Il Sultano respinge il battesimo, come confermano le altre fonti, ma solo perché teme per la sua
vita e per quella di San Francesco e dei suoi frati, e :
“… Disse allora santo Francesco: « Signore, io mi parto ora da voi, ma poi ch’io sarò tornato in mio paese e ito in cielo, per la grazia di Dio, dopo la morte mia, secondo che piacerà a Dio, ti manderò due de’ miei frati, da’ quali tu riceverai il santo battesimo di Cristo, e sarai salvo, siccome m’ha rivelato il mio Signore Gesù Cristo. E tu in questo mezzo ti sciogli d’ogni impaccio, acciò che quando verrà a te la grazia di Dio, ti truovi apparecchiato a fede e divozione ». E così promise di fare e fece.
1856
Fatto questo, santo Francesco torna con quello venerabile collegio de’ suoi compagni santi; e dopo alquanti anni santo Francesco per morte corporale rendè l’ anima a Dio. E ‘l Soldano infermando sì aspetta la promessa di santo Francesco, e fa istare guardie a certi passi, e comanda che se due frati v’ apparissono in abito di santo Francesco, di subito fussino menati a lui. In quel tempo apparve santo Francesco a due frati e comandò loro che sanza indugio andassono al Soldano e procurino la sua salute, secondo che gli avea promesso. Li quali frati subito si mossono, e passando il mare, dalle dette guardie furono menati al Soldano. E veggendoli, il Soldano ebbe grandissima allegrezza e disse: « Ora so io veramente che Iddio ha mandato a me li servi suoi per la mia salute, secondo la promessa che mi fece santo Francesco per revelazione divina ». Ricevendo adunque informazione della fede di Cristo e ‘I santo battesimo dalli detti frati, così ringenerato in Cristo sì morì in quella infermità, e fu salva l’anima sua per meriti e per orazioni di santo Francesco.”
Dialogo o proselitismo
Con l’occasione ho riletto tutti gli episodi delle fonti francescane che riguardavano questo incontro,
tra Francesco e il Sultano, che da alcuni viene letto come il prototipo del dialogo interreligioso,
e da altri invece viene visto in modo del tutto opposto come un momento di ‘proselitismo‘.
Damiata
Così come la profezia inascoltata della sconfitta dei cristiani a Damiata viene letta oggi come una condanna
ante litteram delle crociata e del loro spirito militaresco, cosa che però non traspare immediatamente
dalla lettura delle fonti dove è possibile trovare il riporto di dichiarazioni di approvazione di San Francesco (FF2691),
sulla cui veridicità storica possiamo ampiamente discutere, ma non possiamo discutere sul fatto
che all’epoca di fatti, ‘non approvare le crociate’ era considerato come minimo un atto di disobbedienza al papa.
La questione non è una questione di ‘lana caprina’, merita più una di riflessione storica e teologica
che deve aiutarci anche a vivere i fatti storici di oggi, a capire la giusta linea di confine tra il dialogo e il proselitismo,
tra il rispetto della fede degli altri e l’annuncio della fede in Cristo e nella Santissima Trinità.
La leggenda del sultano moribondo
Tornado all’affresco conservato nella sala delle conferenze di Rieti,
c’è una piccola ma significativa variazione rispetto al racconto dei fioretti,
è santo Francesco stesso che si vede nel confortare il sultano moribondo steso sul suo letto!
La presenza dell’aureola nel capo di Francesco, ne identifica il suo appartenere già al Paradiso
e alla trascendenza, i due angeli ratificano questo status nuovo del santo,
ma al contempo nobilitano la missione di chi come i due frati del sultano moribondo
conforta gli agonizzanti e da loro il viatico e l’estrema unzione.
Sorella Morte
Insomma un invito ai fedeli, alla vicinanza ai sacramenti, specie nell’ora della morte
per giungere in quel paradiso dove li attende già San Francesco
colui il quale dopo aver cantato con parole sublimi le meraviglie del creato
dichiara:
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate
Non avere paura
Forse il quadro non voleva esprimere solo i risultati della fede e del coraggio della predicazione di San Francesco
ma volava invitare i fedeli a non aver paura della morte,
che il santo padre Francesco sarebbe stato presente ai suoi figli con i suoi angeli,
di non aver paura di chiedere per i propri familiari moribondi la presenza di un sacerdote,
e ai frati di avere coraggio nella predicazione, ma anche tanta pazienza,
perché la conversione di un cuore alla Misericordia di Dio alle volte richiede molto tempo.
Claudio Pace 30 9 2018 sul sultano moribondo della sala conferenze del palazzo papale di Rieti
“Come Mosè il presbitero è uno che si è avvicinato al fuoco e ha lasciato che le fiamme bruciassero le sue ambizioni di carriere e potere e il roveto ardente ne marchia a fuoco l’esistenza e la conforma a quella di Gesù Cristo in tutto”.
Madonna di Pompei
Significativa è stata la visita del Vescovo e dei sacerdoti, prima della benedizione finale,
della cappella della Madonna di Pompei,
che si trova nella Cattedrale di Terni, e nella quale frate Antonio Gentili, di origini campane,
ha voluto leggere una preghiera nelle cui brevi parole echeggiava la ben nota
Una visita che ha valorizzato un luogo per la verità non molto utilizzato nella Chiesa Cattedrale,
una cappella molto semplice, che contiene oltre all’immagine della Madonna di Pompei posta al centro,
due dipinti moderni, forse di non grande valore artistico,
ma sicuramente di alto valore spirituale, raffiguranti le apparizioni di Lourdes e Fatima.
San Francesco di Assisi
Nel saluto finale il sacerdote novello, frate Antonio Gentili, ha voluto leggere un passo molto bello e poco conosciuto
tratto dalle Ammonizioni di San Francesco di Assisi:
[144] Ecco ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.
Io Sono Con voi fino alla consumazione del secolo
Passo citato che poi prosegue magnificamente, ricordando l’ultima promessa di Gesù che si legge nel vangelo di Matteo:
[145] E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli, come egli stesso dice: ” Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo”
Questo passo è infatti la lectio di Francesco sull’Eucarestia e sull’umiltà,
di san Francesco che provò grande gioia ad essere definito ‘illetterato’ dal Vescovo di Terni del suo tempo!
che tanta attenzione sta destando nelle popolazioni del sud di Italia.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.