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Prima Primavera incontrando una croce di montagna nella Val di Peio

PRIMA PRIMAVERA incontrando una croce di montagna nella Val di Peio

PRIMA PRIMAVERA

Prima Primavera
Una foto scattata vicino a Peio Paese, nella prima primavera, il 20 Marzo Equinozio di Primavera

Una croce su una strada di montagna,

la neve appena spazzata,

il cielo di un blu intenso, sporcato di nuvole bianche,

è primavera, è l’equinozio di primavera di una prima primavera

che ritarda e si fa ancora aspettare.

Fa ancora freddo e la neve

nelle montagne di Peio

resiste ancora forte,

per la gioia dello sguardo che si posa qua e là sui monti alti dello Stelvio.

Una croce, per ricordare chi non c’è più,

per compatire chi li pianse e che forse ora se li gode vicino.

La croce infatti è speranza di resurrezione

di una vita che non finisce qui e ora

e che tende ad un punto omega.

Un punto in cui tutte le cose create,

comprese noi,

saremo ricapitolati nel Creatore.

Il Creatore di tutte le cose che volle farsi creatura

e patire come tutte le creature patiscono

più di tutte le creature che hanno patito e patiranno,

vorrà farsi anche creato?

Sarà increazione?

E se l’incarnazione ha stupito la Vergine,

gli angeli, i pastori, i magi e i misitici di ogni tempo

cosa sarà lo stupore dell’amore creatore che si farà creato immanente

senza smettere di essere trascendente?

Le pietre loderanno Dio di essere pietre, cosi gli atomi

e la materia tutta che troverà il compimento del suo destino

nel punto Omega, punto radicalmente opposto all’Alfa,

ma tanto simile, perché sarà un nuovo inizio.

Cesserà la storia degli uomini,

cesserà la storia dell’universo,

e il tempo svelerà finalmente cosa è veramente.

E inizierà una nuova storia, cieli nuovi, terra nuova.

Non si ricomincerà da capo, ciò che è scritto resta scritto

e pone le sue basi per un nuovo cammino:

sarà felicità indicibile.

Claudio Pace Peio 21 3 2108 Prima Primavera

Reliquie pastorelli di Fatima in visita all’Ospedale di Terni

Reliquie pastorelli di Fatima in visita all’Ospedale di Terni

Reliquie pastorelli

Ieri mattina, sabato 13 Gennaio, l’Unitalsi di Terni ha portato presso l’ospedale di Terni le reliquie dei pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco, canonizzati da Papa Francesco nella data dell’anniversario dei cento anni della prima apparizione 13 Maggio 2017.

Anniversario che abbiamo celebrato anche ad Assisi con il nascente GruppoAssisi nel Vento

Hanno accolto le reliquie la piccola comunità della cappellania dell’Ospedale di Terni composta dai frati Angelo Gatto (cappellano) e Bernardo (chiamato da tutti Benhur), le consacrate dell’Idente che lavorano in ospedale, a altri fedeli che collaborano alle attività di animazione liturgica e di volontariato presso la cappella dell’Ospedale.

Le reliquie sono state portate dai volontari della sottosezione di Terni dell’Unitalsi.

La sottosezione di Terni vanta come suo fondatore, il venerabile servo di Dio Giunio Tinarelli,

un operaio che lavorava nelle medesime acciaierie dove lavoro,

ma che una brutta malattia degenerativa lo ha costretto a stare immobile in un letto.

Apparentemente Giunio Tinarelli perse con la salute, ogni cosa, il lavoro, la fidanzata, la possibilità di avere figli …

ma ritrovò la fede, e con la fede un’energia apostolica senza pari.

Il pellegrinaggio  è stato organizzato per la celebrazione dell’anniversario della sua nascita in cielo (14 Gennaio 1956)

e la scelta della tappa presso l’ospedale di Terni non è stato un caso.

Giunio ha mostrato come la sofferenza se accettata e offerta Dio è feconda,

è una testimonianza della Misericordia di Dio,

è una vocazione nella vocazione che tutti i cristiani hanno quella di essere santi.

L’augurio di tutti è che presto la chiesa possa dichiarare Giunio Tinarelli, operaio delle acciaierie di Terni, beato!

Terni 14 Gennaio 2018 Claudio Pace

Di seguito alcune foto scattate al volo sull’atrio dell’ospedale e dentro la cappella, per la plyalist dei filmati clicca QUI