Saxum ovvero la pietra dell’Opus Dei Don Alvaro del Portillo
Saxum
Il 27 Settembre 2014, è il giorno della beatificazione del servo di Dio Alvaro del Portillo, un uomo che non ebbe solo grande influenza all’interno dell’0pera fondata da mons. Escrivà, l’Opus Dei, ma anche nel cammino della chiesa universale per il suo nascosto ed efficace lavoro nell’ambito del Concilio Vaticano Secondo.
Ben consapevole di quello che avrebbe significato il Concilio per il futuro cammino della chiesa, s’impegno a fondo nel lavoro delle commissioni conciliari e l’impronta del suo lavoro si vede tutta nel documento forse più rivoluzionario del Concilio stesso, l’APOSTOLICAM ACTUOSITATEM, il decreto sull’apostolato dei laici, che segnò la fine di una visione piuttosto miope del Cattolicesimo e del Paradiso Cristiano, che lo vedeva popolato da papi, vescovi, sacerdoti, frati, suore e raramente molto raramente da qualche fedele laico.
Per trovare qualche laico tra i santi canonizzati dalla Chiesa, bisognava ricercare tra i primi santi e martiri cristiani, giusto Santa Monica faceva eccezione, ma perché la madre del più famoso Sant’Agostino, vescovo ed estensore di una regola molto seguita durante tutto il medioevo (Sant’Antonio da Padova e Martin Lutero furono monaci agostiniani) e ancora ben presente nell’epoca moderna … Una visione piuttosto clericale del paradiso e della Chiesa, che creò qualche problema serio a far accettare l’Opus Dei come opera laica quale è, si voleva a tutti costi che fosse una congregazione religiosa, più facilmente accettabile ma completamente diversa da quella che fu l’intuizione che ebbe il fondatore, Mons. Escrivà quel famoso due di Ottobre dell’anno 1928.
Intuizione o sogno che fu, forse una visione profetica, oggi, in molte parti del mondo è realtà, grazie anche a Don Alvaro, che mons. Escrivà si trovo nel cammino e che chiamò Saxum, parola latina che in italiano traduce non solo il termine sasso, ma anche quelli di pietra, rupe, scoglio.
E Saxum, Don Alvaro per l’Opus Dei fu veramente, non solo perché con lui si compì il cammino giuridico sognato dal fondatore e ratificato da Giovanni Paolo Secondo, non solo perché dal papa santo fu ordinato vescovo, il primo vescovo prelato dell’Opera, ma perché trasmise fedelmente e consolidò lo spirito del fondatore, continuando a sognare e realizzare opere apostoliche, a diffondere per il mondo il desiderio di sentirsi ed essere veramente ‘figli di Dio’ che sentono forte la necessità di santificare il lavoro e la famiglia.
Saxum, Don Alvaro, viaggiò molto per il mondo, diffondendo l’autentico spirito del Concilio Vaticano Secondo, ma l’ultima delle sue peregrinazioni fu proprio nella terra del Divino Maestro, la Terra Santa.
Una terra che avevo visitato poco tempo prima, insieme con tutta la mia famiglia, anch’io, nel lontano Luglio nel 1993, scattando molte diapositive che prestai a un sacerdote dell’Opera che viveva con Don Alvaro a villa Tevere.
Chissà se Don Alvaro che si stava preparando al viaggio le ha mai viste …
Comunque sia al ritorno del suo viaggio dalla Terra Santa, il Signore lo chiamò subito nel suo Paradiso, da dove non ha smesso di lavorare per il bene dei suoi figli e di tutte le persone, che nella comunione dei santi, sentono forte il potere della sua intercessione.
La beatificazione e il Saxum gettato in Terra Santa servirà proprio a questo, a fare conoscere la luce di un uomo e di un Opera che sta contribuendo a far si che quando il Figlio dell’uomo tornerà, si troverà ancora la fede sulla terra.
Claudio Pace Blogger Terni 17Settembre 2014 su Saxum
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