Suicidi Anonimi in memoria di un ex vicino edile
Suicidi Anonimi
Oggi mi è giunta la triste notizia di un ragazzo, non più giovanissimo, che per molto tempo è stato mio vicino di casa e che per ragioni che ignoro si è tolto la vita.
Non credo di sbagliare molto immaginando che le difficoltà che aveva nel lavoro possano averlo parecchio influenzato nel prendere una decisione così sbagliata e così straziante per i suoi familiari e per i suoi amici.
So che lavorava nel mondo dell’edilizia e che come tanti lavoratori del settore edile ha sofferto della crisi iniziata tanti anni fa e che è costata il posto di lavoro a tante persone. Tra le cause del crollo del settore edile anche la politica di tassazione della casa che il governo Renzi ha annunciato di volere cambiare e che speriamo veramente cambi perché l’edilizia va rilanciata con le grandi opere come potrebbe essere la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, ma anche con tutto il resto …Che sia una edilizia davvero green che magari adotti regole più stringenti come quelle che impongono le certificazioni LEED che vengono concesse solo se chieste prima che si inizi a progettare e che sono le più serie ma che si riprenda a far lavorare le molte persone che lavoravano in quel campo e che adesso stentano a ricollocarsi.
Il lavoro deve riprendere anche per far finire questi suicidi anonimi e dimenticati.
Abbiamo problemi di dissesto idrogeologico, di case costruite senza rispettare i criteri sismici più elementari, perché allora non pensare di rilanciare l’edilizia ricostruendo le città, le case, le infrastrutture investendo quei soldi che possono venire da privati, dallo sfondamento del deficit o da diretti finanziamenti europei?
Altri soldi potrebbero venire per il settore se di nuovo la Banca d’Italia tornasse in mani pubbliche e l’emissione della moneta piuttosto che un costo come è da un po’ di anni diventasse di nuovo una risorsa per i cittadini e soprattutto se lo stato pagasse subito i suoi creditori anche dando loro dei titoli immediatamente scambiabili presso le banche piuttosto che aspettare infiniti tempi di attesa che creano fallimenti e disoccupazione e … infiltrazione mafiosa.
Quelli che dicono no ad ogni opera pubblica (come hanno fatto per l’Expo) o privata (vedi il caso della centrale geotermica dell’Alfina) ricordino che la mafia e il malaffare in tempi di crisi prosperano meglio di quando l’economia gira, alle organizzazioni criminali non mancano i soldi, seppure sporchi, e un surrogato del lavoro, lavoro disonesto, purtroppo.
I politici non dimentichino questi suicidi anonimi, queste persone più deboli che perso il lavoro trovano chiuse tutte le porte e non sono capaci più di affrontare il loro futuro.
Dove abitava lui adesso abitano degli immigrati che non hanno lavoro nemmeno loro e che per il momento godono di molti sussidi, sono una risorsa si dice, ma perché lo siano veramente le cose devono cambiare sul serio, non è solo un problema di un punto percentuale del pil in più o in meno, ma come ricorda spesso papa Francesco, è un problema di dignità delle persone, di un cambiamento della mentalità verso il mondo del lavoro che in questo momento ancora non si percepisce.
Intanto formuliamo le nostre piccole e povere preghiere per queste persone, operai e imprenditori, che ci hanno lasciato e per le loro famiglie, nella speranza che la loro morte non sia stata vana e che il loro gesto non sia ripetuto anche se il mondo, non solo quello del lavoro, continuerà ad essere duro e spietato con quelli che sono più deboli e indifesi.
Claudio Pace Terni 4 Novembre 2015 su suicidi anonimi