QUASIMODO NATALE
Anche questo Natale è passato o sta passando, se vogliamo aspettare ancora i giorni del Capodanno e dell’Epifania per dichiaralo concluso.
E’ il tempo migliore per aprire un libro e leggerlo e perché no, scoprire o riscoprire quelle poesie che magari dovevi studiare a Scuola e perché proprio dovevi non le apprezzavi come meritavano.
Ma è così, quando ero ragazzo non avrei immaginato che la lettere avrebbero avuto il fascino che cominciano ad avere su di me, le preferivo la storia, la filosofia, i numeri e i teoremi.
Ancora adesso non è che eccella, ma insomma un po’ di Divina Commedia, la mastico volentieri e comincio a leggere anche ciò che da ragazzo non avrei mai osato pensare di leggere, come i romanzi dei contemporanei e perfino recensirli, per diletto qui sul blog, come ho fatto con quello di Cinzia Leone, cellophane. Tra le tante poesie di Natale e sul presepe credo che quella di Salvatore Quasimodo Natale, abbia un fascino assai particolare per la sua semplicità e originalità.
Salvatore Quasimodo Natale …
Guardo il presepe scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno:
ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende, e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?
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Fin qui la poesia di Salvatore Quasimodo Natale, a cui vorrei dare una risposta semplice …
Maria ascoltò
Maria ascoltò il tremendo grido della croce che dal corpo esanime del Figlio, avvolto da un Alone misterioso, giunse nel cuore del Padre.
Maria ascoltò il “tutto è compiuto“, dopo che lei Domina e Madre, venne affidata al Discepolo amato, che da quell’istante l’accolse nella sua casa.
Maria ascoltò gli inviti rivolti al Figlio perché scendesse dalla croce e non li imitò, non ordinaglieLo, lei che tutto poteva.
Maria ascoltò il rumore dei chiodi conficcarsi, con sadica sapienza, nelle parti non vitali delle caviglie e delle mani del Figlio così amato.
Maria ascoltò i soldati giocarsi alla sorte la tunica da lei con amore intessuta e non ne chiese le restituzione.
Maria ascoltò la sentenza di Morte per il figlio innocente ed il rilascio del reo senza profferire parola alcuna, né di protesta, né di vendetta.
Maria ascoltò ad uno ad uno i passi ansimanti e le cadute nella dura salita di suo Figlio, verso il Calvario.
Maria ascoltò il rumore degli sputi, le prese in giro del Profeta e lo contemplò re doloroso, coronato di spine con una canna per scettro.
Maria ascoltò il sibilo dei flagelli e il trattenersi muto delle grida che suo Figlio non voleva giungessero alle sue orecchie.
Maria ascoltò le profezia di Simeone e vide in un momento la sua anima trapassata e con tremore osservò le gocce di sangue scendere dal membro circonciso del Figlio.
Maria ascoltò il pianto del bambino, e lo consolò con il suo latte materno, che divenuto sangue avrebbe dato l’Adozione a molti suoi figli nel mondo, avrebbe dato la Pace, quella vera.
Claudio Pace Terni 29 Dicembre 2013 Maria Ascoltò – in risposta a Salvatore Quasimodo Natale Immagini aggiornate per il Natale 2016
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