso, sperando che continui ad esserci un governo nazionale almeno fino alla fine della trattativa! E cosi, scorre l’estate ternana. Tra un Telamone di Villa Adriana finito per caso a porta Romana e la passerella della Telfer, che insieme a tutta l’area archeologica industriale, cascata compresa, potrebbe essere dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale. Invece la storica passerella è in procinto di essere demolita dal comune per la modica spesa di 400.000 euro, dicasi quattrocentomila euro. E allora cosa c’entra il Barbo? …
TELFER SALVANDA EST. Telfer da Salvare è il tema che la stampa locale (in fondo jpg con gli articoli) di oggi, domenica 4 Agosto, ha trattato dando ampio spazio alla questione, che nel pieno dell’estate è venuta fuori. Ecco le parole pubblicate nel sito del centro studi Malfatti riportate integralmente negli articoli della stampa locale:
“è imminente l’ennesima distruzione perpetrata ai danni del patrimonio di archeologia industriale di Terni, la cosidetta “Telfer” dello stabilimento elettrochimico di Papigno, che serviva a far attraversare il fiume a numerose condutture oltre che a portare nel magazzino di stoccaggio i prodotti, carburo e cianamide. Le merci erano poi spedite mediante carri ferroviari che utilizzavano i binari della tramvia Terni-Ferentillo. Da quanto si evince dalla documentazione disponibile in rete, i lavori comporteranno un esborso di circa 400.000 euro e c’è ragionevolmente da chiedersi se magari, intervenendo per tempo e con minore investimento, sarebbe stato possibile salvare il manufatto, dato che le varie amministrazioni locali succedutesi negli ultimi anni hanno più volte affermato di voler realizzare a Papigno un polo museale di eccellenza. Forse questa cifra potrebbe essere sufficiente a mettere in sicurezza e preservare la Telfer. Fino ad oggi di fatto l’area dell’ex stabilimento di Papigno non è stata oggetto di alcun apprezzabile progetto di conservazione e riuso, per cui allo stato attuale non possiamo far altro che registrare la fallimentare esperienza degli studi cinematografici, l’abbandono in loco di numerose scenografie dei film di Roberto Benigni, che prima o poi dovranno essere smaltite, come immondizia, la prossima demolizione della Telfer, lo stato di degrado della centrale idroelettrica Velino-Pennarossa e i continui furti di materiale dai pochi impianti rimasti. Ancora una volta un pezzo, preziosissimo, del patrimonio di archeologia industriale di uno dei più importanti siti d’Europa se ne va, senza che alcuno abbia valutato il suo valore storico e museale, in un ecosistema unico al mondo, in cui la bellezza della natura e l’opera dell’uomo si fondono creando un ambiente dal fascino unico, che invece, probabilmente, si candida ad essere sfruttato dai soliti palazzinari.”