Armonizzare l'atmosfera

Requiem Gounod a Viterbo, buona la prima…

Requiem Gounod

La Playlist con Il filmato dell’esecuzione del Requieme in Do Maggiore di Charles Gounod eseguito nella chiesa di Santa Maria della Verità a Viterbo  il 1 Luglio 2024

e replicato al santuario di San Francesco di Terni (vedi foto in fondo a questa pagina) e al duomo di Orvieto.

Nella descrizione del video su you tube i nomi degli artisti impegnati, del coro e dell’orchestra del Briccialdi e integrata con altri cori di Terni, Todi e L’Aquila.  Segue, dopo il filmato, un commento…

Requiem Gounod un esperienza forte da corista

Partecipare ad un coro polifonico attivo come quello di San Francesco di Assisi di Terni, al quale partecipo, è un impegno, ripagato dalla gioia e l’emozione di…

  • cantare insieme ad altri compagni, del tuo coro o di altri della tua zona o di altre parti di Italia, che puoi incontrare abitualmente in eventi simili o solo una volta e mai più;
  • ascoltare un orchestra dal vivo, ancora piùaccattivante quando sai che in essa ci sono maestri di una certa esperienza consolidata e ragazzi che stanno iniziando il loro percorso artistico e che hanno deciso di investire nella musica  e nell’arte il loro progetto di vita;
  • vivere, scoprire e riscoprire luoghi di arte, fede e storia come la chiesa di Santa Maria della Verità di Viterbo che ci ha ospitato, una chiesa costruita per raccogliersi e pregare, dove gli elementi architettonici nel loroprevalente colore grigio, sembrano ricordarti le parole riprese anche nel requiem ‘Nil in ultum remanebit’ (nulla resterà senza giudizio nelle azioni degli uomini) e dove si celando storie di quotidianità e di santitè quasi completamente dimenticate come quella del beato Pietro delle Croce dell’ordine dei servi di Maria le cui ossa aspettano proprio in quella chiesa il giudizio finale e la resurrezione dei morti che sono il fondamento della preghiera del Requiem, tristezza oggi, ma breve, gioia domani, sempiterna, per sempre.

Requiem Gounod la fede diventa musica

Charles Gounod che era un uomo di fede,

e che interpretava l’arte come una sorta di ‘preghiera salita a Dio e discesa sulla terra’,

nelle parole che musicava ci credeva davvero, e chi condivide la sua stessa fede nel Cristo Giudice, severo ma misericordioso,

ha più facilità se non a capire, perché non è solo una trasmissione di conoscenze,

ma un mettersi nella sua stessa lunghezza d’onda, ma a vibrare con la sua musica

e assaporare i suoi crescendi e diminuendi, i suoi forti e fortissimi, i suoi piano e pianissimo.

Un condividere questo modo assai particolare di sottomettere la musica e la voce dei coristi e dei solisti alle parole, alla Parola Vivente che è Gesù giudice, sì, ma un giudice che vuole assolvere.

Il maestro Massimo Gualtieri ha ampiamente dimostrato non solo di essere in questa lunghezza d’onda ma di saper trasportare tutti i suoi diretti nella stessa direzione…

Requiem Gounod e la speranza nella Misericordia

Molto significativo è Il finale  del requiem in cui, Gounod a sorpresa decide di non chiudere con le voci dei solisti

ma di riprendere un tema musicale già utilizzato in precedenza per ribadire, con la musica e senza le parole questa volta,

la preghiera:

‘Recordare Iesu pie, quod sum causa tuae viae, ne me perdas illa die’,

Che si traduce  ‘Ricordati o misericordioso Gesù, che sono il motivo della tua via’ ( la via dell’incarnazione, la via della croce)

e per questo fa che non mi perda il giorno del mio giudizio, perché se mi fai perdere,

mi tieni lontano dal tuo volto e dall’ascolto della tua voce per sempre (questo è l’inferno)

ed hai reso vano il tuo farti uomo, il tuo morire sulla croce, il tuo farti Pane per farti mangiare da me e farmi ottenere la vita eterna.

E non è un caso che queste parole vengano cantate da una voce bianca di un bambino o dalla voce angelica di un soprano,

perché è un ragionamento quasi infantile, ma nella sua semplicità efficace.

Chi parla così con Dio? Con un giudice, con un Signore dei Signori?

Solo uno che si fa bambino, che respinge scientismo, razionalismo esasperato e nichilismo,

e si apre come un bambino alle ‘verità delle fede’, verità semplici, perché le verità profonde non sono mai complicate.

Cosa di più semplice di un Dio che nella sua giustizia preferisce perdonare piuttosto che giudicare?

Che dà speranza anche ad un peccatore come me, come ognuno di noi è.

Ci dà speranza perchè Gesù è colui che  (Qui Mariam absolvisti, et latronem exaudisti, mihi quoque spem dedisti)

perdonò a Maria Maddalena e al ladrone pentito e condannato a morte sulla croce come lui.

Sa ha perdonato a loro non può perdonare anche a me?

Unico requisito pentirsi per davvero, sperare nel perdono e … chiederglielo.

Chiederglielo convintamente anche mentre lo si sta cantando!

Requiem Gounod un sogno

Vorrei concludere questi miei pensieri in libertà, sull’impressione di ‘sospensione’ che il requiem di Gounod dà.

Un impressione che rimane costante dall’inizio alla fine, anche quando il coro canta fortissimo,

anche quando si passa da un pezzo all’altro, non c’è mai una fine e la stessa fine alla fine, quasi stona, perché pare non debba mai finire.

Oserei definire questo requiem, onirico, nel senso che dopo averlo vissuto,

cantato o ascoltato ed è finito, hai la stessa sensazione di quando ti sei svegliato un po’ più presto del solito

e stai ancora ricordando il sogno che stavi facendo.

E se i sogni sono desideri, come scoprirà Freud, più o meno contemporaneo di Gounod,

anche se per Freud i desideri sono esclusivamente sessuali,

il sogno che ti è parso di vivere è la tua stessa vita,

che anche durasse 90 anni è durata più o meno una quarantina di minuti, non di più.

Il sogno si interrompe quando finito l’applauso del pubblico, si esce dalla scena,

si rimettono le sedie a posto e i banchi spostati, si riposano gli strumenti nelle custodie insieme ai leggii

e si sente un vocio, di commenti sul pezzo, di saluti convenevoli, di chiacchere e complimenti,

si vedono le luci spegnersi, si esce fuori dalla chiesa e si sente di nuovo e solo il rumore del traffico,

che durante il concerto era stato coperto dalla Musica.

È la vita di sempre, un sogno anch’essa,

più bella da affrontare dopo aver sognato con la musica

e non aver sognato da soli.

Terni 2 Luglio 2024 Claudio Pace

Foto di Paolo Mariani

 


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