PRIMA PRIMAVERA incontrando una croce di montagna nella Val di Peio
PRIMA PRIMAVERA
Una croce su una strada di montagna,
la neve appena spazzata,
il cielo di un blu intenso, sporcato di nuvole bianche,
è primavera, è l’equinozio di primavera di una prima primavera
che ritarda e si fa ancora aspettare.
Fa ancora freddo e la neve
nelle montagne di Peio
resiste ancora forte,
per la gioia dello sguardo che si posa qua e là sui monti alti dello Stelvio.
Una croce, per ricordare chi non c’è più,
per compatire chi li pianse e che forse ora se li gode vicino.
La croce infatti è speranza di resurrezione
di una vita che non finisce qui e ora
e che tende ad un punto omega.
Un punto in cui tutte le cose create,
comprese noi,
saremo ricapitolati nel Creatore.
Il Creatore di tutte le cose che volle farsi creatura
e patire come tutte le creature patiscono
più di tutte le creature che hanno patito e patiranno,
vorrà farsi anche creato?
Sarà increazione?
E se l’incarnazione ha stupito la Vergine,
gli angeli, i pastori, i magi e i misitici di ogni tempo
cosa sarà lo stupore dell’amore creatore che si farà creato immanente
senza smettere di essere trascendente?
Le pietre loderanno Dio di essere pietre, cosi gli atomi
e la materia tutta che troverà il compimento del suo destino
nel punto Omega, punto radicalmente opposto all’Alfa,
ma tanto simile, perché sarà un nuovo inizio.
Cesserà la storia degli uomini,
cesserà la storia dell’universo,
e il tempo svelerà finalmente cosa è veramente.
E inizierà una nuova storia, cieli nuovi, terra nuova.
Non si ricomincerà da capo, ciò che è scritto resta scritto
e pone le sue basi per un nuovo cammino:
sarà felicità indicibile.