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I segni del Segno
Il segno dei segni, per Rita, come per ogni battezzato è l’Eucarestia, che nel santuario di santa Rita a Cascia, costruito nel 1926, è custodita in un tabernacolo dorato assai originale per la sua forma ad uovo. Cosa non nota all’autore del manufatto e ai suoi committenti, Carl Gustav Young nell’uovo d’oro identificò un simbolo primordiale della vita e dell’origine del mondo, e quale simbolo migliore poteva essere scelto per il tabernacolo? E’ all’incontro con Lui, Gesù Eucarestia, come lo chiamava Chiara Lubich, la fondatrice del movimento dei focolari, che Rita sicuramente vuole che si finalizzi la visita di ogni devoto pellegrino. E’ il colloquio con lui, la Grazia per eccellenza, che ogni fedele, più o meno consapevole cerca per soddisfare la sua fame interiore che è quella soprattutto della Parola di Dio e del suo Corpo. Il Pensiero di Dio infatti generò la Parola e la Parola si fece Carne perché nutrendosi di essa e seguendo la sua Parola, tutti noi potessimo entrare nel Suo Pensiero. Ma accanto al manufatto artistico, il santuario conserva una reliquia preziosa legata ad una storia assai semplice di un prete assai leggero e superficiale che dovendo portare l’eucarestia ad un malato, piuttosto che prendere, come da uso liturgico, una normale teca metallica, infilò la stessa, con poca riverenza, dentro il suo libro delle preghiere. Quando tirandola fuori si accorse che l’ostia si era come liquefatta, generando un immagine di uomo, ebbe assai rincrescimento e si pentì del gesto sacrilego e pensò bene di portarla a Cascia dove, una cinquantina’ d’anni prima che nascesse Rita, viveva un religioso agostiniano di grande fama, Simone Fidati che sarà dichiarato beato dalla Chiesa, a cui il sacerdote confessò la colpa e affidò l’ostia ormai trasformata in sacra reliquia. I visitatori possono vederla esposta in una teca di vetro mentre una fotografia ingrandita fa vedere la misteriosa immagine del volto di un uomo.
