Pirometallurgia verso Frate Focu un contributo di D. Capodilupo
Domenico Capodilupo, ha inviato un intervento per il prossimo convegno di Frate Focu, ed una piccola sintesi che riporto a seguire.
E’ interessante rilevare come fuoco e metallo sono due storie che si intersecano tra di loro e che la tecnologia nella storia dell’umanità ha seguito una via ‘militare’, è progredita con la ricerca cioè di ottenere armi più resistenti e quindi più capaci di soverchiare il nemico in combattimento.
Forse però è giunto il momento in cui si realizzerà questa antica e famosa profezia di Isaia : Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.
Una profezia che quindi prevede l’utilizzo della forgiatura dei metalli, la scienza in genere, non più per costruire armi ma vomeri e che lo spirito della ricerca Lenr, in mdoalità ‘Live Open Science‘, vorrebbe contribuire a realizzare, trasformando il metallo in una fonte di energia pulita e sicura condividendo ‘on line’ tutte le informazioni scientifiche che non sarebbero più solo a disposizione di pochi …
Claudio Pace Blogger Terni 25 Luglio 2014 su Pirometallurgia
a seguire la sintesi e l’intervento di Domenico Capodilupo …
I primi esempi di produzione metallurgica del rame risalgono al V millennio A. C, precedentemente erano noti solo alcuni metalli come l’oro o lo stesso rame nativo lavorati meccanicamente.
Il primo rame (come pure la stagno) metallurgico fu prodotto, probabilmente per caso, in fornaci adibite alla cottura delle ceramiche; in questi ambienti vi sono, infatti, le condizioni idonee per alcune trasformazioni metallurgiche.
L’uomo del Similaun, risalente al 3200 A.C. (Ötzi), aveva un’ascia con punta di rame puro al 99,7%. Questa elevata purezza fa ritenere che questo oggetto sia stato fuso in un crogiolo.
I metalli generati “con il fuoco” diventano nel tempo una specie di arte divina che trasforma la “pietra” in metallo.
La successiva produzione del BRONZO , una lega Rame-stagno, presuppone la creazione di una rete organizzata per il commercio delle materie prime.
Questo apre una “nuova éra”, la prima éra tecnologicamente avanzata, durata almeno 2000 anni.
La carenza di stagno, che si manifestò intorno al XII secolo A.C., indusse (in Anatolia) a lavorare, in alternativa al bronzo, il ferro che era stato rinvenuto, forse casualmente, nei forni di produzione del rame.
L’affermazione di questo nuovo prodotto leggero e prestante richiese di sviluppare forni sempre più sofisticati fino agli attuali altiforni e convertitori ad ossigeno.
Questo sviluppo, che è durato quasi diecimila anni, è stato tutto basato sul fuoco tradizionale, generato dalla combustione di carbonio con l’ossigeno.
Solo da 200 anni (10 anni dopo l’invenzione della pila) si è cominciato ad immaginare di produrre metalli con il nuovo “fuoco elettrico”. Nel 1810 (H. Davy) costruì un primo dispositivo che usava l’ arco elettrico per fondere metallo. Nel 1898 Stassano costruì a Roma un vero forno ad arco che produceva ghisa. Oggi il “fuoco elettrico” produce il 30% dell’acciaio nel mondo.
Domenico Capodilupo sulla Pirometallurgia
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