AHE, Anomalous Heat Effect, è un termine non molto conosciuto al grosso pubblico che invece sta cominciando a prendere una certa familiarità con l’acronimo Lenr Low Energy Nuclear Reactions. Si riconosce finalmente che ci sono fenomeni, non ancora del tutto chiariti dal punto di vista scientifico, ma universalmente accettati, grazie anche al lavoro del nostro Francesco Celani, in cui si manifesta improvvisamente del calore, quando allo stato attuale delle nostre conoscenze della chimica e della fisica, questo calore non dovrebbe manifestarsi. D’altra parte si tende a relegare la questione delle piccole reazioni nucleari tipo Lenr come qualcosa ancora di fantascientifico e a cui forse non giova la riscoperta di una parola, trasmutazione che ormai non è il solo Carpinteri a pronunciare ( vedi playlist del recente convegno alla sapienza di Roma), e di cui si teme il suono come se la scienza ammettendo le Lern, trasmutazioni della materia e similari tornasse indietro nel tempo. Accontentiamoci dell’AHE per non evocare il tempo medioevale dell’alchimia e della astrologia addiritura, visto che qualcuno ha ipotizzato una relazione tra particolari posizioni degli astri e movimenti tellurici che si generano nella crosta terrestre. Dal punto di vista pratico però, grazie all’AHE si incomincia a intravedere un nuovo uso finale per il rame, il nickel, le leghe di acciaio …
RICERCA LENR ITALIANA MUORE? Clamoroso annuncio alla Sapienza di Roma
RICERCA LENR al CIRPS: doveva essere la giornata dello sdoganamento della ricerca sulla fusione fredda alla Sapienza di Roma, una giornata, fortemente voluta da Massimo Scalia, per mettere a confronto diverse scuole di pensiero, compresa quella degli scettici, sull’argomento ancora da molti considerato borderline del Low Energy Nuclear Reactions (LENR conosciuto dai più come quello della fusione fredda, in inglese Cold Fusion) e invece, come un fulmine a ciel sereno, è venuto fuori l’annuncio clamoroso che il prof. Francesco Celani, uno dei massimi esponenti internazionali nel campo della ricerca LENR, ha ricevuto l’ordine di chiudere il suo laboratorio all’INFN di Frascati, costato anni e anni di sacrifici e di duro lavoro suo e del suo team che senza disporre di grandi risorse finanziarie che altri laboratori in altre parti del mondo hanno avuto ed hanno, ha ottenuto risultati importanti e forse un po’ troppo popolari. Celani, che oggi ha illustrato i risultati della Ricerca Lenr da lui condotta, (che spero nei prossimi giorni di farvi vedere in video insieme ad altre relazioni che con un amico presente in sala abbiamo ripreso con mezzi non professionali) utilizzando nel suo esperimento un filo di Costantana. Un esperimento in real time nel più completo spirito di condivisione (Open Science) con tanti commentatori in rete che hanno dato suggerimenti molto importanti (uno costato ben quattro mesi al team circa un sospetto ruolo dell’idrogeno nell’emissione di energia che alla luce delle verifiche è risultato ininfluente) e che infine è stato ripreso dalla Technova e riprodotto in Giappone con misure tanto più costose quanto più accurate. Anche Ubaldo Mastromatteo (ternano di adozione) che lavora per la Stmicroelectronics ha utilizzato la Costantana e ha ottenuto risultati molto importanti e che ha documentato ampiamente con grafici e dati che lasciano pochi dubbi. E non è che il convegno al Cirps sia stato solo una esaltazione autoreferenziale del LENR! Una relazione, di Sergio Bartalucci, tanto dura quanto gradita ne ha messo in evidenza tutte le criticità scientifiche: manca un quadro preciso teorico di riferimento, manca accuratezza nelle misure e ci sono difficoltà ad usare tecniche analoghe tra un esperimento ed un altro e a coordinare i vari team di ricerca che in varie parti del mondo fanno ricerca LENR per capire come si possa trasmutare la materia in energia nel più pieno rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Corpose e interessanti relazioni sono state fatte da un ricercatore INFN di Perugia, Yogenda Srivastava e un noto fisico teorico americano, Allan Widom, che ha avuto parole di elogio per il nostro Carpinteri, e che hanno dimostrato come il LENR è un fenomeno già presente in natura (fulmini, terremoti) e ai quali al termine del convegno mi sono permesso di chiedere se si può parlare di evoluzione della materia, sentendomi rispondere che nel corso delle diverse ere geologiche può esserci stata questa evoluzione con una terra primordiale molto diversa da oggi dal punto di vista della presenza e percentuale di presenza dei diversi materiali che oggi conosciamo. In ultimo le conclusioni di Vincenzo Valenzi, dai modi rudi ma dal linguaggio efficace e concreto, che si è fatto carico di far giungere alle istituzioni un appello a non chiudere il laboratorio di Ricerca Lern di Frascati e un invito a Celani di lavorare insieme con il gruppo di Yogenda. Se purtroppo chiudesse veramente il suo laboratorio di Ricerca Lenr a Frascati (speriamo no!) l’Umbria potrebbe essere un nuovo ospite ideale del laboratorio e di queste incontro tra ricercatori nucleari. E nell’Umbria, Terni, che oltre all’università di ingegneria, balzata all’onore delle cronache per le sue start up in grado di collaborare ai lanci di satelliti nasa, ha un centro di ricerca, il CSM, che ha tanta esperienza e dimestichezza con il linguaggio della ricerca sui materiali e che potrebbe mettere il suo Know How a disposizione della causa della ricerca lenr. Ricerca Lenr, pura ed applicata, in grado riportare felicemente a Terni quel connubio industria-energia che fu all’origine della sua fabbrica più famosa che un tempo si chiamava e non per caso, Terni Società per l’Industria e l’Elettricità S.p.A. Cercasi sponsor e volontà politica di fare cose del genere, magari nel quadro di quei finanziamenti Europa 2014 che il commissario Tajani, proprio qui a Terni, ha invitato ad attrezzarsi per chiedere. Claudio Pace Terni 16 07 2013 Blogger PlayList
Giappone fusione fredda nuovi importanti risultati
Giappone, fusione fredda:
Presso la Technova sono stati ottenuti eccellenti risultati utilizzando polveri di lega nickel rame in silice nano-porosa.
Ci sono voluti 11 mesi dalla progettazione alla costruzione e all’avvio dei primi esperimenti.
La misura del calore è stata effettuata utilizzando un calorimetro a flusso d’olio particolarmente affidabile.
Il principio dei calorimetri a flusso è molto semplice: Si fa passare un flusso d’acqua o d’olio in un tubo a stretto contatto con la sorgente di calore e si misura la differenza di temperatura all’entrata e all’uscita del tubo.
La differenza di temperatura moltiplicata per il flusso e la capacità termica del fluido utilizzato (acqua od olio) permette di stimare con buona precisione la potenza termica generata …