Sultano moribondo nella presentazione del Festival Francescano di Rieti
Sultano moribondo
Festival Francescano di Rieti
Venerdì scorso ho partecipato, nel palazzo vescovile di Rieti, che ai tempi di San Francesco fu una delle sedi papali
più importanti, alla conferenza stampa di presentazione del Festival Francescano
che si terrà a Rieti dal 10 al 13 di Ottobre dal titolo: ‘Con Francesco nella Valle‘
e che sarà preceduto e intercalato dalla processione della Croce di San Damiano,
una copia ovviamente ma benedetta da Papa Francesco.
Breve, concisa, essenziale, il Vescovo, i due frati intervenuti e il rappresentante del terzo ordine francescano
hanno fatto comprendere il senso di una festa che vuole contribuire a ricordare alla popolazione di Rieti
e ai tanti che verranno da Roma e da altre parti di Italia, le radici francescane di una piccola e orgogliosa
provincia del Lazio che vanta al suo interno una valle, la valle santa reatina, piena di ricordi francescani
ma anche di testimoni dello spirito di Francesco, che nello spirito di Francesco hanno trovato e trovano
la forza di reagire e di fare solidarietà in mezzo ad eventi catastrofici come quello del sisma di Amatrice
e che in quei luoghi continuano a dire, con i fatti e le parole:’Laudato Si’ mi Signore’.
La conferenza stampa si è tenuta su una saletta, dentro quello che era il palazzo dove il papa dava le sue udienze,
e dove adesso si conservano alcune delle pregevoli opere d’arte della pinacoteca diocesana
composta da opere d’arte salvate.
San Francesco e il sultano moribondo
Tra queste mi ha molto colpito quello di un San Francesco, circondato dagli Angeli
che assiste il trapasso del suo ‘amico’ il sultano Malik Al Kamil, che violando la Sharia islamica
permise a Francesco di predicare in sua presenza e di ritornare, sano e salvo tra la sua gente.
Ho cercato, prima in rete, e poi nelle fonti francescane, notizie più precise di questo epilogo
che ho trovato, nei ‘Fioretti di San Francesco‘ ai punti 1855 e 1856.
Il racconto nei fioretti di San Francesc0
Il Sultano respinge il battesimo, come confermano le altre fonti, ma solo perché teme per la sua
vita e per quella di San Francesco e dei suoi frati, e :
“… Disse allora
santo Francesco: « Signore, io mi parto ora da voi, ma poi ch’io sarò tornato in mio paese e
ito in cielo, per la grazia di Dio, dopo la morte mia, secondo che piacerà a Dio, ti manderò
due de’ miei frati, da’ quali tu riceverai il santo battesimo di Cristo, e sarai salvo, siccome
m’ha rivelato il mio Signore Gesù Cristo. E tu in questo mezzo ti sciogli d’ogni impaccio,
acciò che quando verrà a te la grazia di Dio, ti truovi apparecchiato a fede e divozione ». E
così promise di fare e fece.
1856
Fatto questo, santo Francesco torna con quello venerabile collegio de’ suoi compagni
santi; e dopo alquanti anni santo Francesco per morte corporale rendè l’ anima a Dio. E ‘l
Soldano infermando sì aspetta la promessa di santo Francesco, e fa istare guardie a certi
passi, e comanda che se due frati v’ apparissono in abito di santo Francesco, di subito
fussino menati a lui. In quel tempo apparve santo Francesco a due frati e comandò loro che
sanza indugio andassono al Soldano e procurino la sua salute, secondo che gli avea
promesso. Li quali frati subito si mossono, e passando il mare, dalle dette guardie furono
menati al Soldano. E veggendoli, il Soldano ebbe grandissima allegrezza e disse: « Ora so io
veramente che Iddio ha mandato a me li servi suoi per la mia salute, secondo la promessa
che mi fece santo Francesco per revelazione divina ». Ricevendo adunque informazione
della fede di Cristo e ‘I santo battesimo dalli detti frati, così ringenerato in Cristo sì morì in
quella infermità, e fu salva l’anima sua per meriti e per orazioni di santo Francesco.”
Dialogo o proselitismo
Con l’occasione ho riletto tutti gli episodi delle fonti francescane che riguardavano questo incontro,
tra Francesco e il Sultano, che da alcuni viene letto come il prototipo del dialogo interreligioso,
dialogo che ha avuto il suo apice nella giornata dell’incontro interreligioso del 27 Ottobre 1986 ad Assisi
e da altri invece viene visto in modo del tutto opposto come un momento di ‘proselitismo‘.
Damiata
Così come la profezia inascoltata della sconfitta dei cristiani a Damiata viene letta oggi come una condanna
ante litteram delle crociata e del loro spirito militaresco, cosa che però non traspare immediatamente
dalla lettura delle fonti dove è possibile trovare il riporto di dichiarazioni di approvazione di San Francesco (FF2691),
sulla cui veridicità storica possiamo ampiamente discutere, ma non possiamo discutere sul fatto
che all’epoca di fatti, ‘non approvare le crociate’ era considerato come minimo un atto di disobbedienza al papa.
La questione non è una questione di ‘lana caprina’, merita più una di riflessione storica e teologica
che deve aiutarci anche a vivere i fatti storici di oggi, a capire la giusta linea di confine tra il dialogo e il proselitismo,
tra il rispetto della fede degli altri e l’annuncio della fede in Cristo e nella Santissima Trinità.
La leggenda del sultano moribondo
Tornado all’affresco conservato nella sala delle conferenze di Rieti,
c’è una piccola ma significativa variazione rispetto al racconto dei fioretti,
è santo Francesco stesso che si vede nel confortare il sultano moribondo steso sul suo letto!
La presenza dell’aureola nel capo di Francesco, ne identifica il suo appartenere già al Paradiso
e alla trascendenza, i due angeli ratificano questo status nuovo del santo,
ma al contempo nobilitano la missione di chi come i due frati del sultano moribondo
conforta gli agonizzanti e da loro il viatico e l’estrema unzione.
Sorella Morte
Insomma un invito ai fedeli, alla vicinanza ai sacramenti, specie nell’ora della morte
per giungere in quel paradiso dove li attende già San Francesco
colui il quale dopo aver cantato con parole sublimi le meraviglie del creato
dichiara:
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore’
et ringratiate et serviateli cum grande humilitate
Non avere paura
Forse il quadro non voleva esprimere solo i risultati della fede e del coraggio della predicazione di San Francesco
ma volava invitare i fedeli a non aver paura della morte,
che il santo padre Francesco sarebbe stato presente ai suoi figli con i suoi angeli,
di non aver paura di chiedere per i propri familiari moribondi la presenza di un sacerdote,
e ai frati di avere coraggio nella predicazione, ma anche tanta pazienza,
perché la conversione di un cuore alla Misericordia di Dio alle volte richiede molto tempo.
Claudio Pace 30 9 2018 sul sultano moribondo della sala conferenze del palazzo papale di Rieti